Roma, 28 nov – La notizia non è che di qualche giorno fa ma il polverone mediatico che sta montando, nel mondo del cosiddetto “indie” italiano non accenna ad arrestarsi. Lo scorso 20 Novembre con un post pubblico su Facebook, Federico Fiumani, leader della band fiorentina, pioniera della new wave “Diaframma”, ha annunciato che non avrebbe partecipato alla data alla fine di aprile del Festival di musica indipendente “Supernova” (che si tiene nella città di Genova) perché, testuali parole “io non suono nei Festival organizzati da gente che picchia le donne, le manda all’ospedale, le tiene segregate in casa per due giorni, gli spegne sigarette in faccia e le aggredisce per strada”. Poco dopo specifica che il festival è a Genova, e che la sua data è da ritenersi, per parte sua, annullata.

Il Fiumani, nello stesso post, annuncia anche che la sua maggior preoccupazione, d’ora in poi, è di far sapere a tutti i colleghi musicisti, le società di booking et similia di che personaggio si parli poiché, sempre usando le sue parole “se ci suonate sapendo che razza di merda è l’organizzatore, avrete tutto il mio disprezzo”. Lode dunque all’integrità morale ed artistica di Federico Fiumani. Alla sua denuncia pubblica (in cui, peraltro, notizia la sua fanbase che suddetto organizzatore è anche gestore della casa editrice Habanero, anch’essa utilizzata a fini di ricatto sessuale nei confronti di giovani scrittrici) sono seguite una serie di defezioni dal suddetto festival di musica indipendente.

Altri artisti, come Le Luci della Centrale Elettrica, hanno già annunciato la cancellazione delle loro date. Fiumani rincara la dose, dicendo che non ha problemi a pagare una penale per rinunciare a tale evento. Si parla già, dunque, caso Weinstein “all’italiana”. Ma chi è l’accusato? Emanuele Podestà, editore di Habanero Edizioni ed organizzatore del Supernova Festival, attualmente non ha in piedi procedimenti penali, salvo due querele e conseguenti indagini, che non hanno poi trovato seguito in denunce. A quanto pare, tuttavia, l’intera città di Genova (e non solo) era al corrente dei suoi metodi di coercizione di giovani donne: alcune di loro, sotto pseudonimo, hanno anche pubblicato screenshot di conversazioni in cui, in cambio della pubblicazione di un loro manoscritto, si sarebbero dovute cimentare in determinate pratiche sessuali.

Prevedibilmente, come ormai è di regola nel mondo moderno, è scattato l’hashtag #tuttisapevano sulle maggiori piattaforme social. Ma se tutti sapevano, viene sempre da chiedersi, perché nessuno ha parlato? Il Podestà, per quanto ne sappiamo, non è un potente produttore di Hollywood in grado di incenerire con uno schiocco di dita intere carriere. Non è neanche un De Laurentiis, volendo cercare un equivalente nostrano. L’abuso di potere che conduce a ricattare la parte femminile della nostra società, come possiamo dunque evincere, non deriva da un sistema capitalista malato: è nella natura dell’uomo.

Persino in un ambiente politically correct, aperto e a la page come quello dell’indie italiano si innescano le medesime dinamiche. Colpevolizzare le vittime di simili offerte di “scambio” non è corretto, siamo d’accordo. Bisogna trovarsi nei panni di una giovane scrittrice ingenua per criticarne le reazioni. Ma gli uomini che, pur sapendo, hanno taciuto, e non sono sorti in difesa delle loro amiche e compagne, anche loro #tuttisapevano? Il machismo italiano si riduce ad un hashtag? Ora che #tuttisanno, grazie al coraggio e al carisma di Federico Fiumani, speriamo che anche questo caso non si riduca ad una moda passeggera, in una bolla di sapone.

Ilaria Paoletti

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1 commento

  1. se c’è qualcosa di vero in quel che dicono,
    poerchè non denunciano?
    a casa mia è così che agiscono,le persone corrette.
    NON utilizzano la grancassa mediatica
    per spalare merda addosso alla gente,
    specialmente senza alcuna prova.
    comunque…
    cose come queste diventano un colossale autogoal
    per il genere femminile,
    perchè gli uomini ad un certo punto si svegliano,e
    prendono atto che ad ogni interazione con loro si espongono
    (magari dopo decenni,come capita spesso)
    a questo tipo di cose,senza alcuna prova nè diritto di difesa:
    (perchè da un’accusa in tribunale ti puoi difendere,ma contro la vox populi come fai?)
    e come va a finire?
    che riducono i loro contatti con coloro che possono danneggiarli…
    al meno possibile.
    quindi
    gli imprenditori tenderanno ad assumere sempre meno personale femminile, per evitare problemi di gestione del personale (accuse di stalking,mobbing,sessismo…o palate di merda future)
    i medici saranno sempre in due o tre quando la paziente è una donna (e tanti saluti alla privacy,anche in caso di problemi imbarazzanti)
    e molti uomini (io compreso)cominceranno a difendersi…per esempio rifiutando matrimoni o convivenze,
    registrando ogni loro conversazione con le donne per evitare problemi futuri,
    scaricando alla prima discussione animata,
    girandosi dall’altra parte quando una donna, qualsiasi donna avra bisogno di aiuto:
    già adesso si cominciano a vedere questi cambiamenti…
    quella dei medici e degli imprenditori l’ho già notata da parecchio,
    ma si comincia a vedere anche che in ascensore molti uomini chiudono la porta per salire da soli,
    lasciando al piano le donne in arrivo….
    e anche uomini che non si fermano ad aiutare per strada,quando c’è coinvolta una donna:
    dal cambiare una ruota,ad un guasto..perfino per incidenti e liti,spesso si limitano a chiamare
    la polizia.
    per non parlare dei matrimoni,che sono in meritata agonia…
    e delle convivenze,che da quando sono state di fatto equiparate ad un matrimonio stanno precipitando pure quelle.
    quello di cui molti non si rendono conto,è che
    a forza di chiamar merda…di spalar merda,fa a finire tutto in merda:
    e quando ci siamo dentro,hai voglia a dire che tu non c’entri…
    sempre immerso nella merda,sei.

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