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Caos scuola: mancano le aule, il rebus trasporti. Governo ancora in alto mare

by Adolfo Spezzaferro
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Roma, 25 ago – Il 14 settembre si avvicina e sul fronte della riapertura delle scuole è ancora caos totale: mancano le aule (sono a rischio 150 mila studenti), i nuovi banchi monoposto saranno consegnati in ritardo, il rispetto dei protocolli di sicurezza e delle indicazioni in caso di contagi in aula mettono in difficoltà gran parte degli istituti scolastici, è ancora tutto da decidere su come gestire i trasporti. Le richieste di presidi, sindacati e Regioni non sono state ancora pienamente accolte dal governo giallofucsia, che si è mosso colpevolmente in ritardo e con rimpalli di responsabilità e competenze tra Comitato tecnico scientifico e ministero dell’Istruzione. Neanche il vertice di ieri con i ministri competenti – Lucia Azzolina (Istruzione), Paola De Micheli (Trasporti), Roberto Speranza (Salute) e Francesco Boccia (Affari regionali) – convocato dal premier Giuseppe Conte è stato risolutivo. Alla riunione, a cui hanno partecipato anche il capo della Protezione civile Angelo Borrelli e il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri, il premier ha ribadito che “la scuola è una responsabilità di tutti, non solo della Azzolina“. Insomma, dopo i danni compiuti dalla titolare grillina del ministero dell’Istruzione, ora bisogna agire di concerto, è l’indicazione del premier, che di fatto “commissaria” la Azzolina.

Ancora troppi i nodi da sciogliere

Ma Palazzo Chigi si è messo in moto fuori tempo massimo. E ci sono ancora troppi nodi da sciogliere. Quello che si sa è che gli alunni dai 6 anni in su dovranno indossare la mascherina sempre, anche al banco e sugli scuolabus andrà rispettata la distanza di sicurezza di un metro, eventualmente con dei separatori. In tal senso, sempre per rispettare il distanziamento, si ipotizza una differenziazione degli orari scolastici. Ma il problema dei trasporti – come evidenziato dalle Regioni – non è certo risolto: sui mezzi urbani non si possono mettere i separatori, tanto per fare un esempio. In ogni caso quanto è stato stabilito finora è davvero troppo poco, visto che mancano meno di 20 giorni alla riapertura delle aule.

Al via i test sierologici per il personale scolastico

Intanto i test sierologici al personale scolastico, docente e non docente, sono partiti in tutte le regioni. Ma – altro problema – in molte regioni mancherebbero i kit per i medici di famiglia, che avrebbero dovuto somministrarli. Vista la mala parata, è stato poi attivato anche l’Help Desk per otto ore al giorno (lunedì-sabato, dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18), a cui i vari istituti scolastici potranno rivolgersi in caso di dubbi. Per quanto riguarda il calendario, si parte il primo settembre per i recuperi e, per tutti, il 14 con una cerimonia di avvio, alla presenza del presidente della Repubblica, a Vo’ Euganeo, tra le prime zone rosse d’Italia durante l’emergenza coronavirus. A tutt’oggi sono stati stanziati 2,9 miliardi per consentire lavori di edilizia scolastica, affitto di nuovi spazi, acquisto dei banchi monoposto (che saranno distribuiti nelle scuole a partire dall’8 di settembre fino al mese di ottobre), l’incremento di docenti e Ata, la formazione del personale.

Le regole dell’Iss in caso di contagi in aula

Dal canto suo l’Istituto superiore di sanità ha stilato le regole per la gestione di casi e focolai nelle scuole e raccomandato la presenza di un referente scolastico “adeguatamente formato” per il Covid-19 in ogni istituto, un registro degli eventuali contatti tra alunni e personale di classi diverse, la collaborazione dei genitori per misurare ogni giorno la temperatura del bambino e segnalare eventuali assenze per motivi di salute riconducibili al Covid-19. In caso di sospetto contagio, ad essere attivati saranno il referente scolastico, i genitori, il pediatra o il medico di medicina generale e il dipartimento di prevenzione. Se un alunno manifesta i sintomi a scuola, le raccomandazioni prevedono che vada isolato in una stanza allestita ad hoc, assistito da un adulto che indossa una mascherina chirurgica e che i genitori vengano immediatamente allertati per riportare il figlio a casa, dove poi seguirà l’iter previsto in cado di positività al virus. Linee guida di difficile se non impossibile attuazione, in taluni casi, visto che le scuole hanno spazi drasticamente ridotti a causa delle norme sul distanziamento e i locali a disposizione scarseggiano.

Difficile evitare che le Regioni procedano in ordine sparso

L’altra questione che il governo Conte non è ancora riuscita a sistemare è evitare che le Regioni – non solo quelle amministrate dal centrodestra, basti pensare alla Campania del dem De Luca – procedano in ordine sparso, con ordinanze e misure adottate differenti sulla ripresa delle lezioni proprio per rimediare alla confusione generata dal governo centrale. L’unica certezza è che il 14 si deve tornare in aula. Se questo avverrà in sicurezza e di comune accordo con presidi, sindacati e governatori resta ancora un’incognita.

Salvini: “Mascherina per i bambini di 6 anni è una follia”

L’opposizione dal canto suo chiede da tempo che Conte rimuova la Azzolina (e in effetti non è escluso un mini-rimpasto in tal senso). “Basta chiacchiere, sono mesi che gli italiani sentono chiacchiere e promesse. Noi vogliamo avere risposte certe sulla scuola. La mascherina per i bambini di sei anni è una follia. Mi rifiuto di pensare che qualcuno imponga di stare in classe per quattro-cinque ore a bimbi di sei e sette anni con la mascherina che fa male. Stiamo parlando dell’assurdo”, va all’attacco il leader della Lega Matteo Salvini, ospite a In Onda su La7.

Adolfo Spezzaferro

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1 commento

Sergio Pacillo 25 Agosto 2020 - 9:39

Banchi monoposto a rotelle ?
Questi non sanno che significa stare con certe classi.
Ci vorrebbero piuttosto banchi incollati a terra, per garantire le distanze volute.

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