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Tranquilli, il mondo non finirà per le bambole hot di Torino

by admin
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Roma, 5 set – E quindi par di capire che il mondo stia per finire perché a Torino ha aperto un bordello con bambole hot estremamente realistiche. Mondo che, tuttavia, era già sull’orlo della catastrofe lo scorso weekend, con il matrimonio di Fedez e Ferragni, un mese fa, quando emerse dal nulla tale Young Signorino, due anni fa, quando spopolava il gioco di Pokemon Go e così via. Il mondo sta sempre per finire per qualche notizia choc artificiosamente pompata dai media, ed è tutto un “signora mia”, “ma che vergogna”, “ai miei tempi”, solo che poi non finisce mai, si tira avanti e quello che sembrava uno spartiacque in negativo nella storia della civiltà diventa un labile ricordo, si tira avanti e non ci si pensa più. Eppure ci caschiamo sempre. Il bordello di Torino, dicono, è intasato di richieste.
Già, ma chi lo dice? I gestori dell’attività, ovviamente. Ma dai? E comunque, anche se fosse, chi ci andrà mai a scoparsi queste bambole? Ai giornali, ma anche al commentatore social medio, piace immaginarsi queste passioni sempre in scenari di totalizzante decadenza, di abbrutente perversione, senza prendere in considerazione che, per esempio, i clienti di un posto del genere possano andarci per goliardia, per festeggiare un addio al celibato, per fare l’idiozia alcolica di una sera di cui poi vantarsi al bar il giorno dopo. Allo stesso modo, il mood dell’indignazione perpetua prevede che chi ascolta Young Signorino debba per forza avere “Mmh ha ha ha” come orizzonte comunicativo ordinario, che non sappia esprimersi se non così, che questa sia la costruzione linguistica della sua unica dimensione di senso. Che uno possa sentire quella roba per farci due risate non passa mai per la testa a nessuno degli indignati speciali.
E il Pokemon Go? Eravamo letteralmente subissati di notizie mai verificate, per lo più esagerate, deformate, a volte persino inventate di sana pianta su persone in giro per il mondo che facevano incidenti per cercare Pokemon, che si licenziavano per dedicarsi al gioco, che smettevano di mangiare, di lavarsi, di avere relazioni umane per mettere al centro della propria esistenza la ricerca dei mostriciattoli virtuali. Sociologi e psicologi erano interrogati sul morbo che aveva colto la gioventù, tutto sembrava sull’orlo di finire a causa di questa assurda pandemia. E invece il 99% delle persone si rapportava a Pokemon Go come a un banale passatempo, non diversamente da quanto aveva fatto con il vecchio “Snake”. Questo significa che tutte le cose citate non rientrano in un orizzonte di decadenza? Certo che vi rientrano. Non meno del chiacchiericcio indignato, che in più ha l’aggravante dell’autoassoluzione. Tutto si tiene, tutto va ogni giorno un po’ più a fondo, lentamente, inesorabilmente, e non sarà con le lagne lamentose che ne usciremo fuori. Le banalità lavorano per l’organizzazione dominante della vita, dicevano i situazionisti. Non illudetevi, quindi: siete tutti colpevoli.
Adriano Scianca

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