Roma, 15 nov – “L‘Italia deve farsi sentire nella Ue contro quegli Stati di bandiera delle navi Ong che favoriscono gli sbarchi di clandestini“: ne è convinto l’ammiraglio (ris) Nicola De Felice. Esperto di Legge del mare e di strategia per la sicurezza nazionale, De Felice è nemico giurato dei trafficanti di esseri umani e ci spiega come il governo deve intervenire per fermare l’immigrazione clandestina. Anche perché, come sottolinea De Felice, “non era mai successo negli ultimi anni un tale incremento esponenziale, in pieno autunno, di sbarchi di clandestini in Italia“.
I numeri non mentono. “Dopo lo sbarco a Trapani di 847 clandestini dalla nave Ong tedesca Sea Eye 4, poi è toccato alla nave Ong norvegese Ocean Viking che ha sbarcato ad Augusta 306 clandestini. Secondo i dati del ministero dell’Interno, gli sbarchi nel 2021 sono raddoppiati rispetto al 2020. E sestuplicati rispetto al 2019, quando c’era Salvini a capo di quel ministero”, fa presente l’ammiraglio.
Le navi Ong parlano di soccorso in mare…
“Guardi, le percentuali delle nazionalità sbarcate parlano chiaro. Non ci sono né profughi né naufraghi, ma solo gente che, per la maggior parte, intende clandestinamente emigrare in Italia per puri motivi economici. Pagando un lauto pizzo ai mercanti di esseri umani, smanianti di far arrivare i barconi zeppi di disgraziati sottobordo alle navi Ong. In ‘pendolamento premeditato’ davanti alle coste libiche. Ad oggi, nel 2021 il 26% sono tunisini, al secondo posto con l’11% ci sono a pari merito i bengalesi e gli egiziani. A seguire gli iraniani con il 6%, inseguiti dalle altre nazionalità prevalentemente subsahariane, con percentuali minori. Anche un cieco vedrebbe dietro questa operazione di flusso continuo un business ben organizzato di criminali mercanti di etnie africane ed asiatiche che entrano in Italia”.
Gli altri Paesi dicono no agli sbarchi e le navi vengono tutte da noi
“Il nostro Paese è riconosciuto come ventre molle dell’Europa a causa di una scellerata politica di apertura porti, estremamente deleteria. Anche in concomitanza di una pandemia che non vuole farci tornare in libera circolazione, ma che, per contro, permette ai clandestini di sbarcare impuniti in Italia, senza particolari controlli”.
Lamorgese fa bene il suo lavoro?
“Dopo le ultime dichiarazioni del ministro Lamorgese in merito alla sua carriera ed al suo stipendio, è evidente che non possiamo basarci più di tanto sulle sue competenze, ma che si debba portare all’attenzione del presidente del Consiglio Draghi la problematica in parola. Ciò anche perché il flusso clandestino è praticamente supportato a livello europeo da Germania, Norvegia e Spagna. Spinte evidentemente da motivi di politica interna. Tesa ad accontentare quella parte di elettorato radical chic di sinistra che insiste inopinatamente sulle teorie del ‘globalismo comunque'”.
Perché punta il dito contro Germania, Norvegia e Spagna?
“Queste nazioni continuano ad infrangere le regole internazionali del diritto marittimo e della convivenza solidale nell’Unione europea. La Norvegia, pur non facendo parte dell’Ue, ha ratificato il Trattato di Dublino. Mentre l’Ue si agita per pochi illegali che la Bielorussia sta spingendo in Polonia, anche con dichiarazioni da parte di alti rappresentanti dell’esigenza di costruzioni di muri alla frontiera Est, continua il menefreghismo assoluto verso la vera emergenza. Ossia quella delle tratte organizzate in Africa ed in Asia da parte dei faccendieri di esseri umani in Italia. Se in autunno, con mare grosso, abbiamo queste percentuali di arrivi, figuriamoci cosa succederà la prossima primavera”.
E’ solo colpa del ministro dell’Interno?
“La tematica non coinvolge solo il ministero dell’Interno, ma soprattutto quello degli Esteri e la cabina di regia affidata al presidente Draghi. Il quale non può più delegare al povero ministro Lamorgese (perché la responsabilità è sua e non si può delegare), premendo sugli Stati europei affinché sia risolta la problematica in parola. In punta di diritto internazionale”.
Cosa dovrebbe fare il governo?
“La moral suasion deve indirizzarsi in particolare su quelle nazioni che mantengono la bandiera sulle navi Ong, rendendosi così colpevoli di ‘sostegno indiretto’ all’immigrazione clandestina. Contemporaneamente, il presidente Draghi deve attivarsi sul piano non solo diplomatico, ma anche economico e militare verso gli Stati di transito della sponda Sud del Mediterraneo. Affinché cessi questa emorragia incontrollata. Questo vuol dire saper governare e tutelare gli interessi nazionali e del popolo italiano. Obiettivo principe di un governo che si vuol ritenere serio e pragmatico”.
Adolfo Spezzaferro
2 comments
Certo, se attaccano Lukashenko per quattro gatti che giungono al confine della evanescente Unione E., grazie a visti e ai voli su Minsk, oggi abbiamo ben più ragioni da vendere!
[…] dell’ammiraglio di divisione (ris) Nicola De Felice. Esperto di sicurezza nazionale (nonché nemico giurato delle navi Ong che ci riempiono di clandestini), De Felice ci ha spiegato chi ha ragione nell’escalation Usa-Russia e quale dovrebbe essere il […]