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Cresta sugli affitti: Anpi e Arci nel mirino della Corte dei Conti a Sesto San Giovanni

by admin
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Sesto San Giovanni, 22 gen – Affitti irrisori e bollette pagate dal comune. A Sesto San Giovanni la Corte dei Conti sta indagando sul cosiddetto scandalo “affittopoli” sollevato dalla nuova giunta comunale che dopo 70 anni ha spodestato il dominio della sinistra. A finire nel mirino per irregolarità e affari poco chiari sono i partigiani dell’Anpi e l’Arci.  
In principio fu il centro sociale Carroponte, che ha sede nel parco archeologico industriale ex Breda, luogo famoso per essere meta di concerti di successo a cui non si accede gratis ma dietro pagamento di lauto biglietto. Gestito dall’Arci, finì nella bufera alcuni mesi fa per un caso di bollette non pagate per quasi 270 mila euro, cifra anticipata dal Comune per non far chiudere i locali. Trattandosi di anticipo, avrebbe dovuto essere restituito ma di quei soldi nel bilancio del Comune non c’è traccia.
Poi venne sollevato il caso dei rossi partigiani, che hanno guadagnato fior di soldi dalla pratica del subaffitto. Villa Zorn, la villa comunale di Sesto, infatti, è la sede dell’Anpi di Sesto San Giovanni e i partigiani al comune pagano un affitto di 50 mila euro l’anno. Per rifarsi dalle spese, però, loro hanno pensato di subaffittare i locali a uno dei più sciccosi ristoranti della zona, il Caffè degli Artisti, che all’Anpi paga un subaffitto di 70mila euro annui. L’anno scorso nella villa venne appiccato un incendio e i danni non sono ancora stati riparati. Ai partigiani l’affitto è scaduto e loro ora hanno in corso un contenzioso con il Comune perché non ne vogliono sapere di pagare i danni dell’incendio.
Quest’estate si cominciò a parlare di un vero e proprio caso Affittopoli in quella che per anni è stata definita la Stalingrado d’Italia. Perché, oltre all’Anpi e all’Arci, anche Emergency ha potuto godere per anni di un affitto di favore (358 euro l’anno) per la sua sede. E così è stato per altri beni di proprietà del Comune concessi in affitto ad associazioni legate a politici locali per cifre irrisorie.
Tutti elementi che hanno messo in ginocchio i bilanci del comune, che negli anni ha collezionato un buco dovuto a crediti mai riscossi pari a 36 milioni di euro e debiti con i fornitori per 15 milioni. Ora spetta alla corte dei conti fare chiarezza.
Anna Pedri

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2 comments

ANTERO 22 Gennaio 2018 - 10:58

Indaghino, indaghino e ancora indaghino !

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Tony 22 Gennaio 2018 - 3:15

…..vista la loro capacità ”imprenditoriale”, potrebbero associarsi e fondare una nuova associazione denominata ”AMPI” : asssociaz. magnamagna papponi intoccabili…

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