Roma, 10 apr – La risposta della Raggi alle proteste e alle barricate dei quartieri popolari di Torre Maura, Casal Bruciato e oggi di Casalotti – dove ricordiamo, gli abitanti dei quartieri aiutati da CasaPound Italia si sono mobilitati per impedire il trasferimento di decine di rom in un centro di accoglienza e negli alloggi popolari – avrebbe del comico, se non fosse una potenziale bomba sociale pronta a esploderle tra le mani. In piena situazione di emergenza, l’amministrazione Raggi ha ben pensato di chiudere il campo dei roghi tossici di Torrevecchia, in via Cesare Lombroso. L’Ufficio speciale del Comune sta chiamando gli ospiti del campo per offrire loro il bonus-affitti: «Vi diamo i soldi per pagarvi una casa, qui smantelliamo». Una prospettiva questa, che ha messo in agitazione i 150 residenti del campo, che si ritroveranno per metà strada a vagare senza una sistemazione, con tutti i problemi di ordine pubblico che essi comportano, e per metà in graduatoria negli alloggi popolari in quartieri dove nessun romano gradisce a loro presenza. Bella mossa. A questo si aggiunge il fatto che la promessa del bonus affitti di 800 euro al mese proposto finora a chi è stato allontanato da campi, non ha sortito l’effetto sperato: nessun proprietario è disposto ad affittare casa “fidandosi” della garanzia del Comune, tantomeno ai rom.
L’Opera Nomadi
Sulla vicenda l’Opera Nomadi non ha dubbi a riguardo: «Fermare il piano di superamento dei campi rom fino a quando non saranno trovate soluzioni abitative certe», ha richiesto l’associazione alla parlamentare Pd Patrizia Prestipino, parlamentare del Pd che ha promesso di occuparsi del caso. «Non si può andare avanti senza prospettive certe – prosegue Massimo Converso dell’Opera Nomadi – noi mettiamo sul banco un’altra proposta, quella di intervenire migliorando le condizioni di abitabilità nei campi cresciuti demograficamente, dove dagli anni 90 a oggi, gli stessi container sono abitati dai padri che sono diventati nonni, se non bisnonni nel frattempo. Dove c’è lo spazio, intanto, chiediamo di raddoppiare quei moduli, in media trenta metri quadrati dove ora vivono in media 12 persone e con un solo bagno a disposizione. Il Campidoglio deve prendere atto che le misure messe sul tavolo fino a oggi sono un fallimento». Ampliamento dei campi e miglioramento delle condizioni di vita, a spese dell’amministrazione ovviamente. Cioè nostre.
Graduatorie
Ma che dire della condizione di illegalità permanente all’interno dei suddetti campi? A Torrevecchia, ad esempio, i residenti del quartiere non ce la fanno più: «I rom prendono i soldi per fare scaricare calcinacci e ferro, poi bruciano tutto». Da lì i roghi tossici che giornalmente impestano l’aria della zona. Ora si attendono le pubblicazioni delle graduatorie degli alloggi popolari di Roma, a giugno e a gennaio dell’anno prossimo: altre 50 famiglie rom sarebbero teoricamente in possesso dei requisiti per entrare in un appartamento. Chissà se i cittadini italiani dei quartieri abbandonati dall’amministrazione Raggi la pensano allo stesso modo.
Cristina Gauri
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