Roma, 9 mar – “Seguiamo le regole e l’Italia si rialzerà, la vera differenza ora la devono fare tutti i cittadini“. In un’intervista a Repubblica, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte lancia un appello agli italiani per fronteggiare l’emergenza coronavirus. “Dobbiamo fidarci degli scienziati”, è convinto il premier, che ribadisce le norme per evitare il contagio: “Manteniamo la distanza di un metro, evitiamo baci, abbracci, strette di mano, rispettiamo le altre regole. Per parte nostra, con il decreto legge approvato venerdì sera abbiamo predisposto un piano straordinario per rinforzare il personale medico e infermieristico, mentre con altre iniziative ci siamo garantiti alcune linee produttive, qui in Italia, per disporre di attrezzature specialistiche per terapia intensiva e sub-intensiva“. Conte poi confessa di aver fatto anche lui il tampone e di essere risultato “negativo”. “I miei medici sono premurosi. Mi seguono con attenzione e ho piena fiducia in loro” aggiunge il premier.
“Chiudere scuole non è stata decisione facile. Nei prossimi giorni decideremo se prolungare la chiusura”
Poi spiega che chiudere le scuole “non è stata una decisione facile” in quanto “sappiamo che stiamo chiedendo alle famiglie e ai tanti genitori con figli uno sforzo non trascurabile”. Tuttavia, “nei prossimi giorni avremo un quadro più chiaro sugli effetti delle misure adottate e decideremo se prolungare questa misura, comunicandola per tempo alle famiglie“.
“Fuga di notizie? Improvvida. D’ora in poi rigide misure”
Quanto alla fuga di notizie che ha anticipato all’opinione pubblica i contenuti del decreto scatenando il panico e il fuggi fuggi da Milano, il premier dichiara che “quell’anticipazione ai media è stata improvvida“. “L’ho detto chiaramente: in questa fase così complessa è fondamentale parlare con una sola voce”. Ma assicura anche che “d’ora in poi adotteremo rigide misure affinché non trapelino provvedimenti non definitivi“.
Conte sostiene che non sia stato Palazzo Chigi a far trapelare la notizia. “Assolutamente no. A tarda sera, quando la bozza è stata inviata – come prevede la legge – ai ministri e ai presidenti delle Regioni, ci siamo ritrovati con un paese che discuteva di misure provvisorie su cui io stesso mi ero riservato di effettuare definitive valutazioni. D’ora in poi adotteremo contromisure severe affinché situazioni del genere non si ripetano più. La riservatezza degli atti normativi in corso di formazione va tutelata al massimo grado”.
“Spostamenti solo se davvero necessari”
Poi il capo del governo tiene a precisare che “il Nord non è propriamente una zona rossa” perché “non abbiamo posto un divieto assoluto di ingresso e di uscita tra le due grandi aree del Paese”. Semmai, “abbiamo però introdotto delle limitazioni alla circolazione delle persone, che valgono anche all’interno dell’area settentrionale“, dice Conte, che si appella: “Tutti sono invitati a diradare le occasioni di trasferimento, limitandole a esigenze lavorative, a casi di necessità e a motivi di salute”.
“Subito 7,5 miliardi per l’emergenza. Daremo fondo a tutte le nostre risorse”
Spiega che il governo ha “messo sul piatto subito 7,5 miliardi di euro per sostenere le imprese più direttamente colpite ma anche le famiglie e i lavoratori, con opportuni ammortizzatori sociali” e che comunque “non ci fermeremo certo qui”, assicura, ma “dovremo ricorrere a una terapia d’urto massiccia” e “per uscire da questa emergenza daremo fondo a tutte le nostre risorse umane ed economiche“.
“Difficile fare previsioni, virus nuovo con tasso di virulenza che ancora stiamo sperimentando”
“In questi giorni ho ripensato a vecchie letture su Churchill, è la nostra ora più buia, ma ce la faremo“, dice poi il premier con un paragone un po’ forzato, visto che se proprio vogliamo essere precisi i cinesi non sono i tedeschi della Seconda guerra mondiale, e il grosso dei danni purtroppo ce lo siamo inflitto da soli. “Voglio essere onesto e chiaro, come sempre – spiega il premier – adesso è assai difficile fare previsioni, perché siamo di fronte ad un virus nuovo e con un tasso di virulenza che ancora stiamo sperimentando. Il governo coordina con la massima intensità e concentrazione la macchina organizzativa. Due sono gli obiettivi da raggiungere: contenere la diffusione del virus e potenziare le strutture sanitarie perché possano reggere a questa sfida. Siamo un Paese forte”.
Adolfo Spezzaferro
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