
E’ stato proprio il passaggio nel movimento della tartaruga frecciata ad aver creato i problemi maggiori a Caterina Foti. Da subito infatti, il segretario altoatesino della Uil Toni Serafini ne aveva preteso l’espulsione perché incompatibile con i valori del sindacato. Lo stesso affermava che era inconciliabile che un rappresentante della Uil potesse allo stesso tempo appoggiare o essere tesserato ad un movimento politico “antidemocratico”.
Ne è scaturita una battaglia a suon di botta e risposta sulle pagine dei giornali e media locali. Una battaglia culminata soltanto ieri con la comunicazione ufficiosa via sms che annunciava a Caterina Foti di essere stata definitivamente espulsa dal sindacato per il quale ha prestato servizio e competenze per anni.
A inviare il messaggio, poche righe in tutto, è stato Giovanni Pandini (segretario federazione poteri locali): “Comunico che Caterina Foti è stata espulsa. Deliberato oggi all’unanimità dall’esecutivo nazionale UIL”.
Come già precisato si tratta di una comunicazione ufficiosa, a breve infatti Foti riceverà a mezzo raccomandata la lettera di espulsione ufficiale. La motivazione, comunicata sempre ufficiosamente, sarebbe per l’appunto il suo ingresso in un movimento di chiara matrice neofascista e pertanto incompatibile con i valori del sindacato.

Ancor più comico, i vertici nazionali Uil intenderebbero incontrare Caterina Foti nelle prossime settimane: “Sempre tramite telefono il signor Pandini mi ha comunicato che vorranno incontrarmi. Mi fa ridere che vogliano vedermi dopo che mi hanno espulsa. È più che evidente non stanno seguendo l’iter di un provvedimento disciplinare!”.
Foti precisa che il suo lavoro sindacale proseguirà comunque ufficializzando il suo ingresso nell’Ugl: “Ho l’appoggio dell’Ugl che mi ha dato da subito piena solidarietà. Con loro proseguiremo questo percorso a livello locale e confermo il mio ingresso a tutti gli effetti nell’Ugl. La mia attività sindacale proseguirà dritta perché non ho intenzione di abbandonare i lavoratori che hanno deciso di darmi fiducia”.
Mirco Minisini