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Usa, incendia la bandiera Lgbt, condannato a 16 anni di carcere. “E’ crimine d’odio”

by Cristina Gauri
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brucia bandiera lgbt

Roma, 20 dic – Sedici anni di carcere per aver bruciato un lenzuolo arcobaleno. E’ successo ad Ames, Iowa (Stati Uniti), dove un giudice ha condannato Adolfo Martinez, 30 anni, per crimini d’odio, uso sconsiderato del fuoco e offesa abituale. In una nazione dove i compagnucci anti-Trump sono liberi di dare alle fiamme la bandiera nazionale ad ogni manifestazione e di deturpare i monumenti storici perché ritenuti “simboli del genocidio dei nativi o dello schiavismo, bruciare una bandiera puramente simbolica, non istituzionale, ma che riguarda il multiverso intoccabile Lgbt è punito con 16 anni di galera.

I fatti

I fatti risalgono intorno alla mezzanotte dell’11 giugno nel centro di Ames. I gestori dello strip club locale chiamano le forze dell’ordine perché Martinez sta importunando e minacciando i clienti; ma quando la polizia arriva l’uomo è già stato cacciato dal locale dai buttafuori e si sta dirigendo verso la United Church of Christ, dove strappa la bandiera Lgbt. Quindi, tornato davanti al club, appicca il fuoco al vessillo. L’uomo finisce in manette e poco dopo, dalla prigione, dichiara alla stampa di assumersi interamente la paternità del gesto. “È stato un onore farlo. È una benedizione del Signore”, aveva detto, dichiarando la sua avversione “all’omosessualità”. “Ho bruciato il loro orgoglio, chiaro e semplice“, aveva spiegato a KCCI-TV, fornendo ai suoi accusatori un’ulteriore prova per inchiodarlo.

Parla il pastore gay

Con il suo atto Martinez ha pestato indubbiamente i piedi alla persona sbagliata: il pastore della United Church of Christ, Eileen Gebbie, una donna gay (sic), si è trovata concorde con l’accusa: le azioni di Martinez sono state spinte dall’odio. “Ho spesso sperimentato che Ames non è così progressista come molte persone credono che sia e c’è ancora una grande comunità ‘queer’ nascosta qui”, ha dichiarato alla stampa locale. “Ma 12 persone (la giuria ndr) che non conosco, che non hanno relazioni dirette con me o con questa congregazione – prosegue La Gebbie – hanno riconosciuto che quest’uomo ha commesso un crimine e che è stato un crimine a causa del bigottismo e dell’odio“.

La prima condanna per odio

Martinez è stato il primo ad essere condannato per un crimine d’odio nella sua contea. “La dura realtà è che ci sono persone che prendono di mira altre persone e commettono crimini contro di loro per motivi di razza, genere, orientamento sessuale”, ha spiegato alla stampa il procuratore Jessica Reynolds. “E quando ciò accade è importante che come società ci alziamo in piedi e che i colpevoli subiscano gravi conseguenze per le azioni che hanno commesso”.

Cristina Gauri

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8 comments

Giosuè 20 Dicembre 2019 - 9:35

Bandiera lgbt, gentilmente fornite da Soros, i quali colori si rifanno alla bandiera di un minuscolo stato molto, molto ad est in Russia, abitato da un popolo di innominabili… Fate un po’ voi…

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Fabio Crociato 20 Dicembre 2019 - 9:43

16 anni ?! O mi sfugge qualcosa, o qualcuno è davvero in concorso “esterno” circa questo clima d’ odio
che con questo genere di repressione rischia di andare alle stelle. Si riempiono tutti la bocca di scienza,
ma in certe sentenze ne salta fuori poca (di quella buona). A cominciare dall’ arcobaleno che dovrebbe essere una visione eccezionale, come in natura…

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Giosuè 20 Dicembre 2019 - 11:03

Cancellate pure i commenti… Bravi.

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Cesare 20 Dicembre 2019 - 1:10

16 anni di galera per aver manifestato una propria opinione?? E ancora c’è chi crede che siamo in democrazia ? Aveva ragione Mussolini quando parlava di demoplutocrazie, società in mano alla dittatura finanziaria occulta che affama il popolo con denaro prodotto privatamente ed a costo zero e vuole decidere anche come dobbiamo pensare annullando cosi’ ogni spazio di libertà e identità. E’ evidente la tendenza a distruggere ogni identità sessuale, nazionale, familiare e religiosa.Alle oligarchie servono individui insicuri ed intimoriti da poter manovrare sin da piccoli

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jason17 20 Dicembre 2019 - 2:13

Che nessuno si permetta più, nel mondo occidentale, di criticare la Cina, la Russia, o qualsiasi altra ” Pseudo ” dittatura! Se, e sottolineo SE, i fatti sono quelli descritti, e quindi, non c’è stata alcuna condotta fisica violenta verso altri esseri viventi, vuol dire che la nostra cultura, (di cui gli Stati Uniti sono gli egemoni condottieri), è diventata a tutti gli effetti un ” Regime “. Regime dove viene coartata la parola e il pensiero, e dove, come correttamente segnalato nell’articolo, chi aderisce alla parte ” Corretta “, può permettersi d’insultare, prevaricare verbalmente e fisicamente, chiunque non la pensi come lui, mentre per i dissidenti viene posta in essere una censura continua e pervicace, che sfocia poi nella privazione della libertà. 16 anni di carcere per aver bruciato una bandiera, di qualsiasi tipo, sono un dirupo intellettivo degno dei periodi più bui della storia dell’umanità. Il pensiero unico è il male assoluto, e i suoi epigoni sono degni di persecuzione, altro che campi di rieducazione, ci vogliono quelli di sterminio!

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jenablindata 21 Dicembre 2019 - 3:34

mille volte meglio una dittatura sotto la russia,che una democrazia sotto l’america.

lo penso da anni,ormai..
e mi regolo di conseguenza.

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SergioM 21 Dicembre 2019 - 10:22

Peccato che lo Iowa sia lontano dai Klansmen …… sennò ci penserebbero loro a FARE GIUSTIZIA … ma …. hai visto mai vadano in trasferta …. io gli pagherei il viaggio , croce compresa .

Nascita di una NAZIONE !

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