Roma, 7 giu – “Adesso ti faccio vedere io quante capocciate alla porta dai, boom boom boom boom […] e io ridevo come un pazzo“. E ancora: “Gli ho lasciato la porta aperta in modo tale che uscisse perché io so che c’è la telecamera dentro […] mi ero messo il guanto, ho caricato una stecca amo’, bam, lui chiude gli occhi, di sasso per terra è andato a finire, è rimasto là […] gliel’ho tirata bene, ho detto adesso lo sfondo, bam […] minchia che pigna che gli ho dato”. E poi, in un’altra conversazione: “Io c’ho pazienza, soltanto che poi siccome l’avevo già graziato prima, ho detto vabbè, oggi le devi prendere anche da me”. Si esprimeva così uno dei poliziotti di Verona, arrestato ieri con l’accusa di tortura e lesioni insieme ad altri quattro colleghi, in base alle intercettazioni. Si vantava delle sue “gesta” con la fidanzata, abusi che avvenivano al riparo da telecamere di videosorveglianza. Dalle intercettazioni emerge però anche altro, non solo pugni e calci, ma anche umiliazioni e “sadiche torture” con l’utilizzo dello spray al peperoncino. Con alcune vittime costrette addirittura a rotolarsi nell’urina. “Da tali dialoghi – scrive il gip Livia Magri – si desume in maniera inequivocabile la consuetudine nell’utilizzo ingiustificato di violenza fisica da parte degli indagati su soggetti sottoposti a controllo o fermo”
Vittime costrette a rotolarsi nell’urina: le chat dei poliziotti di Verona
Stando alle intercettazioni, uno degli agenti arrestati a Verona, urinò addosso a una persona in custodia “per svegliarlo”. Per il gip: “Si tratta, innegabilmente, di una pluralità di condotte integranti reiterate violenze foriere di ‘acute sofferenze fisiche’, che si desumono non solo dalle parole della persona offesa, ma risultano anche cristallizzate dai filmati acquisiti, che immortalano’’ la vittima “in preda a spasmi e contrazioni, lasciato al suo destino dal personale di polizia’’. Il poliziotto, come si legge nell’ordinanza, si è reso protagonista “di reati assai gravi”, “torturando con sadico godimento, in più occasioni e in un arco temporale del tutto contenuto, diverse persone private della loro libertà personale anche semplicemente per l’identificazione, in totale assenza di necessità e con crudeltà”.
“Come già sottolineato, questo atto denigratorio e sminuente ha certamente incontrato l’approvazione e suscitato l’ilarità degli altri poliziotti presenti – scrive ancora il gip – tant’è che nessuno degli altri poliziotti ha dato il minimo segnale di disappunto, portando avanti anche in seguito, come si è visto, un coerente atteggiamento di scherno nei confronti della persona offesa, dovendosi rammentare che gli operanti ai quali’’ la vittima “si rivolgeva manifestando sofferenza e chiedendo aiuto al di là barriera in plexiglass facevano gesti che significavano che a loro non interessava il suo stato; e che, in una certa fase, come comprovato anche dai filmati, uno degli operanti si divertiva ad accecare con la torcia’’ la vittima “mentre gli altri ridevano’”.
A picchiare erano comunque tutti i cinque arrestati, sostiene il giudice. Si prendevano tutti gioco delle vittime utilizzando anche lo spray al peperoncino senza alcuna ragione, solo per il sadico gusto di umiliarle. Le pestavano e le umiliavano, fino a negare loro il bagno. Costringendole finanche a rotolarsi nell’urina sul pavimento. Sì perché in un caso i cinque poliziotti sono accusati non solo di aver picchiato una persona sottoposta a fermo di identificazione, ma anche di averla obbligata a urinare nella stanza fermati. Poi gli agenti hanno spinto la vittima in un angolo facendola cadere a terra e usandola “come uno straccio per pulire il pavimento”. Con tanto di affermazioni di questo tipo:”Com’è che Roberto non l’ha ammazzato”, chiede un’agente intercettata ai colleghi. “Si’ che l’ammazza”, la risposta. “Lo buttiamo alla casa abbandonata, prende una scarpata nei cogl…”. “Stai zitto, altrimenti entro dentro e vedi cosa ti faccio”, una delle altre minacce nei confronti delle vittime.
Nei confronti dei 5 poliziotti è stata eseguita ieri un’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari. A finire in manette, per l’esattezza, sono stati un ispettore e quattro agenti di polizia per presunti atti di violenza perpetrati tra il luglio 2022 e il marzo 2023 compiuti ai danni di persone sottoposte, a vario titolo, alla loro custodia perché momentaneamente private della libertà personale.
Alessandro Della Guglia