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Achille Lauro: “Sono una femmina: allergico ai modi maschili e agli omofobi”

by Ilaria Paoletti
4 comments
Achille Lauro e David Bowie

Roma, 7 feb – “Sono stato anche io bambina” scrive Achille Lauro su Facebook, citando l’inizio di Gli uomini non cambiano cover che ha portato ieri sul palco insieme ad Annalisa. E poi parte con un panegirico sulla sua femminilità intrinseca, anche se in effetti è il riciclo dal libro che ha scritto l’anno scorso, Io sono Amleto.

Achille Lauro: “Schifosi cinquantenni omofobi”

Insomma, da quando Achille Lauro si fa vestire dalla maison Gucci guidata dal direttore creativo Alessandro Michele ha improvvisamente riscoperto il glamour androgino … con qualche decennio di ritardo. “Cinquantenni disgustosi, maschi omofobi. Ho avuto a che fare per anni con ‘sta gente volgare per via dei miei giri” scrive su Facebook il trapper romano.”L’aria densa di finto testosterone, il linguaggio tribale costruito, anaffettivo nei confronti del femminile e in generale l’immagine di donna oggetto con cui sono cresciuto”  ma di quale ambiente e giri parla, Lauro? Bé, del suo che è molto lontano da quello della media delle città italiane e molto vicino a qualche barrio del terzo mondo, ovvero quello dei trapper. Che ora Lauro voglia fare il grande salto e se ne discosti a noi sta pure bene, basta che non ci spacci la mossa come un impeto etico da proporre ad altri uomini – se prima frequentava maschi alpha col booster che si vantavano di scappare dalla polizia e chiamano le donne bitch, sono problemi suoi e del mondo “di oggi”.

“Diventato signorina”?, macché

“La mia confusione di generi è il mio modo di dissentire e ribadire il mio anarchismo, di rifiutare le convenzioni, da cui poi si genera discriminazione e violenza”. “Sono fatto così mi metto quel che voglio e mi piace: la pelliccia, la pochette, gli occhiali glitterati sono da femmina? Allora sono una femmina“: allora sei una femmina targata Gucci, Lauro, e quando ti veste un famoso stilista, adorato da tutti i vip mainstream del mondo, non sei un ribelle e non sei antisistema ma sei funzionale allo stesso – tant’è che sei a Sanremo.
“Ogni tanto qualcuno mi dice: “Ma che ti è successo?”” scrive ancora il trapper in autotune “Io rispondo: ” Sono diventato una signorina”. Niet, sei diventato mainstream.

Ma Bowie non è una maschera

Ieri Lauro s’è mascherato da David Bowie e va bene, Carnevale è vicino. E su un altro post sempre su Facebook ci dice di essersi vestito omaggiando la sua mascolinità “non tossica”. Ma Bowie frequentava con piacere gente come Iggy Pop e i Rolling Stones, che oggi sarebbero i guru di questa mascolinità … Inoltre, nel 1976 Bowie aveva l’età che ha ora il trapper gender fluid e aveva già lasciato i panni di Ziggy Stardust – che poi sono quelli vestiti Gucci ieri da Lauro – per “evolversi” nel Thin White Duke, nel Duca Bianco. Bowie a ventinove anni aveva partorito i suoi più grandi successi e aveva ucciso il personaggio di Ziggy: perché non ci smarmellava le palle col gender fluid, perché era un genio visionario e questa era solo una delle incarnazioni della sua personalità artistica. Non solo: Bowie si era andato a pescare oscuri stilisti giapponesi come Kansai Yamamoto per i suoi outfit da palco. Non era di certo andato a fare la p*ttana di qualche stilista. Dopo, semmai, sarebbe stata la moda a inseguire Bowie – mai il contrario.

Sono solo canzonette

Lauro ci lascia con alcuni indizi sui prossimi artisti che imiterà: una maschera e una corona. La maschera potrebbe essere Renato Zero (“dietro questa maschera c’è un uomo e tu lo sai”, canta l’istrione romano in La favola mia) e la corona, a meno che in un ascesso di genialità Achille Lauro non decida di truccarsi da virus, sicuramente richiama i Queen. Tutta gente, è bene ribadirlo, che era scorrettissima, rock ‘n roll e fuori dagli schemi davvero: omosessuali o meno, “signorine” o meno. Signorine magari, con le palle di essere loro stessi senza sponsor.

Ilaria Paoletti

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4 comments

Marc 7 Febbraio 2020 - 7:04

Va caca, scièmm…

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Max Max 8 Febbraio 2020 - 9:48

Può ospitare a casa sua un intero battaglione di paracadutisti , ma come David Bowie non lo diventerà mai…..

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simbad 8 Febbraio 2020 - 10:22

Solito disturbato che armeggia con clisteri e con la sua cacca

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chroma2017 8 Febbraio 2020 - 11:16

Forse all’autrice sfugge che TUTTI i cantanti di sanremo sono vestiti da “sponsor”, alcuni con marchi visibili e riconoscibilissimi. Si apprezzi il coraggio e la sensibilità di un artista che oltre a cantare veicola messaggi universali con le sue PERFORMANCE.

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