Roma, 9 mar – Cattive notizie all’Ue da Johnson&Johnson: la multinazionale ha infatti comunicato a Bruxelles di avere problemi di approvvigionamento che potrebbero ostacolare la fornitura di 55 milioni di dosi del suo vaccino contro il coronavirus nel secondo trimestre dell’anno. Lo hanno riferito fonti Ue all’agenzia Reuters.
Vaccino Johnson&Johnson, schiaffo all’Ue
Il vaccino Johnson&Johnson, che non prevede la somministrazione della dose di richiamo, dovrebbe essere approvato l’11 marzo dall’Ema. L’azienda Usa si era impegnata a fornire 200 milioni di dosi all’Unione europea nel corso del 2021. E’ chiaro che in questo momento qualsiasi ritardo rappresenterebbe un enorme colpo ai piani di vaccinazione Ue, già ostacolati da forniture irregolari da altri produttori di vaccini.
Johnson&Johnson ha riferito di avere problemi con la fornitura dei componenti del vaccino e delle attrezzature per la fabbricazione. Ha spiegato di essere «sotto stress» nel tentativo di raggiungere l’obiettivo di fornire 55 milioni di dosi entro la fine di giugno. Il funzionario Ue contattato da Reuters avrebbe aggiunto che la società non ritiene impossibile il raggiungimento del traguardo, ma si è detta comunque «cauta».
Sui possibili ritardi no comment
“In linea con il nostro accordo, prevediamo di iniziare a fornire 200 milioni di dosi di vaccino all’Unione europea nel secondo trimestre del 2021″, ha affermato Johnson&Johnson in una nota, rifiutandosi di commentare possibili ritardi nel conseguire l’obiettivo del secondo trimestre. L’azienda ha lanciato il proprio vaccino negli Stati Uniti nel mese di febbraio, con l’obiettivo di fornire 100 milioni di dosi entro la fine di maggio. Ma anche per quanto riguarda gli Usa avrebbe quasi dimezzato le sue previsioni di consegna per marzo.
Russia-Italia, viaggia l’accordo Sputnik V
Nel frattempo è stato “firmato il primo accordo in Europa tra il fondo governativo russo e la società Adienne Pharma&Biotech per la produzione in Italia del vaccino Sputnik V”. Lo ha annunciato la Camera di Commercio Italo-Russa in una nota pubblicata sul suo sito internet. “Nelle scorse ore l’amministratore delegato del Russian Direct Investment Fund (Rdif), Kirill Dmitriev, ha confermato di aver raggiunto un accordo con l’azienda Adienne Pharma&Biotech per la produzione dello Sputnik V in Italia. Siglato il primo contratto europeo per la produzione locale del vaccino. La partnership permetterà di avviare la produzione già dal mese di luglio 2021″.
Cristina Gauri
3 comments
Vi siete oramai uniformati al politicamente corretto anche voi. State scadendo giorno dopo giorno. Traspare chiaramente da come affrontate covid, come rimanete impassibili di fronte a dpcm e privazioni dei diritti, e a narrazione mediastream sui vaccini. Qui vi lamentate dei ritardi dei vaccini invece di indagare cosa contengono, quali i fini reali di questa terapia genetica, e a chi realmente servono. Vi state salvinizzando, omologando alla narrazione e al potere reale. Parlare di covid e vaccini vi fa acquisire qualche click in più e qualche soldino? Bravi.
Considerando anche certe critiche e i primi “bisbiglii di strada”, ritengo necessario che si affronti quantomeno la questione della composizione -completa- dei vaccini delle varie marche: A Dna, Rna, da Adenovirus (“morti” o meno, “umani” o meno), ecc.ecc. Oltre al fatto che taluni, a mio avviso giustamente, se obbligati, vorrebbero almeno potersi scegliere il tipo di prodotto, è pure interessante per valutare meglio le scelte e le politiche preventive proposte. A volte è proprio dai particolari che si scoprono certe verità d’ intenti…
(Partendo dalla composizione e quantità di anti-influenzali che da molti anni venivano proposti).
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