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Bolzano, Bonazza (Cpi): “Siano i cittadini a esporre il tricolore”

by Roberto Derta
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bonazzaBolzano, 22 mag – Cent’anni fa i figli di quell’Italia appena unita nel 1861, partirono da tutta la penisola per posizionarsi lungo i confini a ridosso dalle terre trentine e triestine, occupate dall’Impero austroungarico. Il 24 maggio del 1915, in seguito a numerose manifestazioni, lotte e iniziative volte ad un intervento bellico dell’Italia nella Grande Guerra, per riconquistare le province strappateci, finalmente il Regio Esercito muove contro il nemico occupante che tre anni dopo verrà sconfitto e scacciato dalle terre irredente.

Fino a qui è storia e la conosciamo bene tutti, o quasi… ma c‘è chi, a distanza di un secolo esatto, sostiene che lo Stato italiano dovrebbe vergognarsi per l’entrata in guerra nel ’15 e si rifiuta categoricamente di esporre quella bandiera tricolore nuovamente calpestata da chi continua a non rispettare la nazione. E’ il caso di Ugo Rossi, presidente della regione Trentino alto Adige, che in sintonia con il discusso sindaco di Bolzano uscente, Luigi Spagnolli, esporrà la bandiera italiana a mezz’asta.

Più radicale invece Arno Kompatscher, presidente della provincia autonoma di Bolzano, che in una nota annuncia: “L’inizio di una guerra non è un evento da festeggiare. Per questo motivo mi sembra inappropriato esporre le bandiere nella giornata di domenica e ribadisco che non sarà fatto sugli edifici pubblici di mia competenza”.

“Nella giornata di domenica – prosegue il Presidente – accoglierò invece l’invito ad osservare un minuto di silenzio in memoria di tutte le vittime dell’evento bellico e della distruzione che la guerra sempre porta con sé. Il messaggio è chiaro: ricordiamo un tempo di tragica sofferenza e ci impegniamo affinché eventi del genere non si ripetano”.

Non tarda ad arrivare però anche la ferma risposta della sezione regionale di CasaPound Italia, già in fermento per la manifestazione a Gorizia di domani. Maurizio Puglisi Ghizzi interviene sulla situazione legata alle città di Bolzano e Laives, che proprio domenica 24 affronteranno il ballottaggio comunale: “Quanto sa di atto di sottomissione volto a chiedere voti al mondo di lingua tedesca l’esporre il Tricolore a mezz’asta per i sindaci Pd, Spagnolli e Di Fede. Ricordo a lor signori che ‘l’ordine’ di esposizione arriva dal governo del segretario Pd Renzi… Ma tant’è di fronte ai voti in ballottaggio la lingua e la saliva hanno il sopravvento”.

Mentre Puglisi Ghizzi schernisce la scelta cerchiobottista dei due sindaci uscenti, il coordinatore regionale e neoconsigliere di Cpi Andrea Bonazza, raggiunto in un intervista da Il Primato Nazionale, si scaglia invece contro il presidente della Provincia: “Trovo vomitevole l’ipocrisia di certi personaggi che anziché cogliere l’ennesima occasione per stare in silenzio e rispettare il Sacrificio dei nostri padri, continuano a soffiare su uno scontro etnico di cui nessuno sente il bisogno, se non il suo partito già in caduta libera in quest’ultime elezioni”.

“Ricordo a questi soggetti che fino a ieri mi hanno accusato di revisionismo, fascismo e di essere anticostituzionale, che in questo momento l’unico anticostituzionale è chi rifiuta una direttiva dello Stato di cui fa parte, disprezzando la bandiera che lo rappresenta e mistificando ancora una volta la storia. Forse il signor Kompatscher, a braccetto con altri esponenti della politica sudtirolese, si dimentica che l’Austria-Ungheria, che occupava militarmente svariate terre italiane, la guerra la cominciò per prima invadendo la Serbia già nel 1914, ben un anno prima, quindi, del 24 maggio 1915. E mentre l’Austria-Ungheria inseguiva le sue smanie di grandezza e di conquista europee, l’entrata in guerra dell’Italia fu invece spinta unicamente dal sogno di liberarsi dal giogo austriaco e di unirsi da nord a sud, tornando a sventolare il tricolore sulle terre di Trento e della Venezia Giulia, riconsegnandole finalmente alla Patria. Non ho mai udito nessun ‘mea culpa’ nelle parole di questi politici revanscisti, solo tanto rancore verso una bandiera che ha detta loro li ‘opprime’, pur viziandoli con ogni tipo di concessione politica ed economica e concede loro anche la libertà di parlare o agire contro lo Stato. Lo stesso Stato che gli garantisce profumati stipendi e vitalizi”.

Bonazza, infine, lancia la sua contro-proposta: “In questi giorni i cittadini di Bolzano espongano il tricolore alle finestre. Non contro qualcuno, ma come forma di positivo e doveroso ricordo di quegli italiani che si sono sacrificati nelle trincee per il bene della nazione”.

Roberto Derta

 

 

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sergio 22 Maggio 2015 - 10:40

ricordo a Bonazza, che l’Italia nel 14 faceva parte della Triplice Alleanza e che l’Austria-Ungheria invase la Serbia in seguito all’attentato di Serajevo dove fu assassinato l’arciduca Francesco Ferdinando e la consorte. L’Impero austro-ungarico non aveva mire espansionistiche, fu solo provocato da forze occulte che volevano a tutti i costi la guerra.

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riccardo 23 Maggio 2015 - 10:43

Forse allora Sergio ci può spiegare come mai l’impero austroungarico abbia dichiarato guerra alla Serbia e non alla Bosnia, paese in cui è stato ucciso l’arciduca.
Andrea Bonazza dice bene quando parla di mire espansionistiche austroungariche, in piena contrapposizione all’impero russo.

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sergio 23 Maggio 2015 - 1:56

la Bosnia faceva parte dell’Impero austro-ungarico con l’annessione del 1881, ripristinata nel 1908 in seguito alle mire della Serbia che volevano l’egemonia slava. Furono serbi, i cospiratori che assassinarono l’arciduca e la moglie a Serajevo (anche se dietro di loro c’era la longa manus della massoneria internazionale per provocare l’immane conflitto mondiale), per quello che fu dichiarata guerra alla Serbia.

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