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Rom stupratori, monta la rabbia. Venerdì la manifestazione di CasaPound

by Davide Di Stefano
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Roma, 7 nov – Non basta la permanenza in carcere dei due stupratori e il blitz dei Carabinieri questa mattina nel campo nomadi in via di Salone a placare la rabbia dei cittadini romani. Lo stupro delle due 14enni, avvenuto a maggio scorso in zona Collatina a Roma, è una ferita troppo profonda per i residenti che vivono nel quartiere del campo rom di via di Salone, dove abitano Mario Seferovic e Maikon Halilovi, i due nomadi (di etnia sinti per l’esattezza) che secondo gli inquirenti avrebbero stuprato le due ragazze, “con estrema freddezza e determinazione, assoluta mancanza di scrupoli e non comune ferocia verso le vittime”, stando alle dichiarazioni del Gip Costantino De Robbio.

Mario Seferovic, 21 anni, si faceva chiamare “Alessio il sinto” e si vantava per la parentela con il clan Casamonica, avrebbe stuprato le ragazze, mentre Maikon Halilovi si sarebbe limitato a fare da “palo”. La famiglia Seferovic li difende, di origine bosniaca ma con cittadinanza italiana, sono un clan coinvolto nel racket della prostituzione e autori dell’incendio di un camper nel quale sono morte due bambine e una ragazza della famiglia rivale nel maggio scorso.

I residenti tra stupri e roghi tossici non ne possono più e stamattina è comparso anche uno striscione a firma del comitato “Coordinamento d’Azione IV Municipio” con su scritto “Basta roghi! Volete la guerra? Noi siamo pronti!”, che fa capire il livello di esasperazione raggiunto. “Le istituzioni chiamate in causa non danno risposte e quando le danno sono poco credibili. È stato chiesto al ministro Minniti la chiusura immediata dei campi che non sono altro ormai, cosa certa, che luoghi di malaffare dove non c’è controllo né rispetto delle regole che sono alla base della convivenza”, dichiara Fabrizio Montanini, portavoce del Coordinamento.

Venerdì alle 17.30 è prevista una manifestazione di residenti e CasaPound, in via di San Getullo nei pressi del campo. Dal campo di via Salone sono partiti i due bosniaci che hanno legato a un palo in un bosco due ragazze di quattordici anni e le hanno violentate. Sono anni che denunciamo lo stato di degrado della zona, punto di partenza di furti, rapine e atti delinquenziali.Non possono esistere zone franche nella nostra città. Il lassismo del centrodestra e l’incapacità della giunta Raggi non possono essere una scusante: adesso basta! Bisogna agire!”, è la dichiarazione di Mauro Antonini, responsabile di CasaPound nel Lazio.

Davide Romano 

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3 comments

Tony 7 Novembre 2017 - 2:49

…sicuramente, dentro i campi, ci troverete i ”centri a-sociali ”….pronti alla ”resistenza”…

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Remo Balestra 7 Novembre 2017 - 6:53

parole parole parole, cantava Mina , questa è la REALTA’ italica, passare ai fatti duri e puri, in silenzio e discrezione, forse qualcosa potrebbe cambiare!!!!!!!!!!!!

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ANTERO 8 Novembre 2017 - 11:31

Già ..

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