Orban contro SorosBudapest, 12 gen – Viktor Orbàn è pronto a seguire l’esempio di Vladimir Putin e potrebbe decidere a breve di espellere dall’Ungheria le Ong legate a George Soros. Secondo Szilard Nemeth, vicepresidente di Fidesz (l’unione civica ungherese, il partito i governo di Orbàn) le organizzazioni di Soros sono “al servizio del capitalismo globale e contro i governi nazionali“. In una intervista alla HirTv, Nemeth non lascia spazio a dubbi: “devono essere allontanate con tutti i mezzi possibili, vanno spazzate via ora che le condizioni internazionali sono favorevoli”. Il chiaro riferimento è all’elezione a presidente Usa di Donald Trump, da sempre considerato ostile alle attività di Soros. Tanto che il finanziere di origine ungherese ha apertamente appoggiato la campagna di Hillary Clinton. Trump in un video elettorale arrivò addirittura a definire Soros un rappresentante del potere corrotto delle élite e nemico della nuova America.

Lo scontro tra Orbàn e Soros non è certo una novità. Il premier ungherese accusa infatti il finanziere di provare a destabilizzare l’Ungheria (e in generale l’est Europa), attraverso le sue organizzazioni civili attive nel paese. Lo disse chiaramente in un discorso del luglio 2014: “si tratta di attivisti politici pagati da specifici gruppi di interesse stranieri; perciò è difficile credere che queste organizzazioni abbiano scopi sociali, è molto più realistico che vogliano utilizzare questi strumenti per influenzare la vita politica ungherese. Queste non sono organizzazioni non governative che si oppongono a noi ma attivisti politici pagati che tentano di far valere interessi stranieri in Ungheria“.

Numericamente le Ong legate alla Open Society di Soros sono circa 60. Alcune, come la Hungarian Civilis Liberties Union sono totalmente finanziate dal finanziere, altre ricevono contributi anche da Ue e Onu. Al momento il governo ungherese potrebbe procedere con l’applicazione di restrizioni sulle normative inerenti i bilanci o il patrimonio personale dei rappresentanti delle organizzazioni, con il fine di rendere “trasparente” il flusso di finanziamenti ricevuti da queste Ong. Un primo passo per arrivare poi a “spazzare via” le Ong di Soros come annunciato dal vicepresidente del partito di Orban. Dal premier ungherese un altro esempio di cosa voglia dire perseguire una politica volta alla difesa della sovranità nazionale. Una guerra aperta contro chi, per dirla con le parole dello stesso Orbàn, “ha cercato di colonizzare l’Europa centrale”. E non solo.

Davide Romano

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3 Commenti

  1. Non basta cacciarlo, bisogna ucciderlo. Ma non prima di averlo fatto cantare. Possibilmente sotto tortura.

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