Roma, 28 ott – I dubbi, già emersi con prepotenza in merito alla Difesa Europa e all’accordo Fincantieri-Stx, sono stati confermati da Alessandro Profumo, amministratore delegato di Leonardo, durante un’audizione alle commissioni Difesa e Attività produttive della Camera.
“Fincantieri fa gli scafi, Naval group i sistemi, come noi. E i francesi sono piuttosto bravi. Mi auguro che il progetto sia definito in modo tale da tutelare le specifiche competenze di Leonardo, che sono competenze di tutto il Paese”, ha spiegato il numero uno dell’ex Finmeccanica. “I francesi sono bravi – ha continuato – a tutelare le loro competenze. Quindi sarà opportuna un’attività specifica per tutelare le nostre”. Il messaggio è chiaro: esattamente come avviene negli altri Paesi, l’Italia deve tutelare il suo comparto industriale. Sembrerebbe scontato, quasi lapalissiano, ma purtroppo non lo è.
Il problema è che Thales, che partecipa da Oltralpe per la parte sistemistica, è si una partecipata di Leonardo, ma è anche azionista di Naval Group. Il rischio che i francesi facciano “cartello” è concreto e quindi, in Leonardo, la preoccupazione resta alta. Da qui la richiesta di Profumo di un maggior sostegno alle industrie nazionali ed un piano di tutela delle nostre competenze. Una linea, quella dell’ad, marcatamente europeista ma con un occhio di riguardo verso il comparto nazionale.
Leonardo intanto non resta a guardare: il piano industriale presentato mostra un focus su quella che Profumo stesso definisce una “una tecnologia fenomenale e prodotti di assoluta eccellenza”. Attualmente il gruppo è fortemente impegnato in una serie di progetti atti a catturare il Fondo Europeo, mentre la divisione Velivoli è impegnata, con il suo addestratore M346, nella gara per il T-X Statunitense.
L’agenzia Fitch ha intanto innalzato il suo rating ad “investment grade”, confermando la stabilità azionaria ed invitando gli investitori a scommettere su Leonardo. I dati presentati fanno ben sperare: ricavi stabili a circa 12 miliardi, ebita tra 1,25 e 1,3 miliardi, free operating cash flow di 500-600 milioni, una crescita media annua dei ricavi del 5% ed una diminuzione dell’ indebitamento da 2,8 a 2,5 miliardi.
Aldo Campiglio
2 comments
[…] Il vero nodo di Gordio della vicenda, almeno per gli interessi italiani, è il ruolo di Leonardo. Com’è ormai noto, il nuovo gruppo nato dalla cooperazione sulla cantieristica militare italo-francese riguarda la costruzione di navi militari da parte di Fincantieri e Naval Group. Fin qui nessun problema, la questione diventa invece spinosa quando si procede all’integrazione dei sistemi di difesa. In questo caso infatti abbiamo da una parte Leonardo dall’altra Thales che è socio fondatore (al 35% di Naval Group). È stato lo stesso ad di Leonardo, Alessandro Profumo, a dirsi preoccupato per un eventuale “cartello francese”. […]
[…] di grande respiro europeo nel campo della difesa, con notevoli ritorni industriali. Tuttavia rimangono moltissimi dubbi sugli impatti industriali per il nostro Paese ed in particolare proprio per il colosso della difesa italiano che rischia di doversi accontentare […]