Gay russiMosca 12 mag – È di ieri la notizia che riporta l’arresto di Yuri Guaiana, l’attivista italiano pro-LGBT che stava raccogliendo firme in Russia per tutelare i diritti dei gay in Cecenia, infatti quest’ultimi, secondo l’attivista, sarebbero vittime di persecuzioni da parte delle autorità russe. La notizia è stata riportata e scopiazzata dalle varie testate giornalistiche, senza però che queste abbiano avuto la decenza di approfondire le fonti, le dichiarazioni dei personaggi più legati alla vicenda e di studiare il contesto in cui si è svolto il fatto.

Leggendo i vari commenti si capisce il motivo per cui si è verificato questo comportamento negligente da parte della stampa italiana, infatti ci si può imbattere nei classici “Putin come Hitler”, “Questa è la democrazia russa” oppure, ancor più clamoroso, “Putin sta trattando delle persone esattamente come farebbe la Germania di Hitler o l’ISIS”. Commenti al veleno dunque per la Russia ed il suo leader, condannati dalla giuria dei social sulla base di queste fonti, le stesse che da Londra condannavano Bashar al-Assad per l’uso di armi chimiche nel bombardamento di Khan Sheikhoun in Siria.

Ci si aspetterebbe lo stesso tipo di commento da parte di Nikolai Alekseev, noto attivista pro-LGBT russo e fondatore del sito gayrussia.ru, una persona che si batte per i diritti dei gay da anni e sempre in maniera conforme alla legge vigente in Russia. Invece quello che ha dichiarato Nikolai ha spiazzato un po’ tutti: “La Russia è così democratica, è incredibile. Quelli che sono stati arrestati oggi con la petizione in supporto dei ceceni russi, sono stati rilasciati in poche ore. Quando anni fa io stesso sono stato arrestato dalla polizia francese a Parigi, cercando di divulgare una petizione AllOut in supporto dell’Orgoglio gay di Mosca alla ambasciata russa e in quel caso sono stato immediatamente arrestato e per la prima volta nella mia vita le mie mani sono state messe sopra la mia testa. È vergognoso immaginare quello che sarebbe successo a questi “attivisti” negli Stati Uniti. Sarebbero stati semplicemente sparati a vista… la Russia è un paese libero. Anche gli italiani che si sono aggiunti al gruppo oggi hanno avuto una chance per provarlo.” Le varie testate hanno preferito tralasciarne il contenuto per riportare una mezza verità più consona alla loro demagogia social-liberale, ma il messaggio di Nikolai è chiaro: giù le mani dalla Russia.

Davide D’Anselmi

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