Roma, 22 ott – A fronte dei dubbi che attanagliano parlamento e la nostra filiera industriale sul tema della difesa europea, scende in campo anche Leonardo, principale gruppo italiano del settore, esponendo il suo pensiero in merito. A rivelarlo, in un articolo, è il sito Formiche.net, che avrebbe visionato un documento a supporto di un audizione di Giovanni Soccodato alla commissione Attività produttive. L’incontro è stato annullato e cosi il manager, responsabile di Strategie, fusioni ed acquisizioni di Leonardo ha ripiegato su un incontro ristretto ad alcuni parlamentari.
Il documento sembrerebbe delineare una linea marcatamente europeista, dove l’ex Finmeccanica esorta l’Unione Europea a fare di più: “L’Europa deve dotarsi di strumenti finanziari dedicati ed idonei a sostenere la competitività dell’industria europea della difesa, che debbono considerarsi addizionali e non sostitutivi dei budget nazionali degli Stati membri. Dato che il tasso di finanziamento diretto proposto è limitato al 20% del costo totale di dell’azione, il rimanente 80% deve essere sostenuto dagli Stati membri attraverso contributi nazionali” si legge. Particolare attenzione viene ovviamente dedicata al fondo per la difesa europea: “Pur riconoscendo lo sforzo notevole legato al reperimento di 500 milioni per il prossimo biennio, Leonardo auspica un sensibile incremento delle risorse disponibili dopo il 2020″.
Secondo il colosso italiano della difesa italiano, quindi, la costruzione di un sistema di difesa europeo integrato “è inevitabile e non c’è soluzione alternativa, nazionale e autarchica possibile. Occorre quindi prendervi parte fin dall’inizio, con una visione di posizionamento strategico di lungo periodo”.
Questa presa di posizione non ci coglie sicuramente alla sprovvista e, come dicevamo, neanche del tutto contrari. Ma la trappola è dietro l’angolo e risiede nei rapporti fra le nazioni europee. Come possiamo esser certi che questi siano “tra pari” e non tra sudditi e sovrani in un’Europa a reggenza franco-tedesca? Semplice, non possiamo. Per quanto la stessa Leonardo ribadisce che ogni intervento europeo deve essere “addizionale e non sostitutivo”, i timori di una progressiva distruzione del comparo nazionale sono più che fondati.
Sono infatti molti i dubbi che permangono sull’argomento ed è lo stesso gruppo ad ammetterlo. “Leonardo comprende l’istanza espressa in particolare dagli Stati minori di garantire il coinvolgimento delle Pmi” si legge sempre nel documento in riferimento alle preoccupazioni espresse da Guido Crosetto, presidente dell’Aiad, ribadendo la necessità di “modalità incentivanti ad ampliare l’intera catena della fornitura”.
Aldo Campiglio
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