Roma, 2 dic — La Dad non s’ha da fare, e per scongiurare il rischio verrà attivato anche l’esercito: è l’imperativo che da ieri risuona nelle stanze della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Dopo la revoca, avvenuta in meno di 24 ore, della nuova circolare sulla quarantena a scuola che prevedeva l’entrata in didattica a distanza con un solo contagiato in classe, si passa — letteralmente — all’artiglieria pesante: palazzo Chigi, preso atto della disponibilità manifestata dalla Struttura Commissariale, ha dato mandato al Generale Francesco Paolo Figliuolo di predisporre un programma di monitoraggio Covid, specifico per le scuole di ogni ordine e grado. Ci si avvarrà delle risorse fornite dall’esercito italiano per incrementare la rapidità della verifica di eventuali casi di infezione per circoscrivere i focolai e, soprattutto, agevolare il ritorno dell’attività didattica in presenza. Se all’insorgere di una caso positivo in classe tutti gli alunni risultano negativi, si può rientrare a scuola e non scatta la Dad.

Draghi manda l’esercito a casa degli studenti per monitorare il Covid 

Sarà quindi compito del Ministro della Difesa Lorenzo Guerini, in sinergia con il Comando Operativo di Vertice Interforze (COVI), rendere disponibili gli assetti dell’Esercito: in particolare, della rete degli 11 laboratori di biologia molecolare della Difesa già presenti in 8 Regioni, destinati a formulare i referti dei tamponi molecolari effettuati «porta a porta» dai team mobili militari che si recheranno nelle case degli studenti interessati al tracciamento.

Le amministrazioni locali annaspano

L’esercito che bussa alla porta di casa, quindi, per verificare che bambini e adolescenti non siano positivi al Covid. L’elefantiaca operazione sarebbe stata pianificata principalmente per andare incontro alle esigenze delle amministrazioni locali, le quali avevano fatto sapere al ministero della Salute di non essere più in grado di rispettare le regole sulle scuole. L’assessore alla Salute del Lazio, Alessio D’Amato, crede nella buona uscita del programma, «Ma ci devono dare persone, medici e infermieri. I laboratori li abbiamo già e possono fare tantissimi esami. Sono utili invece professionisti che facciano i prelievi».

Ad oggi, le classi in Dad sull’intero territorio nazionale risulterebbero essere il 2,6% delle classi delle elementari e medie e l’1,4% delle superiori. Il nuovo protocollo, siglato a inizio novembre, prevede che lo studente si sottoponga a un tampone da effettuare il prima possibile dal momento in cui è stato informato della positività del compagno. Se il risultato è negativo si può già rientrare a scuola. Un secondo tampone verrà effettuato dopo altri cinque giorni. Ma la trafila dei tamponi rapidi, con lo scattare dell’obbligo di green pass per poter lavorare, è risultata più difficile del previsto. Ecco quindi la richiesta di intervento dell’esercito italiano.

Cristina Gauri

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Classe 1977, nata nella città dei Mille e cresciuta ai piedi della Val Brembana, dell’identità orobica ha preso il meglio e il peggio. Ex musicista elettronica, ha passato metà della sua vita a fare cazzate negli ambienti malsani delle sottoculture, vera scuola di vita da cui è uscita con la consapevolezza che guarire dall’egemonia culturale della sinistra, soprattutto in ambito giovanile, è un dovere morale, e non cessa mai di ricordarlo quando scrive. Ha fatto uscire due dischi cacofonici e prima di diventare giornalista pubblicista è stata social media manager in tempi assai «pionieri» per un noto quotidiano sabaudo. Scrive di tutto quello che la fa arrabbiare, compresi i tic e le idiozie della sua stessa area politica.

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