Roma, 3 mag – Se finalmente c’è arrivata anche Repubblica, significa che forse non era solo una fissazione dei sovranisti. Mes e condizionalità – e quindi, ad un certo punto, anche l’arrivo della Troika – sono elementi tra loro reciprocamente includentisi: non esiste ricorso al Meccanismo senza condizioni, non esiste quindi che l’Italia, qualora vi adisse, possa in qualche modo deviare da una qualche forma di “sorveglianza” – più o meno approfondita – demandata in primis a Commissione europea e Bce.
L’articolo 136 del Tfue
La prima ragione risiede nell’articolo 136 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, che costituisce uno dei pilastri su cui si fonda l’architettura dell’Ue. Rispetto alla versione originaria, l’articolo in oggetto è stato emendato nel 2011 (il Trattato fu ratificato dall’Italia nel 2008) aggiungendo un terzo comma: “Gli Stati membri la cui moneta è l’euro possono istituire un meccanismo di stabilità da attivare ove indispensabile per salvaguardare la stabilità della zona euro nel suo insieme. La concessione di qualsiasi assistenza finanziaria necessaria nell’ambito del meccanismo sarà soggetta a una rigorosa condizionalità“.
La scelta di inserire il comma aggiuntivo è da rintracciarsi nella necessità di dare una qualche base giuridica al Mes (il “meccanismo” di cui si parla) che proprio in quegli anni iniziava a vedere la luce: diventerà operativo nel 2012. L’esistenza di condizionalità non è dunque un accessorio, bensì un dettato estremamente forte – possiamo quasi dire fondativo – che vincola qualsiasi decisione presa in tale sede. Giusto per la cronaca: Roberto Gualtieri, all’epoca europarlamentare, fu assieme al tedesco Elmar Brok uno dei relatori della risoluzione di modifica del Trattato in seno all’assemblea.
Il Trattato istitutivo del Mes
Non è d’altronde un caso che il Trattato che istituisce il Mes richiami – ben due volte – proprio quell’articolo tra le sue premesse. Al Trattato viene poi demandata la specificazione nel dettaglio delle clausole di condizionalità.
Si parte con l’articolo 12 (“Principi”), il quale al primo comma statuisce che il Mes “può fornire a un proprio membro un sostegno alla stabilità, sulla base di condizioni rigorose commisurate allo strumento di assistenza finanziaria scelto. Tali condizioni possono spaziare da un programma di correzioni macroeconomiche al rispetto costante di condizioni di ammissibilità predefinite”. Segue l’articolo 13, che al terzo comma affronta il tema della sottoscrizione di “un protocollo d’intesa [noto alle cronache come “memorandum”, ndr] che precisi le condizioni contenute nel dispositivo di assistenza finanziaria” e la cui redazione è affidata “alla Commissione europea di concerto con la BCE e, laddove possibile, insieme all’FMI”. Signore e signori, ecco a voi la Troika.
Il regolamento 472/2013
Potevano bastare due trattati? Certo che no: a dare man forte arriva anche il regolamento Ue 472 del 2013, “sul rafforzamento della sorveglianza economica e di bilancio degli Stati membri nella zona euro che si trovano o rischiano di trovarsi in gravi difficoltà per quanto riguarda la loro stabilità finanziaria”.
All’articolo 7, il regolamento si occupa di disciplinare l’operatività del programma (contenuto nel protocollo d’intesa o “memorandum” di cui si è detto) di aggiustamento macroeconomico siglato dallo Stato che abbia fatto richiesta di sostegno al Mes.
Il protocollo, nei fatti, non è mai unico né immutabile: può essere modificato in qualsiasi momento (comma 7) se si riscontrano “deviazioni significative”, bastando allo scopo una delibera a maggioranza qualificata da parte del Consiglio Ue – nel quale l’Italia non avrebbe alcuna possibilità di opporre una minoranza di blocco, provare per credere. C’è già un precedente: quello della Grecia, che dopo la firma del primo memorandum se li è visti cambiare in corsa più volte sotto i propri occhi. E ne avrà almeno fino al 2060.
Filippo Burla
2 comments
Sembra che il governo stia investendo pesantemente nel sistema di controllo dei cittadini considerando la grande numerosità di posti di blocco!!!Visto che il virus ha una quasi nulla mortalità nei soggetti sani senza malattie concomitanti non era meglio spendere gli stessi soldi nella lotta alla criminalità comune?
Stipendi Polizia ai tempi del COVID-19:
Per quanto riguarda il lavoro straordinario si ha;
-19,79€ orari a fronte di 70 ore pagabili mensilmente
Per l’indennità di ordine pubblico, sia per chi è in sede che per coloro che lavorano fuori sede (e sono particolarmente esposti al rischio contagio) , abbiamo 29,43€ l’ora (a fronte di 20 ore mensili) per chi lavora fuori sede e 17,25€ (sempre per 20 ore) per chi è in sede.
Quindi tra una cosa e l’altra si puo’ anche arrivare a quasi 2000 euro lordi in piu’ al mese!!E questo mentre a molti italiani non è stato nemmeno permesso di lavorare!
[…] Roma, 7 lug – La prima notizia è che il Mes ha un profilo Twitter. Il che suona già abbastanza bizzarro. Qual è la necessità per un fondo Ue – che gli Stati europei possono decidere se attivare o meno – di comunicare sui social? Che ci deve dire in più rispetto a quanto non facciano già i vari profili delle istituzioni europee? La risposta è semplice: fare propaganda. E così nell’attesa che qualche governo europeo ci caschi e attivi il meccanismo – tutti i fari puntano sul nostro – si rilanciano magari le interviste a Repubblica del segretario generale del Mes, l’italiano Nicola Giammarioli, che ci racconta come i soldi dell’organizzazione siano sostanzialmente “aggratis” e non prevedano “né clausole, né austerità”. Eppure alcuni incorreggibili sovranisti continuano a nutrire in merito più di un lecito dubbio. […]