Roma, 24 giu – Quando si parla di immigrazione è facile in questi tempi imbattersi nella teoria della “Grande Sostituzione”, secondo cui il popolo europeo viene progressivamente rimpiazzato da stranieri immigrati da più parti del mondo, specialmente Africa e Medioriente. Altrettanto facile è ascoltare o leggere considerazioni che cercano di “sbufalare” questa teoria che, tuttavia, ha dei riscontri statistici con la realtà di tutti i giorni.
È la stessa Caritas a darcene una conferma: “Al 1° gennaio 2016 le persone di cittadinanza straniera risultavano essere 5.026.153, pari all’8,3% della popolazione complessiva” questo è quello che si può trovare nel rapporto presentato in data 21 Giugno 2017 a Roma da Caritas italiana e Fondazione Migrantes intitolato “Nuove generazioni a confronto”. Continuando a leggere il rapporto, emerge un ulteriore dettaglio riguardante le scuole italiane e i stranieri nativi sul suolo italiano: “Su 814.851 alunni con cittadinanza non italiana nelle scuole nell’anno scolastico 2015/2016 (il 9,7% del totale), più della metà – il 58,7% – sono nati in Italia” confermando così l’ingente presenza dell’elemento straniero nelle nostre scuole (1 su 10), creando problemi sociali che tutti conosciamo, spesso causando rallentamenti e difficoltà ai docenti dovuti per esempio all’incomprensione della lingua italiana. Inoltre questa percentuale non è dilatata lungo il territorio nazionale, ma si concentra in specifiche città, zone e quartieri, dunque non è difficile imbattersi in classi formate quasi interamente da alunni stranieri. Nascere in Italia non significa ereditarne la cultura, la tradizione, religione e perfino la lingua italiana e, dove vi è una differenza così preponderante nei termini precedentemente enunciati, ecco che ad integrarsi deve essere la scuola italiana e i bambini italiani.
Considerando l’ultimo dibattito sulla discussa legge suicida sullo Ius Soli, è senza dubbio interessante analizzare un altro dato presente nel rapporto Caritas riguardante l’acquisizione della cittadinanza con la legge attualmente in vigore. Infatti “le acquisizioni di cittadinanza (al 31 dicembre 2015) con la legge attualmente in vigore sono state 178.035, con un aumento del 37,1%. I diciottenni che hanno fatto richiesta erano 10.000 nel 2011, sono diventati 66.000 nel 2015.”. Leggendo il dato ci si chiede allora l’utilità effettiva di questo Ius Soli in un sistema che sembra essere già efficiente secondo gli ideali della sinistra social-liberale italiana, tuttavia bisogna considerare che il loro obiettivo non è facilitare l’integrazione ma “regalare” la cittadinanza indiscriminatamente, metodo senz’altro più comodo per fare demagogia e propaganda su una presunta “integrazione” dell’elemento straniero che non vede l’ora di diventare italiano, sbandierando l’inefficienza di una legge che, dati alla mano, già funziona.
Ma ciò che preoccupa maggiormente sono le seguenti parole, che non fanno altro che confermare ciò che è sotto gli occhi di tutti: “L’Italia sta diventando un Paese sempre più multiculturale, con 198 nazionalità diverse e famiglie residenti”. È ormai chiaro l’intento di compensare il calo demografico italiano con l’immigrazione incontrollata e che quest’ultima sarà favorita con una legge che impedirebbe agli elementi dichiarati pericolosi di essere estradati, come sta succedendo in Francia e in Inghilterra, dove Karim Cheurfi o Salman Abedi, gli attentatori di Parigi e Manchester, erano già noti alla polizia ma in quanto possessori della cittadinanza, rispettivamente francese e britannica, non potevano essere cacciati, finendo così in uno stallo che ha permesso loro di organizzare attentati di una crudeltà di certo non appartenenti alla cultura europea.
Nel marzo di quest’anno il nuovo rapporto Istat segnalava nel 2016 un calo a sole 474mila nascite, i decessi invece sono stati 608mila, con una perdita dunque di 134mila italiani. I dati sull’immigrazione invece registrano l’ingresso di 293mila nuovi residenti, mentre solo 157mila hanno lasciato il nostro paese, con un saldo positivo, quindi, di 136mila nuovi immigrati.
Alla luce di questi dati, è difficile non credere al fatto che il nostro paese sta diventando sempre meno italiano, sostituito dalla presenza di sempre più stranieri. Insomma, è difficile non credere alla Grande Sostituzione considerando inoltre che l’immigrazione incontrollata nel 2017 sta battendo ogni record precedentemente raggiunto.
Davide D’Anselmi