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Il debito pubblico ci rende “ricchi”: dal bilancio di Banca d’Italia quasi 6 miliardi di dividendi

by Filippo Burla
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bilancio banca d'italia

Roma, 5 apr – Può il debito pubblico trasformarsi da spesa a risorsa per le casse dello Stato? E’ quello che sta accadendo da quando la Bce ha lanciato le sue operazioni di acquisto, prima con il Quantitative Easing e poi con il piano “pandemico” Pepp. Inondando di liquidità il mercato – in specie quello dei titoli pubblici – consentendo sensibili risparmi alle finanze dei governi. Quando non addirittura una sorta di “guadagno”. Virgolette d’obbligo, dato che siamo nel campo della provocazione. E però l’ultimo bilancio di Banca d’Italia parla chiaro: l’ammontare dei dividendi devoluti allo Stato è al suo massimo storico.

Come funzionano gli acquisti della Bce

Premessa di metodo. La Bce non acquista direttamente i titoli di Stato, o almeno non nella loro totalità. Una quota tra l’80 e il 90% di essi è infatti comprato (sul mercato secondario, mai in sede di asta) dalle banche centrali dell’eurozona aderenti al Sebc, il Sistema europeo di banche centrali.

Tale scelta fu fatta nel 2015, con l’obiettivo di ripartire pro-quota il rischio delle potenziali perdite legate all’operazione. Significa che, per ogni 100 miliardi Btp acquistati su mandato Bce, tra gli 80 e i 90 sono nel nostro caso ascritti al bilancio di Banca d’Italia.

Il bilancio di Banca d’Italia

Il 31 marzo scorso via Nazionale ha approvato il rendiconto per l’anno 2020. A spiccare è soprattutto il totale delle attività, che crescono di oltre il 30% attestandosi a quota 1.296 miliardi. Mai così alto negli ultimi anni. A fare la parte del leone sono, spiega lo stesso istituto, i titoli detenuti per finalità di politica monetaria. Su questi effettua le relative operazioni, anzitutto per quanto riguarda l’incasso delle cedole periodiche corrisposte dal ministero dell’Economia. Le quali finiscono nel conto economico del bilancio di Banca d’Italia, andando – nell’ultimo rigo – a determinare il risultato di esercizio.

L’utile netto, nel 2020, è risultato leggermente inferiore (poco più di 6 miliardi) rispetto a quello (oltre 8 miliardi) del 2019. Questo a causa dei minori introiti derivanti dalle operazioni di rifinanziamento. Il margine è tuttavia stato rimpolpato dal maggior afflusso di interessi sul debito pubblico, dato il sensibilmente aumento dei titoli nell’ambito delle già citate operazioni condotte per conto della Bce.

Allo Stato quasi 6 miliardi di dividendi

Come viene diviso l’utile? I partecipanti al capitale (15 banche, più Inps e Inail) ottengono il 6% fino ad un massimo di 450 milioni, mentre un ulteriore 40% può essere – a discrezione – essere destinato a riserva, ordinaria e straordinaria. Per il 2020 ai primi sono stati “staccati” 340 milioni, cifra che per scelta del Direttorio comprende anche 67 milioni da destinare a riserva ordinaria.

Leggi anche – Cancellare il debito si può? Sì: ma è una scelta politica, non tecnica

E il resto? Finisce direttamente nelle casse dello Stato. Per essere più precisi parliamo di 5,9 miliardi: somma che Banca d’Italia ha incassato per la maggiore dalla gestione di una fetta consistente (più del 20%, che di fatto si può considerare “congelato”) del debito pubblico, i cui interessi sono così – per usare un termine tecnico – stati retrocessi al ministero dell’Economia. La cifra è un record nei già generosi ultimi anni: dal 2015 ad oggi, da Via Nazionale sono ritornati a via XX Settembre oltre 20 miliardi di euro, a cui aggiungere più di 6 miliardi sotto forma di imposte. Il debito pubblico non è mai stato così redditizio.

Filippo Burla

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Fabio Crociato 5 Aprile 2021 - 4:40

Quando sento parlare di politica monetaria mi chiedo sempre come valutare la mobile % reale di carta straccia…
Torniamo a rapportarci al oro oppure, meglio, alle valute terra per comprendere come mai siamo sempre più poveri con riduzione centralizzata dei ricchi. Rivoluzioni industriali terminate, novità concreta nessuna, verità perdute, popolazione in quantità “industriale” (!) tale da ammalarsi di infelicità; resta la rimasticazione del restauro (con qualche, unica veritiera possibilità di sviluppo). Il limone terra non è certo infinito, almeno nell’ immediato e nel futuro prossimo.
Tornando a bomba nostrana, stuzzicante articolo “apri-menti” con il link rendiconto-bilancio 2020 BdI.

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