Roma, 24 ago – Innanzitutto va distinto il cospirazionismo dai singoli complotti, storicamente sempre esistiti.
Al contrario di questi ultimi, circoscritti nel tempo e nello spazio, il cospirazionismo pretende di essere una vera e propria ‘teoria’ capace di spiegare l’intero corso della storia, così da rintracciare il filo rosso che collegherebbe tra loro tutta una serie di avvenimenti apparentemente tra loro slegati.
Ora, è evidente che una tale teoria non può non incentrarsi su di una causa o su di un attore metastorici, proprio perché solo facendo ricorso ad una spiegazione metastorica sarà possibile dar conto di processi plurisecolari, letti e interpretati, ed è il punto decisivo, in chiave compattamente unitaria.
In altre parole, la necessità di ridurre o drasticamente rimuovere l’imprevedibilità della storia, e al contempo di fornirne una rassicurante spiegazione che ne colga il senso ultimo e complessivo, tipica delle teorie cospirazioniste, va di pari passo con l’individuazione del grande regista metastorico che muoverebbe le fila degli eventi scavalcando i secoli.
In tal modo si mette in atto quella che, prendendo a prestito un’espressione di Ernesto De Martino, può essere chiamata una destorificazione del divenire, essendo quest’ultimo appunto sottratto alle sue caratteristiche più ‘inquietanti’ (contingenza, libertà, imprevedibilità), per essere consegnato ad una spiegazione intemporale e consolatoria, dove tutto è opera di una sola ‘fonte’, inevitabilmente smascherata dal dottrinario cospirazionista.
Ma si dà il caso che una organica teoria cospirazionista in grado di fungere da paradigma esplicativo del reale abbia fatto la sua prima comparsa con la caccia alle streghe, intese, queste ultime, come strumenti di un complotto diabolico (cfr. G. Barberis, L’ossessione del complotto tra rivoluzione e terrore, nel testo a cura di S. Forti e M. Revelli, Paranoia e politica, Bollati Boringhieri, Torino 2007, p. 59 nota 5).
La cosa non stupisce, dato che “il diavolo può essere considerato il modello originario del cospiratore” (ibid.), che ovviamente potrà poi essere sostituito da altre figure di cospiratori (ma sempre ‘diabolici’), quali l’ebreo o il massone, e via dicendo.
Di conseguenza, il cospirazionismo discende, genealogicamente, dal cristianesimo, tant’è vero che anche in ambiti ‘laici’ se ne ritrova la presenza.
Due esempi al riguardo, per chiudere queste brevi note: secondo Michele Battini l’anticapitalismo antiebraico, spesso attraversato da pulsioni cospirazioniste, di socialisti quali Fourier, Proudhon e Toussenel avrebbe una radice cattolica, rintracciabile innanzitutto nell’opera Sur les juifs di Bonald (cfr. M. Battini, Il socialismo degli imbecilli. Propaganda, falsificazione, persecuzione degli ebrei, Bollati Boringhieri, Torino 2010, pp. 4-65); in relazione ai Protocolli dei savi anziani di Sion, è stato Cesare De Michelis a sottolineare la loro “sostanziale inclinazione filocattolica” (C.G. De Michelis, Il manoscritto inesistente. I “Protocolli dei savi di Sion”: un apocrifo del XX secolo, Marsilio, Venezia 1998, p. 240).
Giovanni Damiano
Brevissima genealogia del cospirazionismo
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3 comments
cosa si vorrebbe dire con questo articolo, che ‘La guerra occulta’, ‘i protocolli dei savi anziani di sion’ sarebbero dei falsi storici?
I protocolli sono un falso storico. La ‘Guerra occulta’ ovviamente non può essere un ‘falso storico’ perché è dichiaratamente un’opera scritta da Malynski e De Poncins. Nel caso quindi della “Guerra occulta” si tratta di criticarne l’impostazione e la tesi di fondo.
Cospirazionismo detto anche presenzialismo (TV caposcuola Mauro Fortini).