Algeri, 20 gen – Non vi è dubbio alcuno che modernizzare l’esercito costituisca una grande sfida strategica per un leader regionale come l’Algeria. Oltre al desiderio di rimanere a capo del continente in quest’area, l’Algeria deve affrontare importanti sfide di sicurezza come la salvaguardia dei suoi confini e la lotta al terrorismo.
Queste nuove sfide geopolitiche, associate alla professionalizzazione del suo esercito tra il 2001 e il 2003, richiedono che si modernizzi. Secondo il Global Power Power Report 2018: “L’esercito algerino, grande e potente, lavora continuamente per soddisfare le esigenze di modernizzazione e gestione”. L’Algeria sta infatti investendo molto in favore del settore militare, spendendo quasi $ 10,3 miliardi nel 2018.
Secondo l’Istituto internazionale di ricerca sulla pace di Stoccolma (Sipri), l’ANP, l’esercito algerino, è il settimo importatore di armi al mondo. Compra in modo massiccio le sue attrezzature dal suo partner principale: la Russia. Oltre all’acquisizione di navi da guerra e petroliere, l’ANP ha ordinato 12 bombardieri tattici SU-34 “Fullback” a Mosca per $ 27 milioni ciascuno nel gennaio 2016.
Tuttavia, l’Algeria vuole conseguire questa modernizzazione per poter raggiungere una autentica sovranità strategica nei confronti dei suoi fornitori. Dal 2009, ha investito molto in risorse per lo sviluppo della sua industria della difesa. L’obiettivo è chiaramente indicato: consentirgli di raggiungere la totale indipendenza e quindi limitare le sue importazioni. Entro il 2019 verranno creati più di 40 stabilimenti e circa 30mila posti di lavoro nel settore.
La posta in gioco è alta per l’Algeria perché, oltre alla conquista della sua autonomia strategica, è anche in gioco il futuro del suo equilibrio economico: attualmente infatti è fortemente indipendente dal settore petrolifero e quindi prova a diversificare le sue fonti di reddito. D’altra parte il petrolio rappresenta quasi il 30% della sua ricchezza, il 98% delle sue esportazioni e il 70% delle sue entrate fiscali. Il calo del prezzo del greggio dal 2014 porta quindi l’Algeria a continuare i suoi sforzi di investimento nel settore militare.
Il maggiore generale Rachid Chouaki, direttore delle industrie militari, il 13 marzo 2018 ha affermato che “l’industria militare è parte integrante dell’economia nazionale e che l’obiettivo è quello di raggiungere un tasso 30% di integrazione nell’industria militare. Per fare ciò, l’Algeria fa affidamento su una piccola industria della difesa che aveva sviluppato negli anni ’80 e che le aveva permesso di combattere l’embargo negli anni ’90, mentre la necessità di combattere il terrorismo lo ha costretto a modernizzarsi rapidamente. Pertanto, la collaborazione con Mercedes consente all’ANP di adattare i suoi cannoni anticarro M12 su camion 6×6 Zetros montati localmente mentre la partnership con la nostra Leonardo apre il mondo della mobilità aerea con la creazione di un impianto di assemblaggio di elicotteri vicino a Sétif. Infine, nell’ottobre 2018, sono stati inaugurati due siti strategici: il complesso industriale della società di produzione di esplosivi algerini ad Hammam Dhalaâ e un centro di produzione di attrezzature per la produzione di armi elettroniche con diverse linee di assemblaggio.
Questi recenti progetti mostrano di per sè come l’ANP sia sulla strada per diventare uno degli eserciti più moderni del mondo e che l’Algeria, pur diversificando la sua economia, avvii una grande rivoluzione industriale, militare e tecnologica.
Giuseppe Gagliano
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