Roma, 13 mar – Oltre 100mila (105mila per la precisione) disoccupati in meno nel 2017: una riduzione che percentualmente vale il -0,5%, segna un deciso cambio di passo rispetto al 2016 (ed è il terzo calo consecutio su base annua) e permette al tasso di disoccupazione di scendere all’11,2%. Sono questi i numeri dell’ultimo rapporto Istat sul mondo del lavoro.
Se è vero che si riducono i numeri della disoccupazione e aumentano anche quelli dell’occupazione (+279mila unità, +1,25% sul 2016), è altrettanto vero che scendendo più nel dettaglio delle statistiche queste mostrano un quadro in chiaroscuro che non può ancora definirsi ottimista.
Per rimanere nell’ambito dei dati sull’occupazione, la crescita è infatti “circoscritta ai dipendenti (+2,2%), in circa nove casi su dieci a termine”, spiega l’Istat, illustrando come la forma più gettonata di contratto sia quella a tempo determinato, di fatto la tipologia contrattuale che traina al rialzo tutti i numeri. Ma che allo stesso tempo non garantisce adeguate prospettive sul medio termine.
Prova ne sia l’andamento delle statistiche per i giovani nella fascia 15-34 anni, che nonostante un timido miglioramento rimangono fermi nel limbo di un tasso di disoccupazione superiore al 21%, che sale al 35,2% per i 15-24enni.
Filippo Burla
Lavoro, sempre peggio: cala la disoccupazione, ma solo grazie ai contratti a termine
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