Roma, 9 nov – Santiago Calatrava ĆØ noto a tutto il mondo per le opere che ha realizzato nel corso degli anni. Il celebre architetto spagnolo, laureato in Architettura a Valencia ed Ingegneria Civile a Zurigo, ĆØ infatti autore di costruzioni di altissimo livello in tutto il mondo, anche nella nostra Nazione. Basti pensare al Ponte della Costituzione, il quarto che attraversa Canal Grande a Venezia, oppure la stazione ferroviaria di Reggio Emilia ad alta velocitĆ che collega Milano e Bologna. Tra le opere più significative nel mondo invece vale la pena segnalare la recente stazione metropolitana del World Trade Center a New York, inaugurata il 3 marzo del 2016, la CittĆ delle Arti e delle Scienze di Valencia ed infine lāAuditorio di Tenerife.
Lāarchitetto spagnolo può insomma vantare un curriculum di tutto rispetto che ne conferisce una significativa dose di competenza nel suo ambito. Tuttavia la sua figura ĆØ stata soggetta anche di alcune controversie riguardante i costi esorbitanti dei suoi progetti e della lentezza con la quale questi vengono compiuti. Un famoso esempio riguarda proprio la nostra capitale, quando nel 2007 fu incaricato di realizzare a Roma la CittĆ dello Sport nellāarea adiacente allāUniversitĆ di Tor Vergata, come ben sappiamo il complesso sportivo polifunzionale non ĆØ stato portato a termine.
Nel corso di una breve intervista, Caratrava, parla di sĆ© al quotidiano dellāANSA, in occasione della sua partecipazione al ciclo di incontri āI giovedƬ della Villaā tenuti presso Villa Medici. Lāarchitetto rilascia diverse dichiarazioni, sottolineando lāimportanza che Roma ha avuto per la sua formazione: āRoma mi ha dato tanto. Non c’ĆØ posto dove io abbia imparato di più” aggiungendo, riferendosi alla Cappella Sistina, che āl’architettura accompagna la pittura. Nel Giudizio Universale di Michelangelo sono i personaggi che guardano noi, non il contrario. Lo strumento di lavoro dell’architetto ĆØ l’occhio, per vedere, giudicare la misura giusta. Se Michelangelo non avesse avuto le braccia avrebbe potuto essere il grande architetto che eraā.
A tal proposito esprime una propria visione dellāarchitettura e di conseguenza dellāarte: āUn artista in un quadro può dire cose con grande evidenza e chiarezza, esattamente come un poeta. Accade anche con il lavoro, modesto, di un architetto. L’architettura dipende dalle membra dell’uomo. E’ un contatto intimo con gli spazi che sono a nostra misura, proprio come i vestitiā.
In occasione dellāintervista risponde a tono anche al New Yorker, sottolineandone la velleitĆ sconsiderata della denuncia alle opere fasciste da parte del quotidiano americano: āL’Architettura ĆØ consapevole che le opere ci sopravvivono e restano testimoni di noi e del nostro tempo. Anche gli angoli più scialbi e anonimi. Ć una grande responsabilitĆ . Eliminare gli edifici fascisti a Roma? Sbaglianoā e aggiunge āPenso al palazzo delle Poste di Adalberto Libera a Testaccio, un capolavoro della memoria. O all’edificio a cubo all’Eur. Sono stati progettati da bravissimi architetti. Guai a buttarli giùā.
Caro Santiago, la damnatio memoriae che lāarte fascista sta vivendo ĆØ soggetta allāodio e la paura nei confronti di una idea che dopo quasi 100 anni dalla sua nascita non ĆØ ancora morta nellāanimo del popolo italiano. Lāodio, che si scatena di fronte la testimonianza di un periodo intimamente legato alla storia della Nazione, ĆØ causa un complesso di inferioritĆ di fronte gli edifici fascisti. Ben si comprende la paura, che scatena questa accanita avversione alla storia e lāarte di quel periodo, quando si analizza una classe politica che non ĆØ riuscita a costruire nulla in 72 anni. āØDemolire e storpiare unāidea e la testimonianza di ciò che ha lasciato, a distanza di 80 anni, ĆØ più facile, più comodo ed immediato. Costruire qualcosa basato sul nulla ideologico e politico ĆØ praticamente impossibile.
Davide D’Anselmi
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La Storia NON si cancella ! W I D S !