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Rubano corno di rinoceronte. Ma è di plastica (e fatto da Rutilio Sermonti)

by Giorgio Nigra
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Museo Storia NaturaleGenova, 11 ago – Sembra una gag uscita da Scuola di ladri, il film del 1986 diretto da Neri Parenti e interpretato da Lino Banfi, Paolo Villaggio e Massimo Boldi nei panni di tre improbabili apprendisti Lupin.
È invece tutto reale il furto avvenuto al Museo civico di Storia Naturale di Genova, dove alcuni malintenzionati hanno fatto irruzione con il piede di porco e hanno rubato due corni mutilando altrettanti esemplari di rinoceronti.
Un furto che ha mandato in frantumi una vetrata secolare e due bacheche, ma che è servito a poco: i pezzi erano infatti riproduzioni in polistirolo e gesso.
Probabilmente i ladri pensavano si trattasse di un esemplare vero imbalsamato, come peraltro è il caso per altri animali esposti nel museo. E invece, proprio per prevenire simili attenzioni (il corno del rinoceronete ha un fiorente mercato nero), gli addetti del museo hanno preferito esporre un modello finto.
Eppure i ladri – che non dovevano essere due premi Nobel, a giudicare dal marchiano errore – hanno portato comunque a termine la loro goffa impresa criminale. “Hanno agito al buio. Come abbiano fatto, però, a non capire che si trattava di riproduzioni è incredibile. Il pezzo in polistirolo sarà pesato quanto una sigaretta”, ha commentato Giuliano Doria, direttore del museo genovese.
Il traffico illegale dei corni di rinoceronte porta nelle tasche dei bracconieri circa 80 mila dollari a chilogrammo. Questo a causa delle presunte proprietà mediche – smentite dalla scienza ufficiale – della polvere che si ricava dai corni.
Una curiosità: il modello – come dimostrato dal servizio del Tg1, che ha ben inquadrato la targhetta dell’esemplare mutilato – era stato realizzato da Rutilio Sermonti.
Come noto, Schermata 2015-08-11 alle 12.04.40infatti, l’ex combattente e scrittore, da poco scomparso, era un artista e un appassionato studioso della natura. Unendo queste due passioni, fu incaricato nel dopoguerra dal conservatore del Museo civico di zoologia di Roma di riprodurre graficamente gli animali per il museo.
Sue opere furono commissionate anche da altri musei italiani come quello di Milano e, appunto, Genova. Sermonti prestò la sua opera anche per il cinema realizzando un capodoglio per il film del 1969 di Marco Ferreri: Il seme dell’uomo e alcuni scheletri di dinosauri per il telefilm L’isola del tesoro.
Giorgio Nigra

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