Parigi, 23 nov – Sarà inaugurato oggi il processo contro Nicolas Sarkozy, presidente della Francia dal 2007 al 2012. È la prima volta che un ex inquilino dell’Eliseo finisce fisicamente alla sbarra. Lo stesso era avvenuto al suo predecessore Jacques Chirac, che nel 2011 fu condannato a due anni di carcere. Chirac, però, non si presentò mai in tribunale a causa delle sue precarie condizioni di salute. Sarà invece presente in aula Sarkozy, che dovrà rispondere dell’accusa di corruzione. Qualora si arrivasse a una condanna, l’ex presidente rischia fino a dieci anni di carcere.
Sarkozy alla sbarra
A finire alla sbarra ci sarà anche l’avvocato di «Sarko», Thierry Herzog. Secondo l’accusa, l’ex presidente avrebbe contattato – tramite Herzog – un magistrato della Corte di Cassazione, Gilbert Azibert. Stando alla ricostruzione degli inquirenti, Sarkozy avrebbe chiesto ad Azibert l’accesso a informazioni riservate in cambio di un incarico nel principato di Monaco, che però poi sarebbe sfumato. Le informazioni coperte da segreto riguardavano il cosiddetto «scandalo Bettencourt»: in quel caso Sarkozy era accusato di circonvenzione d’incapace ai danni della miliardaria Liliane Bettencourt.
I fondi libici
Sull’ex capo dell’Eliseo pendeva anche il procedimento per le presunte tangenti ricevute da Gheddafi. L’accusa per questi fondi libici era addirittura quella di associazione a delinquere. Tuttavia, pare che questo processo non si terrà. Una decina di giorni fa, infatti, il testimone chiave dell’indagine, Ziad Takieddine, ha sorprendentemente ritrattato la sua posizione. Questi, intermediario franco-libanese, aveva dichiarato di aver portato delle valigette con 5 milioni di euro a Sarkozy e al suo entourage fra la fine del 2006 e il 2007. Il denaro di Gheddafi sarebbe servito ad aiutare «Sarko» nella sua corsa alle Presidenziali del 2007. Archiviato questo caso, comunque, si apre ora il processo per corruzione, che dovrebbe durare fino al 10 dicembre. Pandemia permettendo, ovviamente.
Gabriele Costa