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Champions League: il Barça è di un altro mondo, ma la Juve esce a testa alta

by Adriano Scianca
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juveBerlino, 7 giu – Hanno vinto i più forti. Non di una partita, ma del mondo. Il Barcellona delle meraviglie porta a casa meritatamente la sua quinta Champions League, ma la Juventus perde con onore e paradossalmente esce da questa finale con la consapevolezza di essere sul punto di conseguire una maturazione importante anche in chiave europea.

Per la Juve è la sesta finale di Coppa dei Campioni persa, uno sfortunato record europeo, anche se questa fa un po’ storia a sé, si tratta di una partita che ha poco a che vedere con le notti stregate di Atene e Monaco, dove la squadra favorita ne è uscita battuta per una specie di maledizione.

Stavolta è stata una vittoria anche solo arrivarci, sul tetto d’Europa. La geopolitica del calcio è cambiata, in questi ultimi anni, e oggi un’italiana in finale con una spagnola fa la figura dell’outsider, della Cenerentola. Tale comunque non si è voluta sentire la Juve, che si è imposta anche mentalmente, nelle dichiarazioni della vigilia, di pensarsi alla pari con il Barcellona. Non era vero, ma si trattava di non entrare in campo già sconfitti.

Il 3-1 finale è probabilmente bugiardo, e infatti arriva all’ultimo secondo, ma la partita è stata tesa e tirata, come si conviene a una finale. La differenza l’hanno fatta i tre davanti: Messi, Suarez e Neymar, sorretti da un centrocampo stellare.

Quando attacca, il Barcellona è impressionante. Vedasi il primo gol, dopo soli 3 minuti: una serie di passaggi che sembrano usciti da uno schema provato in allenamento, senza avversari. In difesa, invece, la squadra di Luis Enrique torna umana, e infatti quando attacca la Juve capisce di poter far male. Il problema è portarcelo, il pallone, nella loro metà campo.

Per dieci minuti, dopo l’1-1 firmato Morata e nato da una magia di Marchisio, la Juve gioca persino meglio: segno che oltre alla differenza tecnica a pesare era anche una certa dose di soggezione mentale. Sgombrato il campo dalla paura, la Juve si fa più arrembante e il Barcellona, incredibilmente, soffre. Ci sarebbe anche un rigore non fischiato su Pogba, ma subito dopo arriva il gol di Suarez che brucia le speranze bianconere, anche se gran parte del merito sulla rete è di un fantastico Messi a cui è mancato solo di segnare.

La Juve accusa il colpo ma non molla. I catalani non si scompongono e a tempo quasi scaduto riescono a trovare la strada per il terzo gol, con Neymar. Vincono, meritatamente, i blaugrana.

Il tempo di rientrare a Torino e godersi il calore dei tifosi, che certo non possono lamentarsi per un’annata comunque straordinaria, ed è già ora di guardare avanti. In casa bianconera il futuro si chiama Dybala e Kedhira. Due acquisti importanti, che nelle intenzioni di società e tifosi dovranno riportare la società a vincere anche in Europa.

Adriano Scianca

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