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Lo strano intreccio tra l'ex della Boldrini, le ong scafiste e le trame contro l'Eritrea

by La Redazione
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Roma, 16 feb – Fino al 2015, l’allora Presidente della Camera, terza carica istituzionale, Laura Boldrini era accompagnata dall’allora fidanzato Vittorio Longhi, giornalista di origine eritrea collaboratore di La Repubblica, di The Guardian e del New York Times.

Longhi alterna all’attività di giornalista mainstream media quella di attivista a favore dei diritti umani in Eritrea, che si può tradurre in una vera e propria operazione organizzata di regime change contro il Presidente Isaias Afewerki giustificata dal solito pretesto occidentale dell’esportazione di democrazia e dei diritti con annessa demonizzazione del dittatore ostile ai piani dei poteri forti mondialisti.
Come documentato da Daniel Wedi Korbaria, autore e sceneggiatore nonché libero rappresentante della voce inascoltata della numerosa comunità eritrea presente da anni in Italia, il Presidente Afewerki ha cacciato dal proprio Paese tutte le organizzazioni non governative colpevoli di chiare e provate ingerenze sul regolare processo di ricostruzione dell’Eritrea, preferendo un orgoglioso percorso di resilienza motivato dall’opinione che “gli aiuti umanitari paralizzano le persone”[1].
Certamente Isaias Afewerki non può essere paragonato ad un presidente occidentale, ma ricordiamo che, dopo una decennale lotta con la vicina Etiopia che ha portato la nazione allo stremo con una percentuale di povertà assoluta tra le maggiori al mondo e un numero incredibile di giovani eritrei morti sul campo, il Presidente ha riportato stabilità in Eritrea iniziando un’accurata ricostruzione che ha messo al primo posto il suo popolo. Wedi Korbaria afferma al riguardo: “Nonostante il perdurare nel Corno d’Africa della siccità causata da El Nino, a differenza della Somalia, dell’Etiopia e del Sudan, in Eritrea non ci sono più quei bambini denutriti e con la pancia gonfia che muoiono a decine anzi, senza temere di essere smentito, posso orgogliosamente dire che da noi nessun bambino muore più di fame o di malnutrizione”.
Premesso ciò, la rete degli eritrei in Europa che opera una chiara propaganda contro il Presidente Isaias Afewerki è estremamente attiva e trova spazio sia a livello istituzionale sia a livello mediatico, a differenza di quella, numericamente maggioritaria, che sostiene l’operato del governo eritreo. Come al solito, i media mainstream sostengono solo una certa parte politicamente più vicina, evitando con cura ogni genere di contraddittorio.
Le figure più conosciute e rilevanti che operano in Italia e Europa sono Padre Mussie Zerai, Meron Estefanos[2] e Alganesh Fessaha[3].
Padre Mussie Zerai, fondatore della onlus Habeshia per “aiutare i migranti eritrei a raggiungere l’Italia”, e ideatore della piattaforma Watch The Med che con Alarm Phone riceve segnalazioni su presunti naufragi nel Mediterraneo, spesso prima che avvengano, è stato acclamato dai media e dalle istituzioni italiane per il suo impegno a favore dei profughi. Nonostante l’ampio sostegno e la positiva visibilità dati alla sua attività, nell’agosto del 2017, Mussie Zerai, autoproclamatosi “Padre Mosè”, è stato raggiunto da un avviso di garanzia con l’accusa di “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina” in seguito alle indagini condotte dalla Procura di Trapani. La stessa inchiesta ha coinvolto anche Jugend Rettet, ONG della sinistra tedesca radicale, e ha portato al sequestro della nave Iuventa e all’invio di tre avvisi di garanzia indirizzati ai membri della stessa.
Quindi le indagini della Procura di Trapani parlano di Padre Zerai come facilitatore dell’immigrazione clandestina che da anni il Governo italiano subisce senza nessuna strategia adatta ad arginare quello che è diventato il business più remunerativo della malavita africana e del sistema di accoglienza delle cooperative nostrane[4].

Mussie Zerai, con la sua discepola Meron Estefanos, è stato ricevuto negli uffici della Presidenza della Camera di Montecitorio da Laura Boldrini nel novembre del 2013, con tutti gli onori del caso nonché significativi abbracci[5]. Nulla di male, certo, perché all’epoca Zerai era un semisconosciuto attivista eritreo. Sarà stato l’allora compagno di vita Vittorio Longhi della Boldrini a suggerirle l’incontro istituzionale?

Per anni, Longhi ha collaborato con Padre Mussie Zerai nella comune battaglia di detronizzazione del Presidente Isaias Afewerki, grazie alle organizzazioni di cui sono fondatori; la proficua lotta comune ha portato i due a sottoscrivere una petizione[6], pubblicata su Change.org, allo scopo di bloccare 312 milioni di euro di aiuti stanziati dall’Unione Europea destinati all’Eritrea “perché finirebbero nelle mani del dittatore Afewerki”.

Il terzo responsabile della petizione è Anton Giulio Lana, presidente dell’Unione Forense per la Tutela dei Diritti Umani[7] vicina alla Open Society Foundations (l’associazione di Lana fa parte della sorosiana FIDH[8] e ha contribuito a creare il sorosiano Consiglio Italiano per i Rifugiati[9]). Questa non è l’unica petizione congiunta lanciata da Vittorio Longhi e Padre Mussie Zerai; alcune sono state sostenute anche da Huffington Post, giusto per inquadrare la rilevanza data agli oppositori del Presidente eritreo dai mainstream media italiani.

Fa riflettere anche quanto scritto sul sito ufficiale di Progressi[10], l’organizzazione fondata da Vittorio Longhi: “Progressi non è solo un sito di petizioni online, ma coordina e sostiene gruppi locali di attivisti che vogliono fare pressione sulle istituzioni affinché la loro voce sia ascoltata e siano date risposte chiare”; per questo ci chiediamo: Longhi avrà fatto pressioni anche sulla fidanzata Boldrini (terza carica istituzionale italiana) per quanto concerne l’incontro a Montecitorio con Zerai?
Emblematica è anche l’audizione di Vittorio Longhi e Padre Mussie Zerai del 2015 in “Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza e di identificazione, nonché sulle condizioni di trattenimento dei migranti nei centri di accoglienza, nei centri di accoglienza per richiedenti asilo e nei centri di identificazione ed espulsione[11] presieduta dall’odierno Sottosegretario di Stato al Ministero della Giustizia Gennaro Migliore[12] (di cui parleremo sul Primato Nazionale in edicola a marzo). Su quali basi di neutralità e esperienza sono stati scelti Longhi e Zerai, essendo già nota allora la loro ideologia puramente immigrazionista e anti-Afewerki con cui giustificano l’arrivo di migliaia eritrei in Italia?
Sui richiedenti asilo eritrei si è espresso anche Daniel Wedi Korbaria, commentando i fatti di piazza Indipendenza a Roma dello scorso anno: “A differenza dei mainstream media che ne danno la loro falsa lettura, ecco che cosa sono invece quei ‘rifugiati’ romani. Sono quelli scappati da quella genuina filosofia che è impegnata a ricostruire e difendere il proprio paese devastato da due guerre con gli etiopici. A costoro qualcuno ha promesso una vita facile ed un pascolo più verde. Sono stati fatti arrivare qui attratti, come specchio per le allodole, da tanti soldi subito grazie al welfare del Nord Europa. Non è nella cultura eritrea comportarsi come uno straccione: il vero eritreo ha un altissimo senso della dignità”.
Progressi[13], inoltre, fa parte della piattaforma internazionale Open (Online Progressive Engagement Network)[14] finanziata dalla Open Society Foundations, di cui è membro anche la più famosa Moveon.org (quella di Avaaz per intenderci), creatura voluta da George Soros per influenzare il democratico esito di campagne elettorali e dei referendum.

Chiariti i legami tra l’allora fidanzato di Laura Boldrini, Vittorio Longhi, Padre Mussie Zerai su cui aspettiamo la chiusura delle indagini presso la procura di Trapani, e Open Society Foundations, vorremmo porre una domanda all’ex Presidente della Camera: visto che l’organizzazione Progressi di Longhi ha come mission il fatto di “fare pressione sulle istituzioni” ed è inserita in un circuito chiaramente facente capo a George Soros, di cui conosciamo le ingerenze sui governi nazionali, può negare, senza paura di essere smentita, ogni suo conflitto di interessi nella vicenda, e di aver gestito l’affaire rispettando la sua posizione di terza alta carica dello Stato?
Francesca Totolo
NOTE
[1] L’Eritrea e le ONG: resilienza vs assistenzialismo e i rifugiati di piazza Indipendenza: https://www.lucadonadel.it/eritrea-vs-ong/
[2] Padre Mussie Zerai, le accuse di favoreggiamento all’immigrazione clandestina e Meron Estefanos: https://www.lucadonadel.it/padre-mussie-zerai-le-accuse-di-favoreggiamento-immigrazione-clandestina-e-meron-estefanos/
[3] Alganesh Fessaha: i premi, l’attivismo politico e l’importazione di profughi eritrei: https://www.lucadonadel.it/alganesh-fessaha/
[4] Bechis: nomi e numeri delle coop che si arricchiscono con gli immigrati: http://www.liberoquotidiano.it/news/italia/13226417/bechis-nomi-numeri-coop-fanno-soldi-immigrati-business-accoglienza-.html
[5] Montecitorio. Boldrini incontra una delegazione di rifugiati eritrei: https://www.youtube.com/watch?v=FYGup5_fBYg
[6] Migranti: l’UE non dia soldi alla dittatura eritrea: https://www.change.org/p/migranti-l-ue-non-dia-soldi-alla-dittatura-eritrea-federicamog
[7] UFTDU, networking: https://www.unionedirittiumani.it/networking/
[8] FIDH , supporters: https://www.fidh.org/en/about-us/our-funding/
[9] CIR, Report 2017: http://www.cir-onlus.org/wp-content/uploads/2018/02/Rapporto-attivit%C3%A0-CIR_17.pdf
[10] Progressi, chi siamo: http://www.progressi.org/chisiamo
[11] Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza e di identificazione, nonché sulle condizioni di trattenimento dei migranti nei centri di accoglienza, nei centri di accoglienza per richiedenti asilo e nei centri di identificazione ed espulsione: http://documenti.camera.it/leg17/resoconti/commissioni/stenografici/html/69/audiz2/audizione/2015/12/09/indice_stenografico.0033.html#stenograficoCommissione.tit00010.int00010
[12] Commissione migranti, audizione Don Mussie Zerai e Vittorio Longhi: http://www.camera.it/leg17/1132?shadow_primapagina=5150
[13] Progressi, Lavora con noi: http://www.progressi.org/lavoraconnoi
[14] Open Society Foundations, Expenditures: https://www.opensocietyfoundations.org/sites/default/files/Expenditures%202014.FINAL_.7.2.15_0.pdf
 

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14 comments

più antifascisti in mutande. 16 Febbraio 2018 - 11:00

Giù LA MASCHERA!!!
Eccola la PRESIDENTA…

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Tony 16 Febbraio 2018 - 2:01

….il problema è sempre il solito…Soros….. finché circola liberamente non si risolve…

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Roberto 16 Febbraio 2018 - 3:04

Morto un Soros se ne fa sempre un altro…

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Flavio 16 Febbraio 2018 - 5:11

Fuori dalle palle tutti sti bastardi e la Boldrini via con loro ribelliamoci al regime rosso che abbiamo liberiamo l’Italia da preti cooperative rosse che guadagnano milioni favorendo il cambio etnico e da chi aiuta questi immigrati falsi poveri che manco sanno cosa veramente gli italiani immigrati hanno fatto all’estero per lavorare senza diritti alcuni come invece pretendono questi selvaggi.

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cenzino 16 Febbraio 2018 - 5:51

Ottimo articolo, grazie per queste verità nascoste.

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Taros 16 Febbraio 2018 - 6:58

Boldrini: una professionista del politicamente corretto di prim’ordine

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paolo scattoni 17 Febbraio 2018 - 10:02

Per sapere chi è Isaias Afewerki basta leggere il rapporto sull’Eritrea di Amnesty International.

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Francesca Totolo 17 Febbraio 2018 - 3:26

Paolo Scattoni le ricordo che Amnesty è il “braccio umanitario” di Soros, la ONG in prima linea nell’esportazione della democrazia.

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