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“Ecco perché ho sfidato i centri sociali con il tricolore”

by Giuliano Lebelli
15 comments

expoMilano, 1 mag – Ha dato una lezione di stile all’Italia rimanendo impassibile di fronte agli insulti dei centri sociali e mostrando loro ciò che più li manda in bestia: il tricolore italiano.

Oggi quell’uomo ha un nome: si tratta del notaio Giuseppe Parazzini, classe 1944, presidente dell’ Ana (Associazione Nazionale Alpini) dal 1998 al 2004. Il quotidiano Libero lo ha intervistato e, dalle sue risposte, l’impressione di avere a che fare con un buon italiano è confermata.

“Nel bene e nel male Expo è una vetrina per l’Italia e io non voglio che il nostro Paese sia rappresentato soltanto da chi scende in piazza per dire no a tutto. E poi, diciamolo, ad un certo punto è diventata una sorta di sfida e mi sono detto: Vediamo dove vogliono arrivare”, spiega Parazzini alla giornalista Federica Venni.

Il suo gesto, racconta, è nato così: “Sono passato in centro vicino alla Prefettura e ho visto i manifestanti con le loro bandiere. Così, non appena sono tornato in studio, ho pensato di esporre il Tricolore alla finestra. Ho manifestato anch’io, in un certo senso. Poi, certo, non sapevo sarebbero passati di qua, ma quando li ho sentiti mi sono affacciato”.

Poi il lancio di uova e gli insulti. Nessuno spavento, tuttavia. Parliamo pur sempre di un alpino… “Spavento? Per quattro uova? Probabilmente, se fossi stato su un vero campo di battaglia li avrei affrontati. Ero nel servizio d’ordine contro il terrorismo altoatesino, lì sparavano sul serio. Questi qui sono quattro ragazzotti insoddisfatti e senza alcuna disciplina. Si vede che non hanno fatto il militare. Dovrebbero ripristinare la leva obbligatoria, anche per le donne, così imparerebbero cosa vuol dire far fatica nella vita”.

Niente denunce, tuttavia: alla domanda se farà terminare questa storia nei tribunali, Parazzini replica: “Assolutamente no. Non ci sono stati danni perché ho chiuso le persiane prima che potessero distruggere qualcosa. E poi perché dar loro soddisfazione? Guardi, oggi ho proprio avuto davanti agli occhi la differenza tra gli alpini e i manifestanti come loro”.

Giuliano Lebelli

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15 comments

pietro 1 Maggio 2015 - 1:31

oggi finalmente, un gesto sano e simbolicamente patriotico come questo del notaio, fa piu’ cronaca di qualche azione contrapposta delle forze dell’ordine. Questi gli Uomini veri, questi sono gli ITALIANI nei quali credo ancora, questi gli Italiani che amo esattamente come i miei connazionali che sudano per qualsiasi lavoro. Il Notaio ha anche ragione quando dice che si deve tornare alla leva obbligatoria, sono d’accordo, di li un ragazzo si forma e diventa Uomo. Lo scrive un ex maro’, fiero e orgoglioso di esserlo stato!

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matteo 1 Maggio 2015 - 4:35

E’ abbastanza paradossale che ci siano ancora persone che confondono l’essere uomo con la preparazione al combattimento e alle armi. E molto pericoloso. D’altronde stiamo parlando con persone che hanno fatto la guerra, quale mentalità possono avere? Rispetto per gli alpini, sono stati la nostra storia, ma fiero di essere parte di una generazione che può scegliere se imbracciare un’arma o meno: conosco persone che sono diventate veri Uomini distinguendosi nello studio, o nello sport, e non hanno nulla da invidiare a nessuno. Per quanto riguarda l’EXPO, c’è chi cerca di andare oltre ciò che potrebbe significare, indubbiamente, un evento del genere per l’Italia. Visibilità, posti di lavoro ecc ecc. Ma una esposizione universale intitolata “Nutrire il pianeta”, dove sfilano multinazionali che inquinano l’aria, l’acqua, che impoveriscono il suolo; dove gli sponsor sono Mac Donalds e Coca Cola, il cibo spazzatura per antonomasia; dove il tema “sostenibilità” è solo uno specchio per le allodole che nasconde una fottutissima macchina da soldi e di marketing. E’ questo quello che fa schifo, è il principio, è la presa per il culo, e la gente ha perso la capacità di indignarsi perché non è capace di guardare al di là delle cose, ma solo quello che gli sta subito davanti. Se poi vogliamo dire Brava Italia per aver organizzato questo evento, possiamo dire tutti in coro W l’Italia!! Tutto il resto, è contestabile.

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beatrice 1 Maggio 2015 - 7:24

Condivido pienamente questo pensiero. Siamo in ventrina già da molto tempo con le tragedie degli immigrati e nonostante tutto il mondo non si muove. Loro non portano soldi…anzi.

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Anonimo 1 Maggio 2015 - 9:14

Niente militare comunque ah?

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Anonimo 25 Dicembre 2015 - 7:39

Non capisco il pensiero: forse dimentica che le guerre furono sempre dichiarate dai politici, combattute dai militari, subite dal popolo.

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Anonimo 2 Maggio 2015 - 12:11

È nato nel ’44 e ha fatto la guerra? Studia prima di addentrarti in problematiche complesse

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Stefano Danieli 2 Maggio 2015 - 5:57

Egregio Matteo,
Lei oggi esercita la libertà di scegliere se imbracciare un fucile o no.
I caduti della 1 guerra mondiale (gente giovane, massimo 18 anni), che ha combattuto sui vari fronti, loro non hanno avuto questa possibilità. Ma grazie al loro sacrificio, oggi noi possiamo esercitare la libertà di parola e la libertà di disporre della nostra vita. Quella persona che lei indica come “avente fatta la guerra” rappresenta il ricordo di queste persone che hanno dato la vita per i diritti che oggi noi abbiamo. La vita l’hanno data per dare un senso a quel pezzo di stoffa verde, bianca e rossa, che oggi e’ stata macchiata da lordure. Non crede che, un’angolo di quel
pezzo di stoffa sia anche rappresentanza di queste persone?

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Nino 2 Maggio 2015 - 8:05

Caro Danieli, restiamo sul pezzo. Perché tirare sempre in ballo quei poveri ragazzi? Non ne avete mai abbastanza di fare propaganda retorica sulla pelle degli altri? Cordialmente. Nino.

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Anonimo 2 Maggio 2015 - 7:16

O grullo la che guerra ha fatto il notaio che è del ”44?

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beatrice 1 Maggio 2015 - 7:25

Condivido ovviamente in pensiero di Matteo.

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Wright 1 Maggio 2015 - 8:17

Non condivido per niente l’Expo o meglio la “magneria” che c’è dietro e davanti, non a caso il tema è “mangiare” e in questo alcuni italiani sono l’eccellenza nel mondo, in tutti i sensi. Penso anch’io che il servizio militare andrebbe quantomeno esteso o modificato, come è adesso il soldati sembrano più dei mercenari a servizio dei governi e non dei cittadini. Detto questo anch’io avrei esposto la bandiera italiana.

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Jacopo 2 Maggio 2015 - 10:16

Ha parlato di “terrorismo altoatesino”, che si è sviluppato dopo la guerra. Leggetele le cose. Non sapevo nulla di questo “terrorismo altoatesino” ma mi è bastato fare copia e incolla su google per trovare un po’ di roba. Senza aprirla, nelle descrizioni c’erano due date: 1960 e 1964. Forse il termine “guerra” è stato usato in modo improprio, o meglio, lontano dal suo uso corrente, ma ciò che è sicuro è che questi sono quattro imbecilli con genitori più imbecilli di loro e che le loro uova sono sicuramente aria rispetto a quello che deve aver fatto il signore dell’articolo sul campo di battaglia. Guerra? Boh, non lo so, ma sicuramente al termine guerra non è sottintesa sempre quella mondiale.

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Luciano 2 Maggio 2015 - 11:44

… grande onore a quest’Uomo, sdegno e vergogna di manifestanti, figli del nulla senza dignità, ma soprattutto senza orgoglio di della razza umana. Così si comporta il branco, ed il branco si sa…è storia…è composto solo da falliti e vigliacchi che hanno paura della vita.
Un uomo solo che sostiene che il dovrebbe reintrodursi la leva…non sarebbe errato oggi insegnare cosa sia viverea oltre ai vizi …
Medaglia d’onore a chi “da solo” ha fatto valere i propri ideali… il resto dei fermati potrebbero essere spediti là dove si combatte per davvero…. altro che vetrine e macchine…..

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sevem80 2 Maggio 2015 - 3:02

Rammento a Matteo che manifestare pacificamente contro le multinazionali è più che lecito…ma spaccare qualunque bene privato senza conoscerne le motivazioni come quel ragazzo intervistato al tg5 ti fa capire il livello della nostra gioventù…

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matteo 2 Maggio 2015 - 6:56

Ok abbiamo capito che è del ’44 e che non ha fatto la guerra, ma parliamo di cose serie: il ragionamento vale lo stesso. Il mio post è stato scritto prima di ciò che è successo a Milano, che non condivido assolutamente.

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