Roma, 24 mar – Se la Tunisia dovesse collassare, o anche solo se la situazione economico-sociale della nazione nordafricana – già traballante – dovesse aggravarsi ulteriormente, sulle nostre coste potrebbero sbarcare “900mila” persone che l’Italia non è in grado di “accogliere”. E’ quanto affermato ieri da Giorgia Meloni intervenendo al Consiglio Europeo. Il primo ministro è apparso fortemente preoccupato e ha lanciato un “grave avvertimento” ai colleghi capi di Stato e di governo europei, proprio sui rischi che si corrono.
La Meloni ha dunque chiesto di attivarsi il più possibile affinché venga sbloccato il prestito del Fondo Monetario Internazionale a Tunisi, facendo notare che gli arrivi in Italia sono triplicati rispetto allo scorso anno. Precisando poi che a suo avviso, se questo impressionante trend dovesse continuare, già questa estate la situazione apparirà del tutto fuori controllo. Oltre al prestito del Fmi, secondo il premier è necessario allora rafforzare la cooperazione con i Paesi di origine e transito dei migranti, con misure drastiche contro i trafficanti di uomini, un’offferta di maggiori possibilità di ingressi legali, un rafforzamento dell’attività Sar e un accelerazione sui rimpatri.
Rischiamo 900mila arrivi dalla Tunisia? E’ la bomba migratoria che avevamo segnalato
Ora, fatta eccezione per la questione relativa alla “immigrazione legale” che su questo giornale abbiamo più volte stroncato, quanto chiesto dalla Meloni è sacrosanto. Ed è anche corretta, purtroppo, la triste fotografia della Tunisia, con tanto di scenario nefasto possibile. Proprio sul Primato, appena due giorni fa, abbiamo avvertito: la Tunisia è una bomba pronta a esplodere.
Perché la nazione costiera africana più prossima all’Italia sta sprofondato nel caos, innescato da una crisi economica che va avanti da anni e che si è fatta sempre più allarmante negli ultimi mesi. Il post Covid non è bastato alla Tunisia per risollevarsi, il Paese nordafricano è anzi scivolato in un dramma politico-sociale sempre più cupo, culminato con le dimissioni del ministro dell’Interno, Taoufik Charfeddine, sostituito da Kamal Feki, governatore di Tunisi dal 2021 e braccio destro del presidente Kais Said.
Per l’Italia, e più in generale per l’Europa, il dramma tunisino si traduce quindi in una bomba pronta da un momento all’altro. Rischiamo, come ribadito ieri dalla Meloni, un’ondata migratoria senza precedenti. D’altronde già nel primo semestre del 2021, stando ai dati forniti da Frontex, si era registrato un netto incremento dei flussi dalla Tunisia. In controtendenza con il calo verificatosi nel 2020.
Forse, ed è pure un auspicio, non avremmo a che fare con 900mila clandestini come ventilato dal premier. Probabilmente ce ne ritroverremmo meno, tuttavia parliamo di decine di migliaia di persone. D’altronde nel Paese nordafricano in questo momento risiedono circa 21mila clandestini provenienti dall’Africa subsahariana, tutti senza lavoro e senza casa. A questi andrebbero aggiunti ovviamente i tunisini pronti a imbarcarsi nel caso in cui il loro Paese dovesse implodere. In una nazione al collasso economico e i cui confini a Sud sono sempre più porosi, è insomma piuttosto impensabile che si riesca a frenare le partenze potenziali. E’ un campanello d’allarme che non possiamo ignorare, urge intervenire, subito.
Eugenio Palazzini
4 comments
L’Italia non è in grado di accogliere quelli già arrivati figuriamoci ancora i nuovi. Questo accade in un Paese che non è indipendente, che non è sovrano e i cui abitanti hanno accettato per decenni l’invasione. C’era la possibilità di votare per un partito contro l’UE, contro l’euro, e invece hanno votato per lo stesso cane con un differente guinzaglio.
Urge andare a dirigere, condurre questi paesi, sostanzialmente falliti da più punti di vista, direttamente e non in modo ipocrita per interposta persona (vero Francia?). Visto che questi “moderni” capiscono solo i soldi. abbatteremmo almeno i costi alla grande. Altrimenti, se non ci vogliono (e si può ben capirli), stiano nel brodo loro, rane o non rane bloccate nel pentolone ribollente. Il falso equilibrio delle mezze misure non sta portando lontano…, anzi.
Proviamo solo lontanamente a pensare se dovesse succedere alla Italia o abbiamo perso pure la memoria ?!
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