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Svezia: La provocatrice “black” è la nuova eroina di Repubblica e Corriere

by Davide Di Stefano
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162943018-68cf1812-5282-43cd-87d3-52116e618b87Roma, 5 mag – Tra le battaglie per i diritti degli afro americani di qualche decennio fa e la foto della “signora con la borsa” del 1985 contro gli “skinheads” di “Nordic Reich”, i paragoni scomodati sono di un certo peso. Tess Asplund, 42 enne di colore è “il nuovo simbolo del coraggio al femminile” (in Svezia e non solo) a detta di Repubblica. Il suo merito è quello di essere passata dall’indignazione all’azione, mostrando il pugno chiuso ad un un corteo del movimento identitario svedese “Nordiska motståndsrörelsen”. La foto è diventata subito virale e la nostra stampa (da sinistra a destra, Il Giornale compreso) non ha perso tempo tempo per enfatizzare la donna “sola contro 300 nazi”.

“Ero così arrabbiata che sono scesa in strada e mi sono messa di fronte a loro. Pensavo: no, il fascismo non può marciare qui, non va bene, non è giusto. Volevo fermare il corteo”. Fatto sta che nessuno dei cattivissimi “neo nazisti” come si evince dalle foto e dai video che circolano ha raccolto la provocazione. E’ intervenuta la polizia e ha allontanato quella che di fatto, senza autorizzazione, ha tentato di provocare una manifestazione regolarmente autorizzata di un movimento legalmente riconosciuto in Svezia. Questa è la realtà dei fatti, ma la connotazione politica dei manifestanti e quella della provocatrice ha subito causato una levata di scudi mediatica a favore della provocatrice. La domanda sorge spontanea: e se la situazione fosse stata inversa come sarebbe andata a finire? Se fosse stato un esponente di “destra”, un identitario, un nazionalista, ad andare a provocare un corteo della sinistra antagonista, cosa sarebbe accaduto?

La risposta è scontata, visto che chi ritiene per partito preso dalla “parte giusta” non avrebbe esitato ad aggredire, in nome dei diritti, quel provocatore. Questa è la lente del pensiero unico, quello che in base a determinate categorie stabilisce se tu sia un provocatore o un eroe. La donna “nera” è chiaramente “debole”, discriminata. I nazionalisti “bianchi” sono chiaramente i cattivi della situazione. Ma è proprio questo tipo di levata di scudi del pensiero dominante in sostegno di Tess Asplund, che invece dimostra come queste categorie siano ormai ribaltate. Non c’è nessun eroismo nel suo gesto perché non c’è nessuna “resistenza da vincere”, non è più lei la categoria discriminata.

Dalla sua parte ci sono il pensiero dominante, le cariche istituzionali, i giornali, le lobbies. Tutti tifano per lei e anche nella contingenza del gesto del pugno chiuso la polizia e il sistema svedese la “tutelano”. Un sistema che ancora legalmente tutela la libertà di espressione e l’esistenza di movimenti identitari che forse non saranno il massimo (personalmente non li conosco, ndr), come il “Nordiska motståndsrörelsen”, ma che hanno il diritto di esprimere e manifestare le loro idee. Probabilmente ancora per poco, fino a quando le Tess Aslund e le Boldrini della situazione ci imporranno per legge (ci siamo quasi) di essere “politicamente corretti”.

Davide Di Stefano

 

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11 comments

benedetto 5 Maggio 2016 - 2:07

Questo articolo è semplicemente delirante

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io 5 Maggio 2016 - 4:17

quale sarebbe la parte delirante, di grazia?

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Paolo 6 Maggio 2016 - 2:56

Anche lei con il pugno chiuso?

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Davide L. 5 Maggio 2016 - 2:09

ma possibile che ogni volta che ci sta una manifestazioni “neo nazisti” la TV dice che non eravamo più di 50 persone e mo che ci sta questa mentecatta avanti a una manifestazione “neo nazisti” sono magicamente quadruplicati i partecipanti!!!! i giornalisti non hanno un bel rapporto con i numeri!!!!

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Alfredo 5 Maggio 2016 - 2:30

Penso che la signora in oggetto se non ci fossero state le telecamere a riprendere il corteo ( sotto scorta della polizia ) avrebbe preso una strada diversa.

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Anonimo 5 Maggio 2016 - 3:48

E infatti il fotografo che ha ripreso questo “magico momento” ha fotografato altre volte la signora.
Esattamente come le foto degli invasori,di fotografi e giornalisti seri se ne contano su una mano mozzata.
E la signora,come dice bene l’articolo,non è altro che la nuova area del pensiero dominante,di eroico non c’è nulla,tolta l’arroganza con cui una non Svedese crede e pensa di poter comandare in quello che non è il suo paese.
La Svezia è un paese che negli ultimi anni fa venire il voltastomaco solo a nominarle,e leggere le notizie provenienti da li,riesco solo a vedere il futuro dell’Italia e dell’Europa tutta.

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Anonimo 5 Maggio 2016 - 2:35

pensa te che testa di cazzo saluto comunsta a pugno chiuso con il braccio destro alzato ma dove vogliamo andareeeeee questa deve ancora capire perche e venuta al mondo…..

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Martino 5 Maggio 2016 - 10:09

Nera?… Io sono nero, lei è negra.

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Carlo 6 Maggio 2016 - 10:12

Lo fece anche Dacia Valent a Roma durante una manifestazione di Meridiano zero negli anni novanta ..insomma non è una novita’ e soprattutto sono cose preparate con i giornalisti prima.Una Femen stavolta negra per fare piu’ colpo sui lobotomizzati.

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Martino 6 Maggio 2016 - 12:42

Dacia Valent adesso è in fondo all’inferno che sbraita contro Odino, che ve l’ha mandata.

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Martino 6 Maggio 2016 - 2:57

A parte tutto, poniamoci un interrogativo serio: vi siete mai chiesti quanto dev’esser nero il buco del culo di una negra?

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