Bologna, 28 giu – Un blitz in piena regola, quello condotto questa mattina dal centro sociale Hobo nella redazione bolognese del quotidiano Repubblica. Alcuni esponenti del collettivo sono entrati nello stabile che ospita i redattori, accusandoli di fare informazione di parte e di essere al servizio del Partito Democratico.
“Questa mattina siamo stati nella sede di Repubblica Bologna per dire che è il giornale del regime, l’house organ del democraticismo e del PD. Repubblica, infatti, non ha mosso un dito quando Renzi approvava il Job’s Act, non ha mosso un dito quando emanava la Buona Scuola e l’alternanza Scuola-Lavoro, ha taciuto quando il decreto Salvabanche espropriava i risparmi di migliaia di famiglie e Minniti creava dei veri e propri lager in Libia. Anzi, in tutte le occasioni si è schierata senza batter ciglio a difesa del partito di Renzi”, si legge in un delirante post su facebook con il quale Hobo rivendica l’azione.


Così come sono entrati, i membri del centro sociale sono poi usciti. Un’azione che ricorda quella condotta dallo stesso Hobo non più tardi del gennaio di quest’anno ai danni di un circolo del Pd. E che, almeno nelle modalità, è identica a quanto accaduto a Como quando il Veneto Fronte Skinheads entrò nella sede di alcune associazioni pro-immigrati, lesse un proclama e, senza spostare neanche una penna, tolse il disturbo. In quell’occasione, tuttavia, la mobilitazione fu totale: urla scomposte al “revanscismo fascista”, la Boldrini contrita in prima fila alla manifestazione che ne seguì, richieste di ripristinare l’ordine pubblico e chi più ne ha più ne metta.
A questo giro invece, nonostante la pressoché totale – se non ovviamente per il messaggio – sovrapponibilità delle vicende, il silenzio è unanime. A parecchie ore dai fatti, nemmeno i diretti interessati – vale a dire Repubblica, sia nella sua edizione nazionale che in quella locale – sembrano voler dar conto della vicenda. La democrazia non sembra insomma in pericolo. Così come non lo era per i fatti di Como. Ma si sa, se mettiamo in un’equazione le parole “centri sociali” e “Bologna” il risultato è un perverso intreccio di relazioni politico-affaristiche che vedono i primi legati a doppio filo proprio a quel Pd che tanto contestano.
Nicola Mattei

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4 Commenti

  1. Oddio a sinistra fanno i pagliacci tra comunistelli e comunistoidi……..le latrine sono sempre latrine……..auguroni.

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