Berlino, 30 lug – Sono passati appena due giorni dall’attentato di Amburgo costato la vita ad un cinquantenne tedesco, eppure la Germania fatica a ritornare alla pace ed alla serenità di una vita normale. In fondo l’obiettivo del terrorismo è proprio questo: far vivere con l’ansia e l’angoscia della morte i cittadini di un paese apparentemente non in guerra e lo fanno colpendoli nei posti dove conducono la loro vita quotidiana, durante una partita di calcio, un concerto, un caffè al bar. Questa volta è toccato ad una discoteca del Circondario di Costanza, poco a nord della Svizzera, nel distretto di Friburgo.

La popolare discoteca, il Grey Club aperto solo dall’aprile scorso, è stata testimone di una irruzione armata intorno le 4.30 del mattino da parte di un iracheno di 34 anni, probabilmente con l’ausilio di un presunto complice su cui si sta indagando, che ha successivamente fatto fuoco nel locale con una mitragliatrice di piccolo calibro, uccidendo due persone. Dopo la mattanza, con gli astanti che durante l’attentato hanno cercato confusionariamente di rifugiarsi e nascondersi all’interno del locale, l’attentatore ha cercato di fuggire all’esterno ma, braccato dalla Polizia, è stato protagonista di una sparatoria che ha portato al ferimento di un poliziotto. Anche il terrorista è rimasto ferito dallo scontro a fuoco, ma in maniera ben più grave visto che è successivamente deceduto durante il tentativo di soccorso in ospedale.

La Polizia tedesca sta cercando di chiarire il movente che ha portato all’insano gesto dell’attentatore iracheno, per ora si esclude il terrorismo di matrice islamica. Lo riferisce Fritz Beziker, il portavoce della polizia del Circondario, che ha dichiarato: “Non c’è conferma al momento del movente, l’uomo risiedeva da molti anni in Germania e non era un richiedente asilo” aggiungendo che “Stiamo ancora investigando, ma le circostanze sugli eventi in discoteca la sera prima dell’attacco sono un po’ più chiari e questo ci ha portati a escludere il terrorismo”.

Si attendono dunque aggiornamenti e testimonianze sull’accaduto e sull’attentatore, per ora vigila un silenzio preoccupante e delle rassicurazioni poco convincenti, già sentite e, in altri casi, smentite dalle successive indagini. Le conclusioni ovvie però non possono sfuggire: l’Europa sta vivendo un clima di terrore e di psicosi collettiva, dovuti da continui attacchi ed aggressioni (dai “semplici” stupri collettivi e disagi, fino agli attentati terroristici) e fatica a condurre una vita normale. Tra una rassicurazione e l’altra, tra un soggetto “instabile mentalmente” ed un “movente non ancora chiaro”, negli ultimi giorni in Germania hanno perso complessivamente la vita, in maniera violenta, 3 persone mentre 10 sono rimaste ferite. L’opinione pubblica e i media quasi non si stupiscono più, certe notizie perdono addirittura la prima pagina nei telegiornali, perché l’inefficienza politica europea ci ha abituato che con il terrorismo bisogna conviverci.

Davide D’Anselmi

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