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L’Eurispes si fa filosofo: “Contro la crisi serve un po’ di Nietzsche”

by La Redazione
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nietzscheRoma, 30 gen – La soluzione alla crisi? Per l’Eurispes è… Nietzsche. Il Rapporto Italia 2014, presentato presso la sala conferenze della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, infatti, presenta un incipit insolitamente profondo per quello che è il linguaggio medio delle normali rilevazioni statistiche. “Un fantasma si aggira per il nostro Paese. La sub-cultura del declino e della decadenza, figlia del nichilismo, sembra ormai pervadere le Istituzioni e le coscienze dei nostri concittadini – dichiara il Presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara –. Siamo di fronte al rifiuto sdegnoso per ogni autorità, ad un cinismo spinto al limite della sfrontatezza, allo scetticismo più radicale sulla possibilità di riformare e di modernizzare il sistema politico-istituzionale e quello produttivo, alla incapacità di immaginare il nostro stesso futuro. Così come per Bazarov, personaggio descritto da Ivan Turgenev in Padri e figli, capolavoro della letteratura russa dell’Ottocento, negli ultimi anni si è andata affermando l’idea che niente meriti di essere conservato e che tutto ciò che esiste è degno di perire”.

Cosa propone allora l’Eurispes per uscire dal tunnel? Leggiamo: “L’evoluzione auspicabile in questa fase storica sarebbe quella di distinguere, come proponeva Nietzsche, il ‘nichilismo passivo’ come fattore di decadenza, dal ‘nichilismo attivo’ come principio di vitalità e di capacità di reazione alla decadenza stessa. Allora, piuttosto che alle sirene del declino dovremmo prestare attenzione ai messaggi e ai protagonisti dell’Italia che funziona e che in questi anni di crisi hanno tenuto in piedi il Paese. L’Italia deve cercare di valorizzare gli asset dei quali dispone che sono unici e irripetibili. Cultura, manifattura, turismo e agricoltura sono i pilastri della nostra economia e, insieme, i fattori determinanti per una ricostruzione del ruolo dell’Italia nel mondo. Ma ciò propone l’urgenza di elaborare un progetto, indicare una prospettiva di cambiamento percorribile e ragionevole”.

Giorgio Nigra

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