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De Benedetti assolto per morti di Ivrea. I parenti delle vittime: “Scandaloso”

by La Redazione
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Torino, 19 apr – Dopo aver ricevuto condanne pesanti in primo grado per gli operai deceduti nello stabilimento Olivetti di Ivrea a causa dell’esposizione all’amianto, Carlo e Franco De Benedetti sono stati assolti al processo d’appello «perché il fatto non sussiste». È stato scagionato anche Corrado Passera, che nel 2016 era stato condannato dal Tribunale di Ivrea a 1 anno e 11 mesi, mentre i fratelli De Benedetti avevano ricevuto 5 anni e 2 mesi. La corte d’appello di Torino, presieduta da Flavia Nasi, ha dunque ribaltato la sentenza di primo grado, stabilendo che tutti gli imputati non sono responsabili della morte di circa 20 operai. La tesi dell’accusa è che la contrazione del mesotelioma pleurico, patologia correlata all’esposizione all’amianto, è da imputare ai manager dell’Olivetti che non hanno decontaminato i reparti in cui gli operai deceduti hanno lavorato.
In attesa di conoscere le motivazioni della sentenza, sembra per ora che l’assoluzione sia scaturita dal cosiddetto “effetto acceleratore”. Come spiega uno degli avvocati della difesa, «in pratica il dirigente è considerato responsabile solo per i primi due anni di esposizione del lavoratore all’amianto. In questo caso De Benedetti è stato in carica a partire dal 1978 e i dipendenti erano stati colpiti dalla patologia in un periodo precedente. Se fosse accertata l’esistenza di un “effetto acceleratore” sarebbe diverso. Ma nella comunità scientifica non c’è un consenso unanime. E quindi la giurisprudenza non può tenerne conto».
Nel processo si era costituita parte civile anche la Fiom di Torino. Il suo segretario Federico Bellomo ha commentato così l’assoluzione di De Benedetti: «Siamo stupiti e amareggiati, un colpo di spugna così non ce lo aspettavamo. Le sentenze si rispettano ma si possono non condividere: leggeremo le motivazioni, ma il messaggio è comunque devastante, perché decine di lavoratori sono morti per l’esposizione all’amianto in Olivetti e non hanno avuto giustizia. Ovviamente questa tragica vicenda non può chiudersi in questo modo, altri procedimenti sono ai nastri di partenza e in ogni caso le famiglie delle vittime non meritano una tale scandalosa impunità».
Federico Pagi

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