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“L’ incubazione del coronavirus potrebbe durare 24 giorni”. Nuovo allarme dai ricercatori

by Cristina Gauri
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Roma, 10 feb – Arrivano nuovi preoccupanti aggiornamenti sul coronavirus dalla Cina. Il periodo di incubazione del 2019-nCoV “potrebbe durare fino a 24 giorni”. Lo rivela un nuovo studio condotto, fra gli altri, dall’epidemiologo cinese Zhong Nanshan. Nanshan, il cui nome è noto a livello internazionale per il suo lavoro nella gestione dell’epidemia di Sars nel 2003, ha spiegato in un articolo che “l’incubazione potrebbe essere di zero giorni o arrivare fino a 24, dieci giorni in più di quanto si credesse in precedenza”. L’articolo è un peer review, in attesa cioè di essere sottoposto alla revisione di altri colleghi ricercatori, ma se le ipotesi dello scienziato dovessero trovare conferma, tutte le misure di quarantena andrebbero riviste e modificate. Ad oggi, il protocollo di gestione dell’epidemia prevede 14 giorni di isolamento per chi è risultato positivo al tampone orofaringeo, per chi è stato nelle zone a rischio o è venuto in contatto con altri infetti.

Nel frattempo, uno studio appena pubblicato da ricercatori tedeschi sul Journal of Hospital Infection lancia un altro allarme: i coronavirus umani «possono rimanere infettivi sulle superfici inanimate a temperatura ambiente fino a 9 giorni». Dal canto suo, il virologo Roberto Burioni fa presente che la notizia va prese con le pinze  «Questo, però, badate bene, significa solo che c’è il virus, perché i dati sulla trasmissibilità attraverso il contatto con una superficie contaminata non sono disponibili per il coronavirus».

«Sappiamo però che per altri virus, come l’influenza», il contagio «può avvenire, per cui rimane validissimo il consiglio di lavarsi bene le mani», spiega. Ma c’è anche una notizia buona: «I coronavirus sono molto facili da inattivare. Basta la candeggina diluita, l’alcol e i gel disinfettanti a base di alcol. Che dobbiamo usare perché in Italia il coronavirus non c’è – e speriamo non arrivi – ma l’influenza “normale” non solo c’è, ma sta raggiungendo il suo picco e questi detergenti inattivano anche il virus che la causa».

Cristina Gauri

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