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Caso Bifolco, Di Stefano (Cpi): “Appurare subito le responsabilità”

by La Redazione
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intervistaSimone.Still001Roma, 10 set – Fa ancora discutere il caso di Davide Bifolco, il diciassettenne ucciso in modo poco chiaro dopo aver ignoranto l’alt a un posto di blocco, a Napoli. “Si chiariscano subito le dinamiche di questa terribile tragedia. Il nostro concetto di autorità non ha niente a che vedere con lo stato di polizia”, afferma Simone Di Stefano, vicepresidente di CasaPound Italia.

Di Stefano, che impressione le ha fatto la vicenda della morte di Davide?

È una terribile tragedia di cui mi auguro che al più presto vengano appurate le dinamiche e le responsabilità. Possibilmente senza inverosimili versioni di comodo.

I casi Sandri, Cucchi, Aldrovandi, ora quello di Bifolco, per quanto molto diversi fra loro, evidenziano un problema nel rapporto fra cittadinanza e forze dell’ordine?

Non so se ci sia un problema strutturale o meno. Credo tuttavia che l’uso della forza da parte delle forze dell’ordine debba essere limitato ai casi di reale emergenza e che in nessun caso (penso alla vicenda di Stefano Cucchi) si debba esercitare verso chi sta già soffrendo le privazioni della vita carceraria. Nel caso specifico di Napoli, io non sono un giurista e non voglio sostituirmi ai giudici, ma alcune sentenze della Cassazione spiegano chiaramente che il fatto di non fermarsi all’alt dei carabinieri non è motivo sufficiente affinché questi sparino.

Quali sono le proposte di Cpi?

Nel nostro programma, già in tempi non sospetti, sono presenti alcune proposte significative rispetto al rapporto tra cittadini e forze dell’ordine, dalla stesura di un codice deontologico e giuridicamente vincolante per tutti gli appartenenti alle forze dell’ordine all’introduzione di una specifica normativa antitortura relativa al comportamento delle forze dell’ordine nelle carceri e nelle caserme, fino alla obbligatorietà di un numero di matricola ben visibile sul casco o sull’uniforme degli appartenenti ai reparti antisommossa al fine di individuare i responsabili di eventuali abusi. Ma, ribadisco, per casi come quello di Davide Bifolco la legge vigente è già abbastanza chiara.

CasaPound Italia vuole uno stato forte e che si fa rispettare: che rapporto c’è tra questo auspicio e quanto accaduto a Napoli?

Uno Stato forte è quello che sa agire con forza di legge, non per mezzo dell’arbitrio. Il nostro concetto di autorità non ha niente a che vedere con lo stato di polizia. Peraltro credo che inchieste trasparenti su casi come quello di Napoli facciano solo bene alle stesse forze dell’ordine, che ne acquistano in credibilità.

Giorgio Nigra

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