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Mps: quando il governo ha salvato i responsabili del fallimento della banca…

by Filippo Burla
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mps montepaschiSiena, 19 ago – Nel giorno in cui Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, rispettivamente ex presidente ed attuale amministratore delegato di Mps, finiscono indagati dalla procura di Siena (che ha trasmesso gli atti a quella di Milano per competenza) per falso in bilancio e manipolazione di mercato, si scopre che lo stesso governo che sta cercando di salvare la banca con i soldi degli italiani non ha proceduto contro gli stessi amministratori quando fu chiesto da alcuni soci di esercitare l’azione di responsabilità nei loro confronti.

I fatti risalgono al 14 aprile scorso, durante l’ultima assemblea del gruppo senese. In quella sede – emerge dagli atti della commissione d’inchiesta su Mps istituita dalla regione Toscana – Giuseppe Bivona, partecipante all’assise come rappresentante di Bluebell partners, chiedeva l’esercizio dell’azione di responsabilità contro gli stessi Profumo e Viola. L’azione di responsabilità è l’azione legale rivolta contro gli amministratori di società che non abbiano, nell’esercizio delle loro funzioni, adempiuto ad esse con la diligenza richiesta. La conseguenza, in caso di esito positivo, può fra le altre essere il risarcimento del danno arrecato. Per poter procedere con l’azione di responsabilità sono però necessarie, in sede di assemblea, percentuali di voti minime favorevoli alla stessa. Bivona, da parte sua, ne chiedeva l’esercizio per tutta una serie di motivi: per aver contabilizzato derivati come titoli di Stato, per aver presentato bilanci falsi dal 2012 al 2014, per aver rilasciato dichiarazioni non conformi e false in merito alla procedura degli aiuti di Stato e tanto altro ancora, come ebbe a spiegare in una dettagliata relazione tenuta davanti agli altri detentori di azioni Mps, che negli ultimi anni sono stati chiamati a partecipare alle sorti dell’istituto con 8 miliardi investiti in due aumenti di capitale uno più inutile dell’altro, a cui probabilmente seguirà a breve un terzo. Impegno gravoso quello chiesto ai soci e, fra questi, anche il ministero dell’Economia, che dall’estate 2015 è il primo azionista della banca con oltre il 4%.

Proprio al governo Bivona, nel formulare la sua richiesta, si rivolgeva: “Capiremo da che parte sta il governo. Noi oggi documenteremo se il governo è disposto ad accettare che una banca possa falsificare i bilanci, presentare bilanci non conformi sistematicamente, sulla base di come deciderà di votare sull’azione di responsabilità: votandola, votando contro o astenendosi. Noi capiremo perfettamente qual è il ruolo del governo in questa vicenda”. Indovinate come ha votato il rappresentante di Padoan?

Filippo Burla

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