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Noi e l’Islam: meno Fallaci, più Filippani Ronconi

by La Redazione
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PFRRoma, 19 nov – Nel caotico ribollire di sentimenti suscitati dall’attentato di Parigi a qualcuno forse tornerà in mente il nome di Pio Filippani-Ronconi.

Lo ricordo a un convegno a Napoli, a palazzo Cellammare, mentre spaziava tra i simboli spirituali dell’India e dell’Europa. A un certo punto dovette dire una frase che suonò sgradevole all’orecchio – sensibilissimo – di un giovane guénoniano presente in sala. L’adepto della Tradizione Primordiale si alzò al momento del dibattito e disse: “Professore, ma come può negare quello che Guénon ci ha insegnato, e che cioè l’Islam è una grande Tradizione Regolare?”.

Filippani placò l’interlocutore con una lunga citazione in arabo. Era la islamcitazione di qualche Sura del Corano oppure un bellissimo insulto in lingua desertica? Non lo sapremo mai, ma fu molto chiaro quel che disse dopo: “Figliolo, io non ho detto che l’Islam non è una Tradizione Regolare, ho detto che l’Islam non può essere la via spirituale per il tipo umano europeo”.

La soluzione del problema è tutta qui: consapevolezza che l’Islam esiste, ha la sua specificità, i suoi valori, rivendica i suoi diritti storici e ha tutta la determinazione per voler ribaltare i torti storici che nello scorso secolo ha subito; ma nello stesso tempo orgoglio nel ribadire che esiste una tradizione europea che si snoda attraverso la civiltà greca e romana, passa attraverso il Medio Evo germanico, gotico e il suo sviluppo faustiano, si proietta adesso verso un’aurora di civiltà ad Oriente con l’emergere di un nuovo popolo, quello russo, ben saldo nella propria anima e riluttante nella “sottomissione” a qualsiasi punto cardinale.

Insomma esiste in Europa una storia in fieri, che non finisce qui. Filippani che venerava la Donna con la cortesia di un cavaliere medievale forse avrebbe percepito oggi come due moderne Erinni le contrapposte icone della Fallaci e della Boldrini. Odio di sé e odio dell’altro in opposto estremismo.

La sua venerazione sarebbe andata alla fanciulla Europa, amata da Zeus, che mal si concilia con l’Occidente dominato dalle oligarchie venali o con le filippanimoltitudini prostrate con la testa a terra e i piedi scalzi. All’Islam il professore dedicò saggi di spessore esoterico, raccolti in antologie come l’ Altro Islam, Gnosi ismaelita e regalità iranica.

Nell’Islam “illuminato” Filippani ravvisava il perpetuarsi di una vena d’oro che discendeva dalla Persia indoeuropea, dalle antiche civiltà mesopotamiche. Ricordava che la setta dei Drusi credeva nella reincarnazione, nel pareggio karmico delle azioni e venerava la Divinità “nel cuore”, più che nell’adempimento pedissequo della Legge.

Oggi avrebbe visto di buon occhio le amazzoni Curde che combattono l’Isis o i soldati mussulmani della Siria che riportano la statua di Maria Vergine sulla montagna.

Alfonso Piscitelli

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4 comments

Paolo 19 Novembre 2015 - 2:29

Articolo interessante, e massimo rispetto per Filippani, ma non concordo con le vostre esternazioni di anti-fallacismo – già espresse in altri articoli – che finiscono per mettervi sullo stesso piano di quelli de l’Unità in merito al “Oriana non aveva ragione”. Aldilà se si è d’accordo con gli argomenti della Fallaci – e non tutti mi trovano d’accordo, così come storco il naso sulle sue simpatie cattoliche, a mio avviso comunque puramente strategiche – quella della Fallaci è da apprezzare come la voce indipendente di una donna libera: è una voce aristocratica, che insegna il valore del pensiero individuale contro il pensiero unico e la morale del gregge. Bisogna apprezzare le opere della Fallaci a livello istintuale, ancora prima che contenutistico. L’assetto belligerante della Fallaci è molto simile a quello di Nietzsche nell’Anticristo: stesso tono, stessa volontà di sovvertire i valori dell’uomo comune, stessa provocatorietà, stessa espressione di “volontà di potenza”. O forse molte parti dell’Anticristo non sono configurabili come “odio”? L’odio in sé è un sentimento, un istinto, e ogni istinto non è né positivo né negativo, ma sempre ambivalente. L’odio è l’altra metà dell’amore ed è inseparabile da esso. O forse siete anche voi tra quelli che vogliono condannare le espressioni di “odio”? Mi meraviglio di voi…

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Dario 19 Novembre 2015 - 2:52

La Fallaci era una filo-americana: non diversa dalla Boldrini nel predicare la sottomissione ad uno stile di vita che con l’Europa nulla ha nè può avere in comune.

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annalaura stigliani 19 Novembre 2015 - 6:13

Paolo,
” aldilà ” scritto attaccato come hai fatto tu si usa in funzione di sostantivo maschile, con significato di ‘vita dopo la morte’
” al di là ” con grafia separata, si usa con valore di locuzione avverbiale
Quindi sarebbe stato più corretto nel tuo caso usare la grafia separata.

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Borghese 11 Ottobre 2016 - 9:44

Ultima nostra speranza di salvezza e‘ affidata al capitano Leale martelli.

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