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Leucemia e non solo: dall’Italia una terapia rivoluzionaria che evita anche le recidive

by Francesco Meneguzzo
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Lifociti T, la cui ingegnerizzazione in laboratorio rappresenta il cuore della nuova rivoluzionaria terapia anti-cancro

Milano, 17 feb – I ricercatori italiani del Irccs – San Raffaele, a Milano e Roma, hanno sviluppato una nuova terapia anti-cancro che utilizza cellule immunitarie contro la leucemia e ha dimostrato un successo straordinario nelle prove cliniche. Un numero impressionante di pazienti in stadio avanzato hanno goduto della remissione della grave malattia o comunque della scomparsa dei sintomi, nonostante fossero stati loro pronosticati solo pochi mesi di vita. La cosiddetta terapia “T-cell” prevede la rimozione di cellule immunitarie dai pazienti, la trasformazione di tali cellule in laboratorio mediante l’introduzione di molecole “recettori”, quindi il reimpianto nell’organismo dei pazienti stessi.

Dei 35 pazienti affetti da leucemia linfoblastica acuta trattati nelle prove cliniche, ben il 94% hanno visto scomparire i sintomi in seguito all’applicazione della terapia. Oltre 40 pazienti affetti da linfoma sono andati in remissione per oltre il 50% della malattia, mentre in un gruppo di persone affette da linfoma non-Hodgkin oltre l’80% dei casi ha visto una diminuzione dei sintomi. “Sono stati trattati pazienti che non avevano più alcuna speranza e a cui rimanevano da due a cinque mesi di vita”, ha dichiarato il ricercatore Stanley Riddell, del Centro di ricerca sul cancro “Fred Hutchinson” dello Stato di Washington negli Stati Uniti – coinvolto nella sperimentazione – in un discorso al meeting annuale dell’Associazione americana per l’avanzamento della scienza (Aaas). Il medesimo scienziato ha aggiunto poi che “non ha precedenti nella medicina ottenere risposte così frequenti ed elevate in pazienti in stadio così avanzato”.

La ricercatrice Chiara Bonini, capo unità di ematologia sperimentale al San Raffaele di Milano, non ha esitato a definire “rivoluzionaria” la nuova terapia, evidenziando che i linfociti T sono come una “medicina per la vita” e “hanno la potenzialità per sopravvivere e difendere l’organismo per le nostre intere vite”. Le cellule T sono parte integrante del sistema immunitario e aiutano a identificare virus e batteri, nonché a conservare una “memoria” di precedenti infezioni, in modo da lanciare rapide risposte immunitarie quando l’organismo è soggetto ad attacchi ripetuti. Proprio come un vaccino, queste cellule magiche, dopo l’opportuno trattamento in laboratorio, possono ricordare la malattia e proteggere anche a distanza di decenni, evitando quindi anche le recidive.

Per il momento, la lunga sperimentazione ha riguardato soltanto tumori del sangue, e i ricercatori stessi ammettono che rimane molto lavoro da fare per altri tipi di neoplasie, nonché per verificare quanto a lungo i pazienti rimangono in remissione in seguito all’applicazione della nuova terapia immunologica, così come devono essere attentamente valutati eventuali effetti collaterali al fine di poter trattare con fiducia anche pazienti che non abbiano fallito tutte le altre terapie – chirurgica, radiologica e chemioterapica.

Francesco Meneguzzo

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