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CasaPound riparte da 300mila, ma l'exploit sovranista non c'è

by Adriano Scianca
35 comments

Roma, 5 mar – Il superamento della soglia di sbarramento del 3%, per CasaPound Italia, è sempre stato un grande “non succede, ma se succede…”. Non è successo. Nessun miracolo sovranista è avvenuto il 4 marzo del 2018, malgrado una crescita palpabile di consensi attorno al movimento, che aveva fatto sperare molti militanti. La crescita, in verità, c’è stata per davvero, e di assoluto rispetto: rispetto all’ultima consultazione elettorale, Cpi ha sestuplicato lo score. Alla Camera, alle elezioni del 2013, la tartaruga frecciata aveva ottenuto 47.691 voti, pari allo 0,14%. Oggi ha quasi 300mila voti e sfiora l’1%. Mezzo milione di voti, tra Camera e Senato. C’è, insomma, una realtà sempre più affermata e radicata.
Ma la politica, come sappiamo, è bifronte: da una parte si basa su numeri, percentuali, dati nudi e crudi, dall’altra su soglie simboliche, trend comunicativi, dinamiche psicologiche. È quindi ovvio che questa pur innegabile moltiplicazione dei consensi ha, per CasaPound, un sapore amaro. Certo, era difficile bucare la cortina fumogena di un’informazione che ha parlato molto e molto male di Cpi ma l’ha fatta parlare pochissimo, era difficile uscire dal cono d’ombra della violenza e della tensione in cui, nonostante il suo invidiabile sangue freddo, la tartaruga è stata trascinata mediaticamente dalla sinistra antifascista. Ma c’è poco da lagnarsi: la faziosità giornalistica e l’arroganza antifascista non sono variabili, sono costanti. Ci saranno anche tra cinque, tra dieci, tra quindici anni. Anzi, se domani Cpi guadagnerà ancora più consensi, come è facile immaginare, il quadro peggiorerà. Sono, quindi, ostacoli che vanno messi in conto e superati.
Il vero dato politico è semmai quello che vede ogni opzione protestataria assorbita in modo feroce da Lega e, soprattutto, Movimento 5 Stelle. Sono due bluff? Tutto lascia pensarlo, ma ora questo non conta. Resta il fatto che al crollo verticale della narrazione immigrazionista e antifascista (e questa resta comunque una buona notizia) è corrisposto un aumento esponenziale dei consensi verso una radicalità puramente verbale e priva di sostanza, in ultimo assai più conformista e allineata di quanto non cerchi di sembrare. Siamo, insomma, in una fase in cui le chiacchiere riescono ancora a sopraffare l’autenticità. Gli imperscrutabili scenari da qui ai prossimi anni potranno forse riportare la realtà al centro delle preoccupazioni degli italiani. Ed è in questo che CasaPound dovrà investire, al di là di qualsiasi analisi intendano fare i suoi vertici: in ancora più realtà, ancora più autenticità. Giocare la partita là dove si è forti, là dove gli altri latitano: nelle strade, nei quartieri, là dove non c’è più nessuno, là dove c’è ancora, disperatamente, bisogno di qualcuno.
Adriano Scianca

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35 comments

Robert Lee 5 Marzo 2018 - 1:02

Perfetta disamina di un dato che certifica una crescita seppur deludente. Si cresce sempre e si migliora con analisi come questa.

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Rivo 5 Marzo 2018 - 1:09

CasaPound ha ottenuto un ottimo risultato considerando il totale boicottaggio mediatico e come ha segnalato spesso Di Stefano, “il parlare di CasaPound il televisione senza avere in studio qualcuno di CasaPound”.
Questo è il prezzo di non scendere a compromessi: miglioramenti, ma con enorme lentezza, un consenso che ha bisogno di tempo e tanti sacrifici per radicarsi.
Quello che possiamo dire con certezza è che nei comuni CasaPound sta prendendo sempre più piede: è la strada giusta.

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Raffo 5 Marzo 2018 - 1:22

Molto bene Adriano, analisi perfetta,resta però il grande dubbio del come e perché ogni qual volta che un grillino abbia parlato in pubblico nessuno si sia mai mosso per osteggiarlo od ostacolarlo…….. mentre per CP prima arrivavano le camionette della polizia e poi i centri sociali……..io alle coincidenze non ci credo.

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Martino Ghermandi 5 Marzo 2018 - 1:23

Mi piace l’onestà e la lucidità di questo articolo.

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angelo papa 5 Marzo 2018 - 1:59

Nel mio piccolo so di persone che erano comunisti di vecchia data che leggendo il programma e le prerogative di cpi hanno visto un interesse vero verso il popolo italiano e hanno fatto un passo avanti nel capire la questione delle vecchie schermaglie ideologiche alimentate dai vincitori della guerra e il fallimento dell’utopia comunista dietro lo scudo dei sindacati etc.
Sappiamo benissimo che molti elettori legati al partito comunista, hanno scavallato verso la lega o comunque un centro destra o 5 stelle.
Ci vogliono anche fondi (che loro hanno ) per farsi notare su larga scala e sicuramente appoggio mainstream (che loro hanno).
Tenendo conto degli errori commessi dal vecchio msi fino all’arrivo di cpi con le variabili di cui sopra credo sia un buon risultato, giusta la disamina di Adriano.

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ANTERO 5 Marzo 2018 - 2:08

Il risultato c’è stato anche se non quello che si sperava … si va avanti ! W I D S !

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Francesco 5 Marzo 2018 - 2:50

Casapound è un movimento che una volta entrato nel cuore ci rimane in perpetuo. Percepisco un grande amore per la Nazione. Sento la voglia di riscatto di quei valori che con l’assetto socio politico attuale sembra si stiano perdendo per sempre a discapito di un liberismo senza freni al servizio del Dio danaro, dell’egoismo e della lussuria più sfrenati. A guadagnarci sono in pochi e a subirne le conseguenze non sempre immediate in molti , e quei molti sono le masse.Continuiamo cosi a testa alta, sempre presenti sul territorio ad aiutare i nostri fratelli e sorelle in difficolta con amore e determinazione.Saranno loro che ci premieranno irrimediabilmente contro il sistema che ci vorrebbe alla gogna. Noi non siamo razzisti ma ragioniamo e sappiamo che prima vengono i membri della famiglia e poi tutti gli altri. Forza Simone Di Stefano non molliamo…..

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Alessandro 5 Marzo 2018 - 2:51

Triste dover soccombere alla superficialità ed ignoranza dei nemici e alla vigliaccheria di coloro che, pur identificandosi negli ideali di casapound, hanno votato per i soliti, giustificando il compromesso con la solita cazzata del voto utile. Eppure continuano a lamentarsi. Si lamentano per la condizione in cui siamo eppure hanno votato, alla fin fine, per coloro che ci hanno portato fin qui, o tutt’al più per un partito-non partito, con una non-idea e un non-programma.
Il voto a casapound (che obiettivamente ha un programma con il quale solo un pazzo o un criminale potrebbe essere in disaccordo) era l’occasione per ricominciare, per dare un segnale che potesse infondere un po’ di fiducia anche nei più codardi, ma così non è stato, purtroppo.
Il verdetto, il più amaro, è che la prima battaglia da affrontare, quella preliminare a quella politica, è la più dura di tutte: quella culturale. E questo, in un periodo di anoressia culturale e informativa come quello in cui viviamo, non è certo confortante. Ma non è un motivo sufficiente per mollare o arrendersi. Mai!

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Francesco 5 Marzo 2018 - 2:52

Prima Dio e Cristo, la famiglia e Casapound

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Nessuno 5 Marzo 2018 - 4:29

Nessun Dio, nessun Cristo.

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Francesco Retolatto 9 Marzo 2018 - 5:40

Giusto nessuno te potevi chiamà, è quello che sei.

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maxime 5 Marzo 2018 - 3:02

pensar che con una semplice crocetta si risolvan tutti i problemi e dopo poche ore si possa tornar al comodo quieto vivere è tipico dell’italiano….
mezzo milione di voti tra camera e senato non son per nulla pochi.
nonostante l’italia sia un paese di pensionati e benpensanti è giusto continuar a vivere, cotruire e lottare nel quotidiano come fatto fino ad oggi per consolidare le basi ed influenzare i giovani liberi e sani.
piedi per terra, cuore sicuro ed avanti

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Francesco 5 Marzo 2018 - 3:21

Il primo commento lucido e preciso sul risultato elettorale di CasaPound.

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rino 5 Marzo 2018 - 3:45

La tartaruga va piano, sano e lontano..

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Flavio 5 Marzo 2018 - 4:12

Purtroppo gli italiani ancora una volta hanno dato voti a partiti che gliela metteranno ancora in quel posto e poi questi 5 stelle come mai hanno preso tanto al sud ci risiamo dopo la democrazia cristiana noto baluardo mafioso ora loro ma questo meridione quando finalmente aiuterà l’Italia ?Siamo ancora pochi ma continuiamo a combattere per la libertà come ricordate i vecchi carbonari che poi alla fine riuscirono a scacciare l’invasore austriaco ricordate pochi ma buoni e soprattutto italiani veri e non vigliacchi venduti a chiunque come i porci rossi.

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antomatt 5 Marzo 2018 - 4:17

Di Stefano aveva ragione a prendersela con i media per lo scarso spazio dedicato a Casa Pound sui contenuti programmatici. Chi sta dalla nostra parte sa benissimo che dobbiamo sudare molto più degli altri per raggiungere i risultati che ci siamo prefissi, fa parte della nostra storia ed è questo che ci rende unici . Questo risultato non ci deve amareggiare ma essere di sprone per il futuro. Siamo sulla strada giusta poiché le tesi del nostro programma sono inconfutabili.Grazie a tutti per lo sforzo profuso ,è un ulteriore motivo d’ orgoglio.
Indietreggiare mai.

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Nessuno 5 Marzo 2018 - 4:30

È normale che in un’epoca post-ideologica i partiti non-ideologici come il M5S (e un po’ la Lega, che sta diventando sempre più liquida) raccattino voti.

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mario 5 Marzo 2018 - 4:33

Cari tutti chi in cuore aveva CP e poi ha votato lega ha tradito esattamente come dopo l ‘8 settenbre senza se e senza ma in primis vox che ha scritto di fare esattamente cosi il giorno prima del voto
Non ci sono scuse la realta’ è questa e questi sono i fatti .
Pensate ai ragazzi di cp aggrediti per le strade e guardatevi allo specchio se ci riuscite loro erano li e voi ?

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FRANCESCO 5 Marzo 2018 - 4:43

ALLA FINE è UN BUON RISULTATO, ANZI SOTTOLINEO CHò SOLO L’ INIZIO
SE ANDATE A VEDERE QUESTI RISULTATI SONO SIMILI ALLE POLITICHE DI 100 ANNI Fà
AVANTI COCI SI CRESCERò

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FRANCESCO 5 Marzo 2018 - 4:44

SOLO L’ INIZIO
SE ANDATE A VEDERE QUESTI RISULTATI SONO SIMILI ALLE POLITICHE DI 100 ANNI Fà
AVANTI COCI SI CRESCERò

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AntonioS 5 Marzo 2018 - 4:49

Diciamo la verità, il risultato è davvero pessimo. Qualcosa non ha funzionato. Soprattutto bisognerebbe capire come mai in zone dove CPI era forte, tipo Roma, Fiumicino, Latina ecc.. non solo non sono stati replicati i risultati di Ostia ma non si è superato il 2%. Frignare in televisione lamentandosi della poca visibilità serve a poco e, tra l’altro, non risponde nemmeno alla realtà. Salvini è stato più furbo a svicolarsi dalla ammorbante retorica antifascista. “Vota più forte che puoi”, ma le idee forti non si sono sentite. Troppi slogan e pochi contenuti. Inoltre Di Stefano dovrebbe imparare a ridere un po di più.

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Rivo 5 Marzo 2018 - 7:30

Non corrisponde alla realtà? CasaPound ha avuto visibilità televisiva con possibilità di confronto o si è solo trattato di parlarne per farla a pezzi con la solita retorica? Non mi pare che siano tutti usciti a chiedere scusa per le sospette infiltrazioni dei clan a Ostia quando si è poi scoperto non vi è stato alcun legame…

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Elettore 5 Marzo 2018 - 4:53

da commentare invece il video del Potere al Popolo! nel quale si fanno intervistare ubriachi da Mentana che li prende per il culo

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Dino 5 Marzo 2018 - 5:02

Perfetta analisi, del sempre ottimo Direttore Scianca a cui non difettano onestà intellettuale ed acume politico. Detto ciò credo che sia stato seminato bene e prima o poi CPI raccoglierà ciò che merita. Nella mia cittadina in provincia di Arezzo CPI ha raccolto un dignitoso 3%, avanti così.

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Giò 5 Marzo 2018 - 5:04

Diversamente dai commenti dei perdenti abituali ben addestrati a dichiarare vittoria sgusciando con maestria dialettica al di là dei numeri Casapound ha l’onestà di ammettere un po’ di amaro in bocca pur costatando una grande crescita numerica. Numeri ancora piccoli che percentualmente non superano lo sbarramento. Numeri che io e, penso tutti i votanti a favore, hanno sperato sorprendenti e contraddicenti i sondaggi del potere. Così non è stato e obiettivamente sono stati maggiori e diversi i motivi di chi non ha votato Casapound pur riconoscendole certa simpatia. Il calcolo ha fatto come sempre la sua parte: voglio votare per qualcuno che ha la possibilità di vincere, questa una motivazione di molti. Non voto per i “fascisti”, questa la reticenza di tanti ben indirizzati dalla feroce campagna della sinistra e dei centri sociali scatenati. LeU e Potere al popolo hanno preso voti dagli scontenti del PD. Casapound i voti se li è conquistati uno ad uno, invece. Altro motivo di riflessione per gli elettori è stato l’isolamento di Casapound che correva da sola e ha fatto pensare che non avrebbe mai potuto farcela. Beh, cosa resta? Restano quelli che hanno votato per fede e quelli, come me, che l’hanno votata per dare un voto col cuore e non per calcolo o convenienza. In conclusione….alla prossima! Sperando di sestuplicare nuovamente i voti, di far meglio conoscere i programmi, di resistere a provocazioni e attacchi, mediatici e nelle piazze. Auguriamoci “in bocca al lupo” per la prossima volta che, visti i chiari di luna di chi dovrà tentare di formare un governo, potrebbe essere più vicina di quanto ci si immagini.

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AntonioS 5 Marzo 2018 - 5:29

Diciamo la verità, il risultato è davvero pessimo. Anche nelle zone dove CPI avrebbe dovuto letteralmente sfondare, come Roma, Latina, Fiumicino, ecc non si è raggiunto nemmeno il 2%. Frignare in televisione denunciando la poca visibilità non serve a nulla e, tra l’altro, non corrisponde nemmeno alla realtà. E’ mancato qualcosa nella comunicazione con gli elettori. “Vota più forte che puoi”, ma i messaggi forti non si sono sentiti. Troppi slogan e pochi contenuti. Inoltre Salvini si è rivelato più furbo nel sapersi svicolare dalla retorica ammorbante dell’antifascismo.
Per finire, se posso, Di Stefano è apparso troppo serio, eccessivamente immedesimato nella “tragicità” del Suo ruolo (come direbbe il Direttore Scianca)

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gilberto giudici 5 Marzo 2018 - 5:50

forza ragazzi siete davvero la parte pulita di questo paese e l analisi dei dati elettorali dimostra tanta pulizia morale da vecchio attivista del fronte della gioventù mi avrete sempre accanto

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rino 5 Marzo 2018 - 8:05

Il voto dei sovranisti è andato ad altri partiti. Per il bene dell’Italia il mio augurio è che sappiano farne buon uso.

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Blackmamba 5 Marzo 2018 - 9:57

L’italiano non ha capito niente.potevano cambiare qualcosa e sentirsi veri italiani e votare per qualcuno che veramente ha parlato d’ italianità non di tante promesse campate al vento.smettete di farvi del male da soli con questi vecchi che non pensano altro che al loro portafoglio.svegliatevi prima che sia troppo tardi,visto che ormai stiamo già toccando il fondo.siamo in italia prima vengono gli italiani poi gli altri che dimostrano di guadagnarsi il pane.non che io devo pensare anche a loro con le varie difficoltà che si vivono in Italia in questi periodi.forza tartaruga sempre.

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marco 6 Marzo 2018 - 2:43

A mio avviso Casapound non ha sbagliato nulla: un programma avanti anni luce, spot stupendi, molto lavoro e una eccellente esposizione, Di Stefano mi sembrava un condottiero Romano.
Volevo votare 5 stelle, ma a una settimana dal voto, ho conosciuto Casapound, ho letto il programma, e anche grazie ai video dell’avvocato Marco Mori, ne sono stato completamente conquistato, e ho fattivamente convinto altre persone al voto in questa stessa direzione.
Senza una sovranità monetaria, non si può fare nulla…se ne accorgeranno molto presto.

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Claudio 6 Marzo 2018 - 7:09

Di Stefano ad exit poll presentati ha detto che sotto il 3% era una sconfitta, alla fine ha preso neanche l’1%, quindi triplice sconfitta, punto…
Magari invece che passare il tempo a fare a gara a chi è più fascista, deridere i militanti di centrodestra e a storpiare i nomi degli altri partiti la prossima volta parlare di contenuti e fare un confronto costruttivo con il cdx potrebbe dare frutti maggiori.

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Cristiano 6 Marzo 2018 - 2:18

Condivido pienamente. Poi un poco di ironia in più può fare molto bene!

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marco 6 Marzo 2018 - 8:24

Fratelli, ricordiamo sempre che le radici profonde non.gelano… In piedi tra le rovine!

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La scoppola elettorale per CasaPound e la lezione da trarne – Parte 1 – Vera Identità 6 Marzo 2018 - 5:07

[…] c’è”. Ora questa seconda frase, peraltro parte del titolo di un articolo di Scianca (link), mi ha proprio mandato in […]

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AntonioS 6 Marzo 2018 - 8:07

Liquidare l’ esito del voto come un successo per aver triplicato/quintuplicato i voti e’ una cagata. La verita’ e’ che non si è centrato l’ obbiettivo e si sono persi voti dove il movimento era più forte. Ci sono state operazioni fallimentari come la candidatura di Berselli a Bologna, dettate esclusivamente dalla smania di raggiungere il 3%. Autoassolversi non.mi sembra l’ atteggiamento più costruttivo.

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