Roma, 9 gen – Il 2020 ha visto 78 milioni di arrivi e 240 milioni di presenze turistiche in meno in Italia a causa delle restrizioni per Covid: per il turismo un balzo all’indietro di almeno 30 anni. L’allarme è lanciato Confturismo-Confcommercio. Lo riporta Agi.
Siamo tornati alle cifre del 1990, quindi, nonostante un italiano su 4 stia accarezzando l’idea, Dpcm permettendo, di concedersi un piccolo break entro febbraio. Ma data la mancanza di certezze, con l’Italia ancora suddivisa per colori e le Regioni chiuse, ben pochi lo hanno effettivamente pianificato. Si potrà parlare di ferie – si spera – solo la prossima estate.
Il turismo in ginocchio per le restrizioni contro il Covid
«Il 2020 si chiude con meno 78 milioni di arrivi e meno 240 milioni di presenze turistiche in Italia, ai quali va aggiunta l’ulteriore perdita dei circa 36 milioni di italiani che non sono andati all’estero. Le lancette dell’orologio del turismo sono tornate indietro di 30 anni», è il triste bilancio di Luca Patanè, presidente di Confturismo Confcommercio.
Non ci sono piani per il turismo
«Eppure, non solo nella legge di bilancio 2021 per il turismo c’è ben poco ma ad oggi non abbiamo visto neanche un progetto vero e proprio per il settore nella pianificazione per accedere al Recovery Fund – spiega Patanè – Confturismo-Confcommercio ha presentato da tempo proposte a tutti i livelli ma, concretamente, non è accaduto nulla, neanche la più volte annunciata apertura del tavolo per aggiornare il Piano strategico del turismo, fermo al 2017».
Due scenari
Dall’indagine Swg emergono due scenari. Il primo, è quello di un turismo a «breve scadenza, entro fine febbraio, con 1 intervistato su 4 che prevede di concedersi una pausa di massimo 3 giorni in Italia», misure anti Covid permettendo. «Un’idea, più che un vero e proprio programma di vacanza, visto che, fra questi, il 72% non ha ancora scelto la destinazione né tanto meno prenotato, e la stragrande maggioranza delle preferenze si indirizzano verso seconde case di proprietà o di amici. Insomma, non è turismo».
Il secondo «è quello delle previsioni a più lunga scadenza, dove gli italiani sembrano puntare a una vacanza di 3/7 giorni tra giugno e luglio, nel 28% dei casi, e di oltre 7 giorni tra luglio e settembre, per uno su due. Questo naturalmente a patto che l’epidemia torni davvero sotto controllo».
Cristina Gauri