Home » Germania, accelera sulla linea dura: espulsioni rapide dei clandestini

Germania, accelera sulla linea dura: espulsioni rapide dei clandestini

by Sergio Filacchioni
0 commento

Roma, 5 giu – Nessuna svolta, ma una netta accelerazione di un processo già in corso: la Germania continua a stringere il cerchio sull’immigrazione irregolare. Dopo i rinforzi al confine e lo stop all’accoglienza dei richiedenti asilo provenienti da Paesi terzi considerati “sicuri”, Berlino adotta ora un pacchetto normativo che punta alle espulsioni rapide per i clandestini.

La Germania accelera sulle espulsioni rapide

Il ministro dell’Interno Alexander Dobrindt, già al centro della stretta annunciata nei mesi scorsi, ha portato a termine un nuovo giro di vite: più poteri alle autorità per perquisire gli alloggi dei migranti, estensione della custodia preventiva fino a 28 giorni per facilitare i rimpatri, e una maggiore pressione sugli irregolari privi di documenti. Un’accelerazione, dunque, di certo non un cambio di rotta improvviso. La Germania aveva già dato segnali chiari a marzo, quando aveva rafforzato i controlli alle frontiere e chiesto un ripensamento radicale del sistema d’asilo europeo. Oggi, il messaggio è ancora più netto: chi non ha diritto a restare, verrà rimpatriato senza tentennamenti.

Tanti saluti alla retorica

La retorica umanitaria viene lentamente abbandonata anche da chi, come i socialdemocratici tedeschi, l’ha cavalcata per anni. Faeser giustifica le nuove misure parlando di “tutela della capacità di accoglienza” e “fiducia nello Stato di diritto”. Una narrativa di copertura per un’esigenza reale: l’immigrazione fuori controllo ha minato la tenuta del sistema e messo in discussione la sicurezza dei cittadini. Le solite Ong e i Verdi gridano allo scandalo, ma la realtà è che l’opinione pubblica tedesca approva e pretende interventi ancora più duri. La Germania, epicentro per anni del dogma migratorio europeo, sembra ora riconoscere che senza ordine, identità e selezione, l’accoglienza diventa solo caos e fragilità sociale.

Un segnale inequivocabile

Per l’Italia, il segnale è inequivocabile: anche chi si è fatto promotore della “solidarietà europea” comincia a fare i conti con le conseguenze di decenni di frontiere spalancate. Mentre da noi si continua a discutere su quote e redistribuzioni, la Germania agisce, espelle, chiude. L’Europa che rigetta il modello multiculturale sta facendo passi avanti verso una seria difesa dei confini. Ma se perfino Berlino accelera, Roma non può permettersi di restare indietro.

Sergio Filacchioni

You may also like

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati