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Alba dorata, il giudice: “Vadano a processo”

by Melania Fiori
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Atene, 4 feb – Il giudice istruttore Isidoros Dogiakos, che aveva chiesto il rinvio al giudizio per la classe dirigente di Alba Dorata, si è pronunciato oggi. Le 72 persone, tra cui Michaloliakos, leader del movimento e il portavoce del partito Ilias Kassidiaris – e 18 deputati saranno sottoposte a processo per “associazione a delinquere”.

La magistratura greca aveva avviato un’inchiesta su presunte attività criminali del partito a seguito dell’uccisione del rapper antifascista Pavlos Fyssas, avvenuta ad Atene il 18 settembre 2013 per mano di Georgios Roupakias, supposto simpatizzante di Alba dorata.

I 72 detenuti erano trattenuti in carcere “preventivamente”, in attesa del pronunciamento del giudice istruttore, che prima delle elezioni aveva già rinviato il giudizio. La notizia è nuovamente uno shock per il partito che alle ultime elezioni in Grecia si è confermato come terza forza politica, rimanendo abbondantemente sopra il 6 %.

La data del processo non è ancora stata resa nota e pende come una nuova spada di Damocle sulle teste dei 70 detenuti. Nonostante gli annunciati cambiamenti dell’innovatore e lungimirante governo Tsipras, l’atmosfera per Alba Dorata si sarebbe fatta quindi, non sorprendentemente, più pesante di prima.

Melania Fiori

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2 comments

Repressione contro Alba Dorata 5 Febbraio 2015 - 10:45

[…] […]

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Guglielmo Rinaldini 28 Febbraio 2016 - 1:06

In Grecia come in Italia e altri paesi europei è tuttora forte l’Internazionale Comunista che all’interno di partiti e sindacati come parte del Labour Party inglese, nel Partito Umanista svedese, nel PD italiano, nel Pasok greco, e soprattutto all’interno dell’intelligence e della magistratura, esercita una azione eversiva internazionale. Il caso greco è emblematico, nello stesso tempo due simpatizzanti di Alba Dorata vengono ammazzati con una azione terroristica professionale a colpi di armi sovietiche del tipo Zastava e cose del genere, mentre i giudici senza interpellare il Parlamento arrestano i vertici di un partito con accuse senza prove sulla base di un omicidio compiuto da una persona con nome e cognome che non aveva alcun ruolo dirigenziale nel partito. Lo stesso Ilias Kasidiaris viene tenuto in galera un anno solo perche’ deteneva un arma. Cosa che negli USA non costituisce reato e che sicuramente non ha alcuna relazione ne con l’omicidio del rapper dove abbiamo un reo confesso ne con le fantasiose quanto eversive accuse di questi pseudogiudici.

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