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“Alla Diaz lo stato italiano torturò i manifestanti”

by Roberto Derta
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diazRoma, 7 apr – Lo Stato italiano, 14 anni fa, praticò la tortura. Accadde durante l’irruzione alla scuola Diaz il 21 luglio 2001, nell’ambito del G8 di Genova. A dirlo è la Corte europea dei diritti umani che ha condannato l’Italia per le violenze sui manifestanti ma anche per non aver recepito le direttive Ue sul reato di tortura.

Il tribunale di Strasburgo, nel dettaglio, ha condannato l’Italia per i maltrattamenti subiti da Arnaldo Cestaro, allora 62enne uscito con fratture multiple da quel blitz, dopo essere stato picchiato più volte. Lo Stato dovrà versare a Cestaro un risarcimento di 45 mila euro.

Il blitz avvenne la sera del 21 luglio 2001, tra le ore 22 e mezzanotte, nelle scuole Diaz, Pertini e Pascoli, divenute centro del coordinamento del Genoa Social Forum. Nelle scuole fecero irruzione i Reparti mobili della Polizia di Stato con il supporto operativo di alcuni battaglioni dei Carabinieri.

Furono fermati 93 attivisti e furono portati in ospedale 61 feriti, dei quali 3 in prognosi riservata e uno in coma. Finirono sotto accusa 125 poliziotti, compresi dirigenti e capisquadra, per quello che fu definito un pestaggio da “macelleria messicana” dal vicequestore Michelangelo Fournier.

Nelle ore successive, per tentare di giustificare l’azione, alcuni responsabili delle forze dell’ordine decisero di portare all’interno della scuola Diaz delle bottiglie molotov, trovate in realtà durante gli scontri della giornata e consegnate al generale Valerio Donnini nel pomeriggio, oltre a degli attrezzi da lavoro trovati in un cantiere vicino. L’intento era far passare la Diaz come quartier generale dei “black bloc”.

Roberto Derta

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