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Rouen, la freddezza del Vaticano e le parole di Sgarbi: “questo è il tempo della guerra”

by Emmanuel Raffaele
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Roma, 27 lug – 1458850616-ansa-20160324204618-18296401“Francesco lo sa: questo è il tempo della guerra. Onoriamo i nostri morti. Francesco proclami santo il suo soldato Jacques. Un cristiano, un prete, un martire. Riconosca il giusto davanti al mondo. La chiesa deve combattere per la pace. Non invocarla inerte”. Con una nota di non inaspettata profondità pubblicata oggi sui social, dopo i fatti di Rouen, Vittorio Sgarbi invita la Chiesa a darsi una mossa: non si limiti a stare a guardare. Parole misurate nei toni, pregne di contenuti e forti nel significato, che seguono alla inquietante freddezza del commento del Vaticano: “Il Papa è informato e partecipa al dolore e all’orrore per questa violenza assurda, con la condanna più radicale di ogni forma di odio e la preghiera per le persone colpite”. Nessun accenno al terrorismo islamico, piuttosto concetti generici e francamente banali trattandosi del capo della Chiesa, la cui condanna della violenza e dell’odio e la partecipazione al dolore delle persone dovrebbero essere cose abbastanza scontate. Dichiarazioni, quindi, che suonano a dir poco vuote se non complici, considerate le posizioni di papa Bergoglio sull’immigrazione, con i suoi ripetuti inviti a lasciarsi invadere e le dure condanne nei confronti di chi si oppone al disegno di sostituzione del popolo europeo o, semplicemente, chiede che i flussi vengano regolati o fermati.

Una posizione estrema anche in base alla stessa dottrina cattolica, come aveva fatto notare Matteo Salvini qualche settimana fa: “Lo dice anche il catechismo della chiesa cattolica: l’accoglienza dei migranti va fatta nei limiti del possibile”. “Solo il 10% di chi arriva qua è rifugiato politico”, aveva evidenziato, “dobbiamo accogliere degnamente chi scappa dalla guerra ma dobbiamo dire no agli altri per non arrivare allo scontro sociale”. Il Vaticano, però, non sembra preoccuparsi dell’immigrazione incontrollata di massa e del pericolo che concretamente ha dimostrato di rappresentare; un motivo in più per leggere in quelle parole non dette l’ipocrisia di chi, ad una forte condanna, dovrebbe per forza di cose far seguire la scomoda condanna di un estremismo che proviene proprio da quegli immigrati che vengono coccolati a tutti i costi (la lavanda dei piedi coi profughi, la visita a Lesbo per portare in Vaticano tre famiglie di religione islamica).

Il papa ha manifestato dolore e orrore. Ma non basta. La chiesa deve alzare la testa. I cristiani devono reagire”, afferma Vittorio Sgarbi, noto per i suoi modi a dir poco vivaci e, spesso, diciamo anche intollerabili, ma persona innegabilmente di grande cultura, che non si è limitata ad un approccio politico alla questione. “Per la sua fede padre Hamel è stato ucciso, durante la messa, a 86 anni di assoluto amore per Dio. E’ morto con Dio”, spiega il critico d’arte. “La sua testimonianza, in chiesa – prosegue – realizza compiutamente il sacerdozio che ,nella celebrazione della messa e nella comunione, lo identifica con Gesù. Nella comunione il sacerdote è Gesù. In questo specifico caso lo è fino al sacrificio, riproducendo nella sua morte la passione di Cristo. Crocifisso Gesù, sgozzato padre Jacques. Il martirio li rende una sola persona, nel sangue di Cristo, per sovrapposizione, non rappresentazione liturgica”. Parole senz’altro toccanti, a cui fa seguire una citazione biblica dall’“Ecclesiaste” che riportiamo in parte: “1 Per ogni cosa c’è il suo momento, il suo tempo per ogni cosa sotto il cielo. 2 C’è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante. 3 Un tempo per uccidere e un tempo per guarire, un tempo per demolire e un tempo per costruire. 5 Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli, un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci. 8 Un tempo per amare e un tempo per odiare, un tempo per la guerra e un tempo per la pace”.

Secondo Sgarbi, insomma, oggi la Chiesa non sarebbe in grado di riconoscere il segno dei tempi ed affrontarli in quanto tali. Oggi che i fedeli e non solo si aspetterebbero sicuramente qualcosa di più rispetto alle frasette da catechismo per bambini sui “pensieri di riconciliazione e fraternità”.

Emmanuel Raffaele

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5 comments

rino 28 Luglio 2016 - 10:32

D’accordo con il riconoscere uno stato di guerra – che è cominciata molto tempo addietro, non dieci anni fa..- però stiamo attenti a non confondere il puparo con i pupazzi!!
Tra “terrorismo islamico” e risposta cristiana (occidentale) il TERZO GODE!

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Turzo 28 Luglio 2016 - 12:19

Caro don Ciccio d’Argentina, Ci hai chiesto, quasi imposto, di ospitare un clandestino in ogni casa, un nemico in camera da letto e a tavola, un carnefice nella camera a fianco a quella dei nostri figli, forse è per non far stancare gli Islamisti servi di mafie e i massoni, con l’ottima compagnia dei beduini dei deserti petrolmiliardari.
Quella tonaca che indossi, nonSanto nonPadre, è lorda, sappilo!, del sangue innocente di Tutti i Martiri Fratelli di Gesù Nazareno! Ecco perché non mi incanti con le belle parole sui froci e i divorziati. Né con i processi ai porci pedofili vestiti da prete, figli di una Chiesa senza rigore paterno e senza filiale timore di Dio. A Dio e al Suo Popolo urge un Pastore, un Santo Padre, Cattolico, Cristiano e non sei tu! Torna alla tua “fine del mondo”!!!!. In memoria del Padre Jacques Hamel e di Tutti i Martiri Cristiani e Occidentali di Ieri e di Oggi.

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lidia portinari 28 Luglio 2016 - 3:35

Lo so che sembra un paradosso ma Gesù concede di condividere parte del Suo martirio proprio a quelli che più gli sono fedeli, ed ora il buon sacerdote è già tra i Santi in Paradiso. Solo così trova senso il suo sacrificio e quello di tutte le altre vittime di questo assurdo terrorismo. Auspichiamo che i governi facciano di tutto per combattere questo terribile flagello, ma intanto noi cristiani dobbiamo fare la nostra parte intensificando le preghiere e adottare stili di vita più conformi a quanto ci insegna il Vangelo.

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Giancarlo 29 Agosto 2016 - 10:04

Mah io le critiche di alcuni cristiani a Bergoglio proprio non le capisco, semmai Bergoglio lo posso criticare io che cristiano non sono ma chi si dice cristiano dovrebbe essere dalla parte di Bergoglio, il cristianesimo tramite il messaggio originario (attribuito ad un personaggio sicuramente inventato, ma questo è un altro discorso) diceva esattamente le stesse cose che va predicando Franceschiello, e cioè amare i propri nemici e farsi sgozzare senza opporre resistenza. Siamo sempre a questo punto, il messaggio del presunto nazareno è folle e anti umano per cui, cari cristiani, o lo accettate (e accettate anche tutti i deliri di Bergoglio) o lo combattete, come faccio io. Tertium non datur.

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Silvio 30 Luglio 2017 - 4:58

Bergoglio è una nullità teologica, un somaro di storia, uno che non ha mai avuto nessuna fede (tantomeno cristiana)…uno che è entrato in seminario perchè non aveva voglia di lavorare, dopo il diploma di perito chimico…Piuttosto che sentire lui, preferisco ascoltare un sindacalista FIOM (dicono pressochè le stesse cose)! La sua sete di potere e il suo spirito vendicativo, ben lo conoscono coloro i quali osano criticarlo (vedi giornalisti, cardinali, vescovi, sacerdoti trasferiti, licenziati, emarginati, retrocessi)…Tutti amici: atei, luterani, ebrei, vadesi, carismatici, Tranne i Cattolici fedeli alla Chiesa di Cristo: questi sono i nemici da combattere per il signor Bergoglio…

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