Roma, 29 apr – È già stata ampiamente documentato quanto Greta Thunberg, sedicenne ambientalista svedese, non sia un “fenomeno” mediatico spontaneo. Le sue treccine sono il classico e rassicurante marchio nella “propaganda di regime”, che si è emancipata in proficue campagne di marketing.

Ormai è noto l’entourage di adulti che si sta arricchendo o avvantaggiando, sfruttando l’immagine della ragazzina:

  • Ingmar Rentzhog, semisconosciuto fondatore nel settembre 2017 di We don’t have time, startup creata alla scopo di promuovere il lancio di un nuovo social network finalizzato a sensibilizzare l’opinione pubblica sul clima, e che punta a raccogliere in breve tempo 100 milioni di iscritti. L’imprenditore svedese ha raccolto circa 1 milione di euro per la campagna #WeDontHaveTime, usando come “strumento di propaganda” Greta Thunberg.

  • Malena Ernman, madre di Greta e celebre cantante, ha così potuto lanciare internazionalmente il suo nuovo libro Scener ur hjärtat, grazie alla risonanza mediatica della figlia. Nel frattempo, la parte restante della famiglia Thunberg (padre e sorella) ha scritto e pubblicato “La nostra casa è in fiamme. La nostra battaglia contro il cambiamento climatico”.

  • Beata Ernman, sorella di Greta, è riuscita a promuovere la sua recentissima carriera canora a livello mondiale.

  • L’establishment europeo e italiano, che ospitando la ragazzina ad ogni evento e manifestazione, sta spostando l’attenzione dai reali problemi della società, in vista delle elezioni europee di maggio.

Ovviamente non poteva mancare lo zampino dell’élite mondialista. L’organizzatrice delle manifestazioni di Greta Thunberg, Fridays For Future, è Luisa-Marie Neubauer, ambientalista tedesca nominata “Ambasciatrice della Gioventù” di ONE Foundation.

La fondazione è stata creata dal leader degli U2, Bono Vox, presente con Greta, al World Economic Forum di Davos del gennaio scorso.

Come ogni organizzazione che si occupa delle cause predilette dal mondialismo, ONE Foundation è finanziata dai soliti noti: tra questi, la Bill and Melinda Gates Foundation, l’Omidyar Network del patron di eBay, e ovviamente lo speculatore George Soros, tramite la Open Society Foundations e l’Open Society Policy Center. (https://www.one.org/us/about/financials/)

E i politici italiani ballano e cantano in piazza, teleguidati dai promotori della “società aperta”, strumentalizzando una ragazzina con la sindrome di Asperger e indottrinando migliaia di studenti decisamente male informati. E Laura Boldrini non poteva che essere in prima fila.

 

Francesca Totolo

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21 Commenti

  1. Complimenti per aver tracciato questi flussi con perizia e celerità, bravi davvero!

    Saluti.

    TheTruthSeeker

  2. Io vivo in Svezia da più di 10 anni e Greta la seguo da quando ha iniziato lo sciopero l’anno scorso prima delle elezioni nazionali qua lo scorso Settembre. Questo articolo lo definirei una totale “porcata”. Non so chi la paghi per scrivere e pubblicare queste bufalate, mi immagino dei lobbisti legati alle multinazionali del petrolio. Greta sta solamente chiedendo di sentire gli EDUCATI, gli SCIENZIATI. Il motto è UNITI DIETRO ALLA SCIENZA. La catastrofe climatica che è già attuale non risparmierà nessuno, nemmeno lei e i suoi cari. Spero abbia una coscienza da qualche parte e inizi a scrivere articoli per il bene della società invece di queste malignità.

    • Mi può spiegare caro Peppe, quale sarebbe per lei una soluzione SERIA ai problemi ambientali-ecologici?
      Davvero sono gli slogan demagogici di una ragazza sedicenne, che voi idolatrori prendete come oro colato senza nessun ragionamento profondo, anzi reagendo con virulenza a chi pone delle legittime domande sui costi economici e sociali e sulla reale efficacia dei suoi slogan e a chi osa – sacrilegio!- toccare quello che per voi è diventato un sacro oracolo?
      Così giusto per capire, ce lo spieghi a noi “porci” “maligni” “maleducati” “incompetenti”.
      Saluti amico mio.

    • Ecco, bravo. Rimanga in Svezia il paese più “intelligente e progredito” che c’è. E se è in grado documenti le sue affermazioni.

  3. La raffinata scelta del tuo pseudonimo è in pieno accordo con il disordine del tuo cervello e le limitate dimensioni del tuo pisello. Il poveraccio sei tu, non certo la Totolo.

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