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Addio al Risiko, ormai perdiamo la guerra anche quando giochiamo

by Francesco Pezzuto
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risiko-giocoMilano, 28 gen – Se avete trascorso notti insonni studiando strategie militari vincenti, se avete serbato il vostro obiettivo finale più del segreto inconfessabile rilevato da un amico, se avete iniziato a litigare prima ancora dell’inizio del gioco per scegliere il colore delle vostre armate e avete sfoderato spedizioni punitive dalla Kamchatka, oggi per voi è un giorno triste. Il Risiko, il gioco da tavolo più celebre insieme al Monopoli, lascia l’Italia e vola in Canada.

La Editrice Giochi, proprietaria dei diritti e distributrice del gioco, ha abbandonato il tricolore per passare sotto le insegne della foglia di acero. La società è stata rilevata dalla Spin Master, multinazionale di Toronto con un fatturato di oltre 700milioni di dollari. Al momento non sono stati svelati i dettagli dell’accordo e il costo dell’operazione che dovrebbe essere conclusa entro la fine di febbraio.

La Editrice Giochi venne fondata nel 1936 dal traduttore e giornalista lombardo Emilio Ceretti. L’obiettivo iniziale era quello di portare in Italia il Monopoly, gioco già famoso all’epoca negli Stati Uniti. Ceretti condivise l’idea con alcuni amici imprenditori, dando avvio alla creazione di una società destinata a incidere sulle abitudini degli italiani. Nel corso degli anni la EG ha accompagnato lo sviluppo della televisione italiana, portando dallo schermo alle tavole i giochi a quiz più celebri, da Rischiatutto a Scommettiamo?

Tra le produzioni più celebri, oltre al Risiko e al Monopoli, troviamo Scarabeo, Cluedo e, negli ultimi anni, Dungeons and Dragons, L’Eredità e X Factor. Termina, con questa acquisizione, la storia di un’azienda testimone del genio e delle capacità imprenditoriali italiane. Negli anni ’30 compravamo dagli americani e producevamo in Italia, oggi avviene il contrario e la colonizzazione economica e culturale avanza inesorabilmente.

Francesco Pezzuto

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